venerdì 26 Aprile 2024

Conservazione, un progetto high-tech per salvare gli orsi polari dall’estinzione 

Da anni gli archeologi di tutto il mondo sono alla ricerca della tomba di Genghis Khan, il grande imperatore mongolo del XIII secolo. Si dice che questo, prima di esalare l’ultimo respiro, chiese di essere seppellito in segreto, e che per rispettare tale volere, un esercito in lutto trasportò la sua salma uccidendo chiunque incontrasse sul proprio cammino. Sono passati 800 anni e nessuno ancora ha scoperto la tomba dell’imperatore, ma le ricerche hanno ispirato un progetto innovativo, che potrebbe aiutare a preservare l’esistenza degli orsi polari.

Si tratta del radar ad apertura sintetica, in inglese Synthetic-aperture radar (SAR), tecnologia utilizzata dagli archeologi per la ricerca del sepolcro di Genghis Khan nelle foreste della Mongolia, ma importante anche per trovare superstiti dopo catastrofi naturali come le valanghe. Per questo i ricercatori della PBI (Polar Bears International) e gli studenti della BYU (Brigham Young University), hanno pensato di montare un dispositivo SAR sull’aereo militare Cessna O-2A Skymaster, al fine di scovare le tane degli orsi polari sull’altopiano della foresta di Manti-La Sal, nello Utah. Gli esperti hanno utilizzato il Synthetic-aperture radar al posto del consueto Forward-looking infrared (FLIR), il quale si basa sul rilevamento del calore ed è efficace meno del 50%. Il SAR utilizza invece le onde radio e, non solo offre una scansione più ampia e dati più precisi, ma è anche in grado di funzionare in condizioni atmosferiche avverse e nell’oscurità della notte.

Il fine della ricerca è quello di munirsi di una tecnologia sofisticata che permetta di setacciare gli habitat degli orsi polari e di effettuare censimenti più accurati, così da poterli proteggere dal cambiamento climatico e dalle attività petrolifere dell’uomo. Lo scioglimento dei ghiacci sta rendendo sempre più difficile il reperimento di cibo per questi grandi mammiferi, i quali sono spesso costretti a lunghi periodi di digiuno o a intraprendere spostamenti pericolosi. Sono rimasti meno di 26mila esemplari sulla Terra, pertanto individuare le tane e proteggere il più possibile gli orsi – in modo particolare i cuccioli – è essenziale.

[di Eugenia Greco]

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