giovedì 28 Agosto 2025
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Russia: ministro rimosso da Putin si suicida

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Questa mattina, a Mosca, il ministro dei trasporti russo, Roman Starovoit, è stato trovato morto nella sua macchina, poco dopo essere stato rimosso dal proprio incarico dal presidente russo Vladimir Putin. Secondo le indagini preliminari, Starovoit si sarebbe suicidato, sparandosi un colpo di arma da fuoco. Starovoit era stato sollevato dall’incarico proprio questa mattina, ed era stato sostituito da Andrej Nikitin, nominato ministro ad interim. Da quanto comunica il portavoce del Cremlino, Starovoit non sarebbe stato rimosso dall’incarico per una «perdita di fiducia».

Kenya, la polizia spara sui manifestanti

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La polizia keniota ha aperto il fuoco su una folla di manifestanti in corteo a Nairobi. La notizia arriva da un giornalista dell’agenzia di stampa Reuters, che ha reso noto anche l’uso di gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla. La sparatoria sarebbe avvenuta su una delle arterie principali della capitale, su cui stavano marciando centinaia di persone. Tra manifestanti e forze dell’ordine si sarebbe verificato uno scontro, e la polizia avrebbe sparato in direzione della folla. Ancora ignoto il numero di eventuali vittime e feriti. Le manifestazioni in Kenya sono iniziate lo scorso giugno, quando un la polizia ha ucciso un blogger in occasione di una marcia commemorativa.

La Cina punta sullo yuan digitale per costruire un sistema monetario multipolare

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La Cina sta giocando un ruolo sempre più centrale nella ridefinizione degli equilibri finanziari globali, e le recenti dichiarazioni del governatore della Banca Popolare Cinese, Pan Gongsheng, non lasciano dubbi sulla direzione intrapresa da Pechino. L’impegno ad espandere l’uso internazionale dello yuan digitale (e-CNY) e la richiesta esplicita di un sistema valutario globale multipolare non sono semplici proclami, ma tasselli fondamentali in un disegno geopolitico ben più ampio: la progressiva de-dollarizzazione e la creazione di un nuovo ordine mondiale, il quale, come già abbiamo avuto modo di scrivere, passa (anche) dalla moneta. Il potere egemonico degli Stati Uniti è stato a lungo sostenuto dal dominio del dollaro nel sistema finanziario globale, un’egemonia consolidata prima dagli accordi di Bretton Woods e poi dal sistema dei “petrodollari”. Tuttavia, l’erosione di questo potere è diventata un obiettivo chiave per sottrarsi dall’orbita finanziaria statunitense e costruire una vera indipendenza economica e politica. È in questo contesto che si inserisce la promozione dello yuan digitale da parte della Cina. 

Pan Gongsheng ha annunciato l’istituzione di un centro operativo internazionale per l’e-CNY a Shanghai, sottolineando come le tecnologie digitali abbiano esposto le debolezze dei tradizionali sistemi di pagamento transfrontalieri. Questi, a suo dire, come riportato da Reuters, possono essere «facilmente politicizzati e armati» e «utilizzati come strumento per sanzioni unilaterali, danneggiando l’ordine economico e finanziario globale». Questa visione trova un’eco perfetta nelle motivazioni che spingono numerosi paesi a cercare alternative al dollaro, in particolare dopo la reazione internazionale alle sanzioni imposte da Washington nei confronti della Russia, e più in generale l’utilizzo del dollaro come “arma finanziaria”, ha accelerato la ricerca di circuiti finanziari alternativi al sistema SWIFT, inclusa l’esplorazione delle criptovalute. Altra conferma a supporto di questo la recente, e non ancora conclusa, guerra commerciale mondiale di Trump.  L’ambizione della Cina di far diventare lo yuan una valuta globale non è nuova, ma sta acquisendo nuovo slancio. Alla metà del giugno appena trascorso, sei banche straniere – Standard Bank, African Export-Import Bank, First Abu Dhabi Bank, Eldik Bank, United Overseas Bank e Bangkok Bank – si sono unite al sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese (CIPS), in un chiaro segnale di espansione dell’uso dello yuan nel commercio globale.

Almeno il 70% degli accordi commerciali tra Russia e Cina avviene in rubli o yuan, mentre il ministero delle finanze russo, come riportava TRT World già lo scorso anno, sostiene che si siano raggiunti picchi del 90%. Intanto l’India sta spingendo per l’internazionalizzazione della rupia. Dunque, il gruppo BRICS è in prima linea nel processo di de-dollarizzazione e di cambiamento degli equilibri economici, valutari e finanziari globali. In cantiere c’è anche la creazione di una nuova valuta internazionale, potenzialmente digitale e legata a un paniere di valute o a materie prime come l’oro. Un impulso significativo a questo processo viene anche dal parziale allontanamento delle monarchie del Golfo rispetto agli Stati Uniti. La possibilità per i sauditi di commerciare petrolio con la Cina in yuan, mettendo in discussione il meccanismo dei petrodollari a favore del petroyuan, rappresenta un duro colpo all’egemonia americana. La Cina sta attivamente incentivando questa de-dollarizzazione, come dimostrato dall’espansione del suo sistema di pagamento interbancario transfrontaliero alla regione del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

La creazione di un mondo multipolare dipende intrinsecamente da un cambiamento nel sistema finanziario globale. L’internazionalizzazione dello yuan digitale, promossa con determinazione da Pechino, è un elemento cruciale in questa trasformazione. Sebbene la strada verso una piena de-dollarizzazione e la realizzazione di una moneta comune BRICS sia ancora lunga e complessa, il processo è chiaramente avviato. La sfida lanciata all’Occidente liberale dai paesi del Sud Globale, con la Cina in veste di leader globale, è una delle più significative nel rimodellare gli equilibri di potere del XXI secolo.

Il business della longevità tra rischi etici e disparità sociale

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Con la recente approvazione della legge Senate Bill 535, lo Stato americano del Montana ha compiuto un passo che potrebbe trasformare il Paese nella nuova frontiera della medicina sperimentale e del biohacking più estremo, proponendosi come un Far West clinico nel campo della longevità, dove i vincoli della FDA verranno aggirati per consentire di testare farmaci e tecnologie genetiche ancora in fase sperimentale. Una Mecca clinica in concorrenza con l’Honduras e la sua Infinita City, città privata costruita nella zona economica speciale di Próspera.
Dietro questo slancio “tecnolibertario” si c...

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Il fondo d’investimenti BlackRock ha deciso di abbandonare l’Ucraina

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San Francisco, CA, USA - Feb 9, 2020: American global investment management corporation BlackRock, Inc.'s office in San Francisco, California.

Il fondo di investimenti BlackRock ha interrotto la sua ricerca di investitori per sostenere il Fondo di Sviluppo ucraino. La notizia arriva a una manciata di giorni dalla presentazione del Fondo, che si sarebbe tenuta i prossimi 10 e 11 luglio a Roma in occasione della conferenza per la ripresa dell’Ucraina. Da quanto si apprende da fonti mediatiche, la scelta di BlackRock sarebbe arrivata già a inizio 2025, in risposta alla vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi. Zelensky ha contatti con BlackRock sin dal 2022. Proprio il sostegno del colosso della finanza fu uno degli elementi fondamentali che portò alla nascita dell’iniziativa del Fondo di Sviluppo ucraino. Il Fondo era stato annunciato nel 2023 e intendeva attirare capitali privati per finanziare i progetti di ricostruzione del Paese.

La notizia sulla ritirata di BlackRock dal Fondo di Sviluppo ucraino è stata data dal sito di informazione Bloomberg. Bloomberg spiega che negli ultimi mesi del 2024, il colosso finanziario era sulla buona strada per ottenere oltre 2,5 miliardi di dollari da Paesi, banche di sviluppo, investitori privati e altri enti finanziari. Sotto la guida del vicepresidente di BlackRock, Philipp Hildebrand, i colloqui sembravano procedere rapidamente, e il gruppo sarebbe stato vicino a trovare i finanziamenti per almeno 15 miliardi di dollari di lavori di ricostruzione per l’Ucraina. Tale cifra avrebbe rappresentato solo l’inizio del percorso di finanziamento di Kiev, visto che attualmente la Banca Mondiale stima il costo per la ricostruzione del Paese a 500 miliardi di dollari. I progressi, riporta Bloomberg, si sarebbero interrotti bruscamente a gennaio, quando Trump era ormai prossimo a tornare alla Casa Bianca. A guidare tale decisione, il quadro sempre più incerto in cui sembrava andarsi collocando l’Ucraina, davanti a un allora quasi presidente che non pareva voler continuare a portare avanti il supporto incondizionato dell’uscente amministrazione Biden. Per tale motivo, anche l’interesse degli investitori sarebbe calato. Un portavoce di BlackRock avrebbe detto a Bloomberg che l’azienda avrebbe completato il suo lavoro di consulenza pro bono sul Fondo per lo Sviluppo dell’Ucraina nel 2024, e che attualmente non sarebbe impegnata in alcun mandato attivo con il governo ucraino.

Il Fondo di Sviluppo ucraino avrebbe dovuto essere presentato tra il 10 e l’11 luglio a Roma, e pare che fosse ormai vicino a ottenere il sostegno iniziale da parte di enti sostenuti dai governi di Germania, Italia e Polonia. Il governo italiano, contattato da Bloomberg, non ha rilasciato dichiarazioni sulla notizia dell’abbandono di BlackRock. L’iniziativa di istituire il Fondo di Sviluppo ucraino era stata lanciata nel 2023 allo scopo di attrarre capitali privati per finanziare i progetti di ricostruzione del Paese. Il presidente ucraino, tuttavia, ha contatti con il gruppo finanziario sin dal 2022, quando volò a Davos anche per firmare nuovi accordi per la ricostruzione post-bellica con BlackRock. In generale, i progetti per la ricostruzione del Paese e i prestiti erogati all’Ucraina, finanziati tra gli altri anche da JP Morgan, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, sono subordinati a precise richieste di riforme a Kiev, che favoriscono la penetrazione degli interessi privati.

Microsoft sostiene che l’IA sia migliore dei medici nel diagnosticare malattie

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Microsoft ha presentato nei giorni scorsi dettagli su Mai-DxO, un innovativo sistema di orchestrazione di intelligenze artificiali che promette di diagnosticare patologie complesse con una precisione superiore a quella dimostrata dai medici umani. Il progetto si basa su di un approccio iterativo che emula il tradizionale processo clinico, quello “passo-a-passo”: il sistema pone domande mirate, ordina esami e rielabora le ipotesi fino a raggiungere delle conclusioni finali. Secondo Mustafa Suleyman, Amministratore Delegato della divisione IA di Microsoft, siamo davanti a “un autentico passo avanti verso la superintelligenza medica“.

L’esperimento condotto, il Sequential Diagnosis with Language Models, è costruito su 304 diversi casi studio estrapolati dalle conferenze della rivista medica New England Journal of Medicine (NEJM). Attingendo a questi pregressi, Microsoft ha contrapposto le prestazioni di un team di medici indipendenti e quelle di uno strumento noto come MAI Diagnostic Orchestrator. MAI‑DxO si è dunque appoggiato sui grandi modelli di IA generativa per simulare il lavoro di un gruppo composto da medici esperti. Gli esiti finali? I dottori hanno azzeccato le diagnosi nel 20% dei casi, mentre MAI‑DxO, appoggiandosi al modello o3 di OpenAI, è riuscita a toccare l’80% di successo. Non solo, l’orchestratore avrebbe virtualmente fatto risparmiare il 20% sui costi clinici, selezionando esami e procedure più economiche.

I ricercatori coinvolti sono inoltre convinti del fatto che, spingendo MAI‑DxO al massimo della precisione, si possa raggiungere addirittura un’accuratezza dell’85,5%. Ufficialmente, nonostante l’entusiasmo, Microsoft ribadisce che il prototipo non è ancora pronto per l’impiego clinico, tuttavia voci interne reperite da Wired rivelano che la Big Tech starebbe valutando di integrare l’orchestratore medico all’interno di Bing, così che gli utenti possano chiedergli un consulto nel diagnosticare i disturbi. Lo strumento che rischia di finire in mano a personale non qualificato è però caratterizzato da criticità evidenti, alcune delle quali sono citate dagli stessi autori dell’esperimento.

In questa fase di test, l’intelligenza artificiale ha rielaborato casi storici in un ambiente simulato. Gli episodi valutati potrebbero essere già stati fagocitati dai modelli in fase di addestramento e comunque non tengono in considerazione elementi chiave della pratica medica. Variabili quali flussi di lavoro ospedalieri, tolleranza delle procedure diagnostiche e interazione medico-paziente non rientrano nell’analisi eseguita, inoltre l’esperimento non prevede l’esistenza di falsi positivi o di sindromi benigne. Cosa ancora più importante, i ricercatori hanno privilegiato una logica di efficienza ed economia, ammettendo che un eventuale sviluppo pratico dello strumento di diagnosi dovrebbe “incorporare fattori di rischio specifici al paziente e considerare fattori aggiuntivi che vadano al di là dei costi”.

Il team di Microsoft, insomma, non ha tenuto conto di quanto alcuni interventi possano essere invasivi o rischiosi, i tempi d’attesa per effettuare gli esami, la velocità di decorrenza delle patologie acute. L’obiettivo era raggiungere un’alta precisione della diagnosi, mantenendo bassi i costi dell’ipotetica assistenza sanitaria. I risultati ottenuti da MAI‑DxO, seppur notevoli, vanno dunque valutati adottando una dovuta prospettiva, riconoscendone sia le potenzialità che i notevoli limiti: l’orchestratore di IA potrebbe un giorno rappresentare un ottimo strumento di consultazione da parte del personale medico, tuttavia, non tenendo in considerazione fattori reali, questi è un povero sostituto di uno staff clinico in carne e ossa.

Roma: incendi nel Comune di Fiumicino

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Questa mattina è scoppiato un grosso incendio a Fiumicino, Comune della Città Metropolitana di Roma. A venire colpiti capannoni e rifiuti della società comunale Paoletti Ecologia, che tratta proprio rifiuti. Poco dopo, le fiamme si sono estese coinvolgendo anche il tetto di un magazzino del cantiere della Liburna. Ignote le cause dell’incendio; non è chiaro neanche se ci siano vittime o feriti. Per ora, i vigili stanno riuscendo a contenere l’incendio, ma le fiamme potrebbero venire spinte dal forte vento. Per evitare rischi, sono state chiuse alcune strade del Comune.

Cooperazione, finanza, governance globale: l’ambiziosa agenda del nuovo Vertice BRICS

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A Rio de Janeiro, in Brasile, è iniziato il diciassettesimo vertice dei BRICS, il gruppo che sfida le élite globali. Gli incontri, cominciati ieri, domenica 6 luglio, andranno avanti per tutta la giornata di oggi e vedranno la partecipazione dei maggiori rappresentanti dei dieci Paesi del blocco, ad eccezione del presidente russo Vladimir Putin – assente a causa del mandato di arresto internazionale contro di lui – e del presidente cinese Xi Jinping. Malgrado le importanti mancanze, sono molti i temi che verranno affrontati, incentrati sui consueti tre pilastri fondamentali: sicurezza, economia, sviluppo sociale. Negli ultimi anni, l’agenda del gruppo si è notevolmente ampliata in termini di portata e complessità. Quest’anno, tra i temi principali, verranno trattati il cambiamento climatico, la gestione delle intelligenze artificiali, il tema della cooperazione sanitaria globale, e possibili riforme dei meccanismi internazionali. Trump non ha preso bene le iniziative del gruppo, minacciando di aumentare i dazi per coloro che si allineano alle loro posizioni.

Il vertice di Rio dovrebbe vedere la partecipazione, oltre ai leader dei Paesi del gruppo (Brasile, Cina, Egitto, Etiopia, India, Indonesia, Iran, Russia, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti), di rappresentanti di Angola, Bielorussia, Colombia, Kazakistan, Kenya, Malesia, Messico, Nigeria, Palestina, Arabia Saudita, Thailandia, Uzbekistan, Vietnam, nonché dell’ONU e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al posto di Putin, sotto mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, sarà presente il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Non è la prima volta che il presidente russo manca a un vertice del gruppo da quando la Corte Penale Internazionale ha emesso l’ordine di arresto nei suoi confronti. Diversa la situazione per il presidente cinese Xi Jinping, al cui posto sarà presente il primo ministro del Paese, Li Qiang; non è noto il motivo per cui il presidente cinese non parteciperà agli incontri, ma stanno già sorgendo diverse speculazioni circa possibili fratture all’interno del gruppo. Le tensioni ai confini con l’India, sebbene si stiano gradualmente raffreddando, sono infatti decennali, e c’è chi ritiene che il rapporto con il Brasile si stia incrinando a causa della mancata adesione di Brasília alla Nuova Via della Seta; a maggio, tuttavia, i due Paesi hanno annunciato di stare lavorando a nuove iniziative di cooperazione, e la Cina resta ancora il maggior partner commerciale del Brasile.

Nonostante le assenze, il vertice di Rio si è posto l’obiettivo di discutere temi di rilevanza cruciale. Questi sono riassunti in sei punti fondamentali: politica e sicurezza, economia, commercio e finanza, sviluppo sostenibile e cambiamento climatico, scienza, tecnologia e innovazione, sviluppo umano e sociale, e rapporti tra persone (P2P). Per quanto riguarda la politica, i leader dei Paesi hanno reiterato il loro sostegno a un mondo multipolare, confermando l’intenzione di riformare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per estendere la rappresentatività anche ai Paesi del cosiddetto Sud globale. I BRICS vogliono inoltre rafforzare la centralità dell’ONU e degli organismi internazionali e regionali. Per quanto riguarda il commercio, i Paesi hanno condannato i dazi imposti dall’amministrazione Trump e hanno rilanciato le loro iniziative per un’economia multipolare che tolga centralità al dollaro e faciliti il commercio bilaterale usando le valute locali; la leadership brasiliana si è inoltre posta l’obiettivo di sviluppare piattaforme di pagamento internazionali, rafforzare la cooperazione negli appalti pubblici e promuovere misure di facilitazione degli scambi.

Riguardo allo sviluppo sostenibile, il clima risulta il tema fondamentale, specialmente in un anno in cui la COP30 sull’ambiente si terrà proprio in Brasile. In particolare, gli incontri di Rio sono volti ad affrontare il tema della finanza climatica, della transizione energetica, della decarbonizzazione del commercio marittimo e del rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture resilienti contro i disastri naturali. Per tale motivo hanno chiesto che venga istituito un fondo finanziato dalle nazioni più ricche per favorire la transizione a una economia verde. Su scienza e tecnologia, le intelligenze artificiali ricoprono un posto d’onore: i BRICS intendono, da un lato, incentivare gli investimenti e il trasferimento di tecnologie e, dall’altro, rafforzare il sistema di governance delle IA. In materia di sviluppo sociale, il vertice incentra la discussione sulla questione sanitaria, per la quale sottolinea la centralità dell’OMS e l’importanza della cooperazione internazionale. L’obiettivo è quello di creare capacità e strutture il più inclusive possibile, che promuovano una copertura sanitaria universale. Ultima, ma non meno importante, la questione dei rapporti P2P, per cui i BRICS promuovono il dialogo, gli incontri e i dibattiti con forum e consigli che rappresentano la società civile.

Yemen: bombardamento israeliano su tre porti e una centrale

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Israele ha lanciato un attacco missilistico contro obiettivi del movimento Ansar Allah, meglio noto con il nome di Houthi. Di preciso, l’esercito ha preso di mira i porti di Hodeidah, Ras Isa e Salif e la centrale elettrica di Ras Qantib. Sono ancora ignoti gli eventuali danni ai porti, ma pare che l’attacco sia stato sventato. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, citando cittadini del posto, l’attacco alla centrale elettrica avrebbe causato un blackout. Non sono state segnalate vittime. Il bombardamento israeliano segue un attacco a una nave al largo di Hodeidah, che Israele ha attribuito ad Ansar Allah. Il gruppo non ha rivendicato l’attacco.

Napoli, il Consiglio Comunale approva l’interruzione dei rapporti con Israele

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Continua la presa di posizione di Regioni ed enti locali contro Israele e il genocidio condotto in Palestina. A Napoli il Consiglio Comunale ha approvato una mozione che impegna il sindaco Gaetano Manfredi e la sua giunta a interrompere i rapporti con Israele, precisamente con gli enti legati al governo Netanyahu, tra cui l’intero apparato militare. Al centro della mozione anche il sostegno alla campagna internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), una delle azioni di pressione più efficaci, che tutti possono compiere per colpire l’economia israeliana, motore del genocidio a Gaza. L’amministrazione Manfredi dovrà sollecitare la Campania, le altre regioni e il governo italiano a limitare accordi istituzionali con università e imprese israeliane, oltre che avviare iniziative di assistenza umanitaria e di supporto alla ricostruzione civile a Gaza. L’obiettivo è di ottenere il rispetto del diritto internazionale e della sovranità palestinese.

«Al Comune e alla Regione: è ora delle sanzioni. Basta accordi con Israele. Non nel nostro nome», recita uno striscione della rete napoletana per la Palestina mostrato durante la seduta straordinaria del Consiglio Comunale. Napoli ha compiuto un passo verso la pressione economica e diplomatica nei confronti di Israele, unendosi agli altri enti locali impegnati a scardinare la linea dell’inerzia sposata dal governo Meloni. Al Maschio Angioino erano assenti i consiglieri di Fratelli d’Italia e Lega, mentre Forza Italia ha deciso di abbandonare la seduta al momento del voto. La mozione per Gaza è dunque passata all’unanimità dei presenti e impegnerà «l’Amministrazione a rescindere ogni collaborazione con enti e istituzioni israeliane legate all’attuale governo, privilegiando rapporti con organizzazioni pacifiste» — si legge nel comunicato stampa del Consiglio.

La mozione prevede poi delle azioni concrete di assistenza umanitaria al popolo palestinese e il sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina, in continuità con la mozione approvata un mese fa che impegna l’amministrazione Manfredi a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano. Rilanciato anche l’impegno a sostenere «il cessate il fuoco e la fine dello sterminio in corso nella Striscia di Gaza». «Da Napoli deve partire una grande mobilitazione europea contro quella che è una vera e propria pulizia etnica», ha detto il consigliere Sergio D’Angelo, primo firmatario della mozione, che ricalca la delibera approvata pochi giorni fa dal comune di Sesto Fiorentino. In questo caso l’Azienda Farmacie e Servizi SPA, che gestisce le farmacie comunali, ha disposto la sospensione degli accordi commerciali con i fornitori israeliani. L’obiettivo, sottolineato dalle autorità locali, è rispondere alla crescente richiesta di boicottaggio delle aziende israeliane coinvolte in quella che di recente la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese ha definito un’economia del genocidio.