giovedì 25 Aprile 2024

Canada, la capitale invasa dalla protesta No Pass: Trudeau costretto alla fuga

Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per le strade di Ottawa, in Canada, per chiedere la fine delle restrizioni imposte dal governo per contrastare la pandemia da Covid-19. La protesta segue la decisione di un gruppo di camionisti di mettersi in marcia il 23 gennaio dalla Columbia Britannica e da altre zone del Canada, dirigendosi verso Ottawa, in quello che è stato chiamato il Freedom ConvoyLa rivendicazione principale dei camionisti è l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori transfrontalieri voluto dal Governo.

Migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade di Ottawa nella giornata di sabato 29 gennaio, dopo che il Freedom Convoy è giunto in città. I mezzi, ai quali si sono uniti decine di veicoli privati dei cittadini, hanno intasato il traffico bloccando le arterie principali di ingresso e uscita della città. Il convoglio era formato da centinaia di camionisti provenienti da tutto lo Stato, i quali hanno viaggiato per giorni per ritrovarsi a Ottawa, di fronte alla sede del Parlamento Canadese, e chiedere la disapplicazione della misura che prevede l’obbligo vaccinale per i lavoratori che debbano attraversare la frontiera.

La Polizia ha comunicato che erano attese fino a 10 mila persone, ma non sono giunte ulteriori stime sul numero effettivo dei partecipanti nella serata di sabato. Nonostante l’elevato livello di allerta per le possibili tensioni, gli organizzatori hanno esortato i manifestanti a mantenere un clima pacifico e al termine della prima giornata di proteste le Forze dell’Ordine hanno fatto sapere che non vi è stato “nessun incidente violento né feriti”. I manifestanti starebbero pianificando di rimanere in città per più giorni e non avrebbero ancora comunicato una data di fine dimostrazioni. Nella notte di sabato molti si sono fermati a dormire nei loro mezzi, sfidando l’allarme di Environment Canada che aveva previsto le temperature minime per la notte tra -26 e -34 gradi.

Secondo quanto riportato dall’Ottawa Citizen gli organizzatori della protesta (tra i quali il maggior promotore sarebbe il gruppo Canada Unity) non si definiscono no vax, ma si oppongono all’obbligo di vaccinazione per poter lavorare. Alla manifestazione si sono uniti diversi gruppi afferenti a varie realtà di contestazione e con rivendicazioni di tipo differente, ampliando le proteste a tutte le misure adottate dal governo contro la pandemia. Anche il figlio dell’ex presidente americano, Donald Trump Jr., si è complimentato con i camionisti definendoli dei patrioti.

Alcuni tra i manifestanti sarebbero arrivati a chiedere la rimozione del governo Trudeau, giudicato incapace di gestire la situazione pandemica. Gli organizzatori sarebbero già riusciti a raccogliere, tramite la piattaforma web GoFundMe, all’incirca 8,3 milioni di dollari, al momento congelati in attesa di capire come verranno utilizzati.

La Canadian Trucking Alliance ha preso le distanze dalla protesta e chiesto a coloro che fanno parte dell’industria degli autotrasporti che hanno deciso di parteciparvi di “impegnarsi in una dimostrazione pacifica e poi lasciare la città di Ottawa per evitare qualsiasi problema al benessere e alla sicurezza dei cittadini”.

In un’intervista rilasciata venerdì 28 gennaio a The Canadian Press il primo ministro Trudeau si era detto preoccupato dalla possibilità di una deriva violenta della manifestazione, per via della presenza di “un piccolo gruppo di persone che rappresentano una minaccia per sé stessi e per gli altri” e che “non rappresenta i canadesi”, eventualità al momento non verificatasi. Nonostante ciò, Trudeau sarebbe stato spostato insieme alla sua famiglia dalla sua residenza nel quartiere di New Edinburgh, a 4 km dall’epicentro della protesta, e trasferito in un luogo segreto che si troverebbe “nella regione della capitale nazionale”, secondo quanto riferito alla testata canadese CBC dall’Ufficio del Primo ministro.

Al momento non è possibile determinare quanti giorni durerà la mobilitazione e quale sarà la risposta del governatore Trudeau: bisognerà attendere i prossimi giorni per conoscere quale sarà l’esito del confronto tra le due parti.

[di Valeria Casolaro]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

4 Commenti

  1. Le proteste ormai servono per un effetto mediatico e portare a conoscenza un problema o disagio,
    è la disobbedienza civile che funziona veramente, perchè una legge inapplicata annulla la legge stessa,
    mentre una protesta è circoscritta e gestibile dalle sole forze dell’ordine e poco cambia,
    se non come dicevo inizialmente come sistema di sensibilizzazione.

  2. Se riescono nel loro intento, allora questa protesta di successo verrà fatta anche in Italia e in tutti gli altri Stati oppressi nel mondo…ci serve un modello di coraggio e dignità da imitare! L’uomo è fatto così, ha paura del cambiamento, ma quando vede chi fa il cambiamento con coraggio e con successo, allora imita!

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI