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Vaccini, i cittadini di San Marino dovranno fare da cavie per ottenere il green pass

I cittadini sanmarinesi dovranno sottoporsi a una terza vaccinazione anti-Covid utilizzando uno dei sieri autorizzati in Europa dopo aver ricevuto le prime due dosi con il vaccino di produzione russa Sputnik V. Chi tra i cittadini della Repubblica del Titano rifiuterà la procedura non potrà ricevere il Green Pass italiano, necessario a tanti sanmarinesi anche per ragioni di lavoro. A deciderlo è stato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, imponendo di fatto ai sanmarinesi di fare da cavie per una procedura mai provata prima e che non può essere giudicata sicura in base a nessuno studio scientifico.

Alla maggior parte della popolazione sammarinese è stata somministrata la doppia dose di un vaccino non ancora approvato in Europa: lo Sputnik V (Gam-COVID-Vac) [1]; questo, fa sì che i cittadini di San Marino vengano considerati in Italia come fossero soggetti non vaccinati. Per i sammarinesi, c’è dunque tempo fino al 15 ottobre per la somministrazione della terza dose e ottenere in questo modo il passaporto vaccinale.

Eppure, nella Repubblica di San Marino, più del 70 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e la situazione sanitaria nell’enclave è ora molto positiva – e in uno stadio di gran lunga migliore rispetto all’Italia o ad altri Stati occidentali – . Comunque, chi da San Marino deve svolgere delle attività in Italia, necessitando forzatamente di una terza dose, sarà di conseguenza soggetto a una sorta di “primo esperimento”. Non si è a conoscenza, infatti, delle possibili reazioni dopo due dosi di Sputnik V e una terza dose di un altro vaccino. Ecco come i cittadini di San Marino si sono scagliati [2] contro l’imposizione comunicata da Di Maio, sentendosi come delle vere e proprie “cavie“, come denuncia Matteo Ciacci, politico sammarinese, segretario e consigliere di Libera: «Non siamo cavie. Dopo settimane di promesse e mancate risposte, questo epilogo sa davvero di presa in giro».

Sono numerosi i sammarinesi che svolgono attività quotidiane fuori dallo stato; questi dovranno tornare a condurre parte delle loro vite in Italia…per farlo, però, ora il Governo italiano chiede loro di sottoporsi a un’ulteriore dose, anche avendo già completato il ciclo vaccinale, con un vaccino che – nonostante non sia stato, per il momento, approvato dall’Ema – sembra avere ottima efficacia. Al 97,6 per cento secondo quanto riportato sul sito ufficiale [3], dati da prendere con ovvio beneficio del dubbio ma sostanzialmente confermati anche da ricerche indipendenti che attribuiscono allo Sputnik V una buona capacità di proteggere [4] dagli effetti più gravi della variante Delta, riducendo il rischio di ospedalizzazione dell’81% e aiutando a prevenire gravi lesioni polmonari, come dimostra uno studio [5] pubblicato su medRxiv (archivio online gratuito e server di distribuzione per manoscritti completi – ma non ancora pubblicati – sulle scienze mediche, cliniche e correlate).

Il processo di approvazione del vaccino russo Sputnik V va però a rilento in Europa; a marzo 2021, L’Ema ha avviato la revisione continua [6] (uno strumento normativo che l’Agenzia utilizza per accelerare la valutazioni di un farmaco durante un’emergenza sanitaria) del vaccino Sputnik V. L’approvazione definitiva era prevista per il mese di giugno, ma è poi stata spostata a data da destinarsi. La causa [7] viene esplicitata da alcune testimonianze raccolte in un articolo [7] pubblicato su Reuters e sembrerebbe essere il mancato invio, da parte degli sviluppatori del vaccino russo (ovvero il Centro nazionale di epidemiologia e microbiologia Gamaleya [8]) di alcuni dati fondamentali per potere approvare il farmaco. I dati richiesti dall’Ema sono relativi alle sperimentazioni cliniche e sarebbero dovuti arrivare entro e non oltre il 10 giugno 2021.

Oltre alle ragioni tecniche e burocratiche rimane però ben presente sullo sfondo il dubbio che vi siano ragioni politiche. Accuse rilanciate a più riprese anche dal governo di Mosca, il quale ha accusato l’Ema di boicottare il vaccino russo per ragioni geopolitiche, nonostante molteplici ricerche e i dati provenienti dai paesi utilizzatori mostrino requisiti di efficacia ottimi.

[di Francesca Naima]