venerdì 29 Marzo 2024

Brasile, le terre degli indigeni Piripkura devastate per far posto agli allevamenti

Nuove testimonianze fotografiche, ottenute sorvolando alcune zone del Brasile, hanno svelato che la terra di una delle tribù più vulnerabile e incontattata del mondo è stata illegalmente invasa e distrutta per farne allevamenti di carne bovina.

Le immagini satellitari del 25 ottobre 2021 mostrano vaste aree deforestate, segni di incendi e la presenza di numerosi allevamenti, nel pieno della loro attività produttiva. Si vedono anche camion in movimento, case occupate, strade in costruzione, una pista di atterraggio e ranch con mandrie di bovini. Tutto si svolge in maniera illegale, perché l’allevamento di bestiame ha raggiunto alcune zone dove vivono i Piripkura.

Secondo la legge la loro terra indigena, che si estende a cavallo dei municípios di Colniza e Rondolândia, nello stato del Mato Grosso, dovrebbe essere monitorata e protetta dal recente rinnovo di settembre dell’Ordinanza per la protezione del suolo (Portaria de Restrição de Uso) e una sentenza della Corte Federale che ne vieta l’invasione. Ma, a conti fatti, non c’è mai stato un definitivo stop allo sfruttamento. Anzi, il territorio è minacciato da decenni dal disboscamento portato avanti dalle multinazionali agricole. Tuttavia con il governo di Bolsonaro lo scenario è andato via via peggiorando.

Negli ultimi due anni, infatti, il tasso di deforestazione ha toccato picchi di oltre il 27.000%, con più di 12.000 ettari già stati distrutti: secondo l’Instituto Socioambiental (Sirad) equivalgono a più di 7 milioni di alberi abbattuti. Già tra luglio e settembre è stata deforestata, tramite incendi dolosi, un’area che ospitava 1,3 milioni di alberi. Insomma, terreno pronto per essere destinato al pascolo.

Due indigeni Piripkura [fonte: Survival International]
Survival International (movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni) è riuscito a mettersi in contatto con Rita, donna appartenente alla comunità Piripkura, che ha detto: “Gli estranei che operano illegalmente all’interno del mio territorio potrebbero presto uccidere i miei parenti”, raccontando di come già nove di essi siano stati massacrati in un attacco. Di fatto non si tratta solo di strappare la terra a indigeni che sopravvivono grazie ad essa, prendendosene cura. Molti di loro vengono uccisi, altri perdono la vita difendendo la propria casa. Altri ancora muoiono in incendi.

Il sorvolo del mese scorso ha messo in luce anche questo. Motivo per cui il monitoraggio è stato fortemente voluto dal COIAB (l’organismo di coordinamento delle organizzazioni indigene dell’Amazzonia brasiliana) e dall’OPI (l’Osservatorio per i diritti umani dei popoli indigeni incontattati e recentemente contattati), con il supporto di APIB (Articulação dos Povos Indígenas do Brasil), ISA (Instituto Socioambiental) e Survival International, per portare avanti la campagna e petizione “Uncontacted or Destroyed”.

Sarah Shenker, portavoce di Survival, ha dichiarato che: “Non potrebbe esserci prova più grande della totale impunità – anzi, del sostegno attivo – di cui godono gli invasori della terra sotto il presidente Bolsonaro:: operazioni commerciali di allevamento in un territorio indigeno di vitale importanza che dovrebbe essere protetto dalla legge. Solo una grande protesta pubblica può impedire il genocidio dei Piripkura e di altre tribù incontattate”.

[di Gloria Ferrari]

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