giovedì 25 Aprile 2024

Vaccini, i cittadini di San Marino dovranno fare da cavie per ottenere il green pass

I cittadini sanmarinesi dovranno sottoporsi a una terza vaccinazione anti-Covid utilizzando uno dei sieri autorizzati in Europa dopo aver ricevuto le prime due dosi con il vaccino di produzione russa Sputnik V. Chi tra i cittadini della Repubblica del Titano rifiuterà la procedura non potrà ricevere il Green Pass italiano, necessario a tanti sanmarinesi anche per ragioni di lavoro. A deciderlo è stato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, imponendo di fatto ai sanmarinesi di fare da cavie per una procedura mai provata prima e che non può essere giudicata sicura in base a nessuno studio scientifico.

Alla maggior parte della popolazione sammarinese è stata somministrata la doppia dose di un vaccino non ancora approvato in Europa: lo Sputnik V (Gam-COVID-Vac); questo, fa sì che i cittadini di San Marino vengano considerati in Italia come fossero soggetti non vaccinati. Per i sammarinesi, c’è dunque tempo fino al 15 ottobre per la somministrazione della terza dose e ottenere in questo modo il passaporto vaccinale.

Eppure, nella Repubblica di San Marino, più del 70 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e la situazione sanitaria nell’enclave è ora molto positiva – e in uno stadio di gran lunga migliore rispetto all’Italia o ad altri Stati occidentali – . Comunque, chi da San Marino deve svolgere delle attività in Italia, necessitando forzatamente di una terza dose, sarà di conseguenza soggetto a una sorta di “primo esperimento”. Non si è a conoscenza, infatti, delle possibili reazioni dopo due dosi di Sputnik V e una terza dose di un altro vaccino. Ecco come i cittadini di San Marino si sono scagliati contro l’imposizione comunicata da Di Maio, sentendosi come delle vere e proprie “cavie“, come denuncia Matteo Ciacci, politico sammarinese, segretario e consigliere di Libera: «Non siamo cavie. Dopo settimane di promesse e mancate risposte, questo epilogo sa davvero di presa in giro».

Sono numerosi i sammarinesi che svolgono attività quotidiane fuori dallo stato; questi dovranno tornare a condurre parte delle loro vite in Italia…per farlo, però, ora il Governo italiano chiede loro di sottoporsi a un’ulteriore dose, anche avendo già completato il ciclo vaccinale, con un vaccino che – nonostante non sia stato, per il momento, approvato dall’Ema – sembra avere ottima efficacia. Al 97,6 per cento secondo quanto riportato sul sito ufficiale, dati da prendere con ovvio beneficio del dubbio ma sostanzialmente confermati anche da ricerche indipendenti che attribuiscono allo Sputnik V una buona capacità di proteggere dagli effetti più gravi della variante Delta, riducendo il rischio di ospedalizzazione dell’81% e aiutando a prevenire gravi lesioni polmonari, come dimostra uno studio pubblicato su medRxiv (archivio online gratuito e server di distribuzione per manoscritti completi – ma non ancora pubblicati – sulle scienze mediche, cliniche e correlate).

Il processo di approvazione del vaccino russo Sputnik V va però a rilento in Europa; a marzo 2021, L’Ema ha avviato la revisione continua (uno strumento normativo che l’Agenzia utilizza per accelerare la valutazioni di un farmaco durante un’emergenza sanitaria) del vaccino Sputnik V. L’approvazione definitiva era prevista per il mese di giugno, ma è poi stata spostata a data da destinarsi. La causa viene esplicitata da alcune testimonianze raccolte in un articolo pubblicato su Reuters e sembrerebbe essere il mancato invio, da parte degli sviluppatori del vaccino russo (ovvero il Centro nazionale di epidemiologia e microbiologia Gamaleya) di alcuni dati fondamentali per potere approvare il farmaco. I dati richiesti dall’Ema sono relativi alle sperimentazioni cliniche e sarebbero dovuti arrivare entro e non oltre il 10 giugno 2021.

Oltre alle ragioni tecniche e burocratiche rimane però ben presente sullo sfondo il dubbio che vi siano ragioni politiche. Accuse rilanciate a più riprese anche dal governo di Mosca, il quale ha accusato l’Ema di boicottare il vaccino russo per ragioni geopolitiche, nonostante molteplici ricerche e i dati provenienti dai paesi utilizzatori mostrino requisiti di efficacia ottimi.

[di Francesca Naima]

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4 Commenti

  1. Questa decisione è davvero clamorosa, immagino che venga impugnata immediatamente dallo Stato stesso di San Marino, se veramente ci tiene a proteggere i propri cittadini da una vera e propria sperimentazione medica…delle più rischiose che ci siano fra l’altro!

  2. Sono davvero nauseata da questo ennesimo abuso di potere del governo italiota. Io esorto i Sanmarinesi a non cedere al ricatto, e spero che i loro governanti tengano testa alle cretinerie di Di Maio, che non è a mio parere ministro degli esteri, quanto ministro della Vergogna (di avere politici del genere), e facciano resistenza. San Marino è stato libero e sovrano, la più antica repubblica sulla faccia della terra: dal mio canto, sono pronta a sostenere il piccolo ma glorioso paese con le iniziative più disparate, tra cui una sottoscrizione per pagare gli stipendi a chi perderà il lavoro se non vorrà sottostare ad un vile ricatto dettato da un paese straniero. Prendo spunto dall’iniziativa dal mio sindacato (CUB) che ha aperto una sottoscrizione per pagare gli stipendi dei 34 operatori sanitari di Vicenza sospesi dal lavoro perchè non si erano vaccinati. Io penso che se ognuno di noi facesse esercizio di solidarietà verso i propri simili, anche aderendo ad iniziative del genere, non ci sarebbe più un solo lavoratore ricattabile. Io cerco sempre di fare la mia parte, spero che anche chi legge faccia, nel suo piccolo, qualcosa.

  3. Qui stiamo parlando di un protocollo sanitario.
    Ma dove sarebbero le basi scientiiche su cui si fonda un porcheria simile?

    Ma possibile che non ci sia un giudice che prende Speranza e Di Maio e li mette dietro le sbarre?

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