In Puglia a causa della Xylella, un batterio che determina il disseccamento e quindi la morte delle piante di olivo, ancora oggi prosegue l’abbattimento degli ulivi millenari. Solo nell’agro di Ostuni nel prossimo periodo saranno abbattute oltre 1000 piante per tale motivo: come spiegato dall’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, la gestione della fitopatia consiste infatti nell’individuare le piante infette, abbatterle e delimitare l’area. «È anche grazie a questo grande sacrificio che chiediamo agli agricoltori che possiamo sperare di salvare i due milioni di olivi presenti ad Ostuni e, più in generale, i sei milioni di olivi presenti nella Piana», ha a tal proposito dichiarato Pentassuglia.
Si tratta però di un modus operandi che di certo non è condiviso da Ulivivo, un comitato che si occupa di difendere gli ulivi della Puglia che recentemente ha lanciato un appello volto a fermare gli abbattimenti. «Gli ulivi millenari della Puglia continuano a cadere in nome di una fantomatica emergenza Xylella che ha reso possibile aggirare le leggi a tutela ambientale. L’obiettivo del governo? Salvare l’agricoltura e il paesaggio! Se non fosse tragico sarebbe comico». È questa la posizione di Ulivivo, il quale non solo critica l’abbattimento degli oltre 1000 alberi sopracitato, ma anche quelli già avvenuti nel corso di quest’anno ad Ostuni, Fasano, Cisternino e Monopoli. Secondo il comitato, infatti, le attività di monitoraggio e abbattimento in questi luoghi «sono state eseguite al di fuori del Regolamento di esecuzione 2020/1201 della Commissione europea» e sono dunque illegittime.
In più, Ulivivo comunica: «i numeri dichiarati dalla Regione delle piante già abbattute evidentemente derivano da una matematica “creativa” visto che sappiamo esserci decine di piante abbattute fra gennaio e maggio di quest’anno che scompaiono dal riepilogo della Regione per la quale la somma non fa il totale! Neanche compaiono gli abbattimenti illegittimi di olivi plurisecolari monumentali avvenuti in zona Montalbano di Fasano nel mese di giugno a cui abbiamo assistito personalmente».
Ad ogni modo, a prescindere da tutto ciò quel che è certo è che quella degli ulivi millenari sia una vera e propria strage che va avanti da tempo. In Puglia i problemi legati alla Xylella, infatti, sono cominciati nel 2013, con la prima segnalazione ufficiale di focolai risalente all’ottobre di quell’anno. Da allora, scondo le stime di Confagricoltura «la Xylella si è propagata e, ad oggi, ha colpito circa 150mila ettari di oliveto nelle province di Lecce, Brindisi e parte del Tarantino». Questo vuol dire – sottolinea Confagricoltura facendo un conteggio sulla base delle ore di lavorazione che richiedono gli impianti di olivi – che «si sono persi circa 33mila posti di lavoro» e che «per ripristinare questi posti e il potenziale olivicolo andato distrutto, lo Stato e la Regione Puglia dovrebbero investire 3,3 miliardi di euro, mentre sono stati investiti solo 300 milioni di euro».
[di Raffaele De Luca]