venerdì 28 Novembre 2025
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Usa e Israele mandano navi da guerra davanti le coste iraniane, Teheran: “pronti a rispondere”

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L’Iran aveva avvisato Israele di non superare le linee rosse stabilite nella regione del Golfo. Il 28 dicembre, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha messo in guardia chiunque provasse ad attraversarle, affermando che “la Repubblica Islamica dell’Iran è pronta a difendersi contro qualsiasi avventura militare che gli Stati Uniti intendono intraprendere prima dell’uscita del presidente Donald Trump”. Queste le sue parole dopo che, le autorità egiziane sono state informate delle mosse delle due navi da guerra e dei sottomarini della Marina Statunitense e israeliani che si stavano dirigendo nelle acque del Golfo arabo con lo scopo di mettere in guardia Teheran.

Tali episodi giungono in prossimità di due eventi particolari: l’uccisione dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh, considerato il capo del programma nucleare di Teheran e il primo anniversario della morte del comandante della Quds Force iraniana, Qassem Soleimani, e del vicecomandante delle Forze di Mobilitazione Popolare, Abu Mahdi al-Muhandis, uccisi in un raid ordinato da Trump contro l’aeroporto internazionale di Baghdad. Le tensioni tra Iran e Usa si sono intensificate già a seguito del ritiro unilaterale di Washington dall’accordo sul nucleare iraniano che ha comportato l’imposizione di nuove sanzioni e una politica di massima pressione contro l’Iran. Secondo gli Usa, il rischio che quest’ultimo commetta un errore di calcolo è altissimo con un conseguente rischio di peggioramento delle relazioni tra di essi.

La Cina mette sotto inchiesta i suoi colossi hi-tech: Alibaba crolla in borsa

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Il governo cinese è in guerra contro la principale azienda tecnologica del paese, Alibaba. Il colosso dell’e-commerce è stato messo sotto inchiesta per sospette pratiche monopolistiche. L’accusa è quella di aver richiesto un “accordo di negoziazione esclusiva” ai commercianti. Inoltre il 27 dicembre la Banca centrale cinese ha messo sotto indagine Ant Group, il braccio di Alibaba che gestisce la app di pagamento digitale Alipay, accusandolo di operare come una banca senza averne le autorizzazioni. Un doppio colpo che ha provocato il crollo in borsa: il titolo di Alibaba, ieri ha perso il 7,98% a Hong Kong, dopo il – 8,1% registrato nella seduta di giovedì.

Difficile non ricollegale la guerra di Pechino contro Alibaba alle recenti tensioni tra il Partito Comunista Cinese e il fondatore della società, Jack Ma. Durante una conferenza a Shangai, Jack Ma aveva accusato il governo di “concentrarsi solo sul controllo dei rischi e non sullo sviluppo”. Poche settimane dopo l’intervento dei vertici del Partito, che hanno annunciato misure per tenere a freno “la disordinata espansione capitalistica” incrementando gli sforzi anti-monopolistici. Pechino non intende permettere ai colossi tecnologici cinesi di creare un’oligarchia digitale. Uno scontro che coinvolge anche le altre grandi piattaforme cinesi. Nella seduta di ieri, 28 dicembre, il colosso del food delivery Meituan è crollato del 6,9% e perfino la concorrente di Alibaba, JD.com, ha perso il 2,1%.

 

 

Croazia: forte scossa di terremoto di magnitudo 6,3

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Una forte scossa di terremoto ha colpito da Croazia alle ore 12:22 di oggi, 29 dicembre. La scossa è stata percepita anche in molte regioni italiane, soprattutto nel nord est ma non solo. Le prime indicazioni dei sismografi stimano l’epicentro a Petrinja, circa 50 Km a sud di Zagabria. Secondo le prime stime la forza del terremoto sarebbe stata calcolata in 6,3 gradi della scala Richter.

Il mar Caspio potrebbe ridursi di un terzo a causa del cambiamento climatico

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Mentre il livello globale degli oceani si sta innalzando a causa del cambiamento climatico, i livelli dell’acqua nei laghi stanno diminuendo, causando enormi problemi. In particolare, il livello d’acqua del Mar Caspio – il lago più grande del mondo – potrebbe diminuire di 9-18 metri entro la fine del secolo. Lo afferma la ricerca “The other side of sea level change”, pubblicata su Nature Communications Earth & Environment da un gruppo di ricercatori tedeschi e olandesi. Nel 2019 il livello del Mar Caspio è diminuito di circa 13 centimetri rispetto al 2018. Nella peggiore delle ipotesi – vale a dire se il livello del lago dovesse abbassarsi di 18 metri – il Mar Caspio perderebbe più di un terzo della sua superficie. La biodiversità ne risentirebbe notevolmente: varie specie e habitat scomparirebbero. Le economie dei Paesi confinanti (Kazakistan, Turkmenistan, Iran, Azerbaigian e Russia) ne sarebbero colpite.

Il Mar Caspio, nonostante sia un lago, viene definito mare per le sue dimensioni e per la sua salinità (di circa l’1%). Non ha alcun collegamento naturale con l’oceano: il suo livello dipende dal contributo dei fiumi che vi sfociano, in particolare il Volga, così come dalle precipitazioni e dall’evaporazione. Il riscaldamento globale causa una maggiore evaporazione, ragion per cui il livello dell’acqua sta calando. Gli scienziati suggeriscono la necessità di una “task force internazionale” a guida dell’Onu, al fine di mitigare gli effetti del surriscaldamento.

 

USA, licenziato il poliziotto che ha ucciso l’afroamericano Andre Maurice Hill

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Adam Coy, il poliziotto che una settimana fa ha ucciso l’afroamericano Andre Maurice Hill a Columbus, in Ohio, è stato licenziato. Lo riporta la Cnn. Il video ripreso dal cellulare dell’agente mostrava Hill andare incontro a Coy nel garage di un’abitazione con un cellulare illuminato, ed essere colpito da diversi spari pochi secondi dopo. Si tratta della seconda uccisione di un nero disarmato nella stessa città in meno di un mese. La prima era stata quella di Casey Goodson Jr, ucciso da un agente che aveva scambiato il panino che aveva in mano per una pistola.

L’Italia sta respingendo centinaia di migranti verso il gelo balcanico

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Il 2020 si conclude con un record di respingimenti di migranti dall’Italia verso la Slovenia, avvenuti soprattutto durante la scorsa primavera. Secondo Altreconomia, stando ai dati ottenuti dal Viminale, tra il primo gennaio e il 15 novembre 2020 il nostro Paese ha infatti rimandato in Slovenia 1.240 persone, a loro volta respinte a catena fino ad arrivare nel territorio bosniaco. Qui, adesso, patiscono la fame e il freddo, lottando tra la vita e la morte. I migranti e i richiedenti asilo vivono in condizioni disumane, senza beni di prima necessità e spesso subendo violenze da parte della polizia

È una cifra molto alta, soprattutto se confrontata con quanto accaduto nello stesso periodo del 2019: 237 respingimenti, che significa un più 423% nel 2020. Perché la situazione è precipitata  proprio in primavera? Con il pretesto del Covid-19, le autorità italiane hanno intensificato le “riammissioni” forzate. Il 15 maggio 2020, infatti, il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, annuncia una “ulteriore intensificazione del dispositivo di controllo di retro valico in funzione di contrasto agli ingressi irregolari in territorio nazionale”, a causa del “progressivo allentamento delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nei Paesi attraversati dalla ‘rotta balcanica’”. Se nei primi sei mesi del 2020 i respingimenti sono stati 377, principalmente tra cittadini del Pakistan (144), Afghanistan (66), Marocco (47), dal primo luglio al 15 novembre si balza a 863. Per la maggior parte pakistani (395), afghani (246), bangladesi (97), turchi (30), eritrei (27).

Usa, il Fentanyl continua ad uccidere legalmente: nuovo record di overdose

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Nuovo record di overdose per gli Stati Uniti, che contano 81mila vittime in un periodo di dodici mesi, tra giugno 2019 e maggio 2020. I “Centers for Disease Control and Prevention” (CDC) registrano infatti un nuovo picco di vittime dovute a oppioidi sintetici, prima causa di morte per overdose. Nella precarietà della pandemia emerge un aumento del 38,4% rispetto all’anno precedente dei morti per oppioidi sintetici (fentanyl in primis perché difficile da dosare), cui segue il 26,4% in più per uso di cocaina ed il 34,8% in più per consumo di metanfetamine. Preoccupante anche l’aumento di overdosi non fatali che, secondo i dati del Vermont Department of Health, ammontano al 137% in più rispetto al 2019. La cosiddetta epidemia degli oppioidi ha investito diverse comunità americane, sia nelle aree depresse del nord-est e del Midwest che nell’Ovest del Paese: simbolico l’esempio del New Hampshire, dove a un milione e mezzo di abitanti corrispondono 400 morti per droga.

Il fenomeno nasce da un’aggressiva campagna marketing attuata da case farmaceutiche a fine Novecento per promuovere prescrizioni di farmaci oppioidi a fini analgesici. Il fentanyl nasce proprio come farmaco nella terapia del dolore: consumato come droga soprattutto a partire dal 2013, ha registrato una fortissima diffusione contestualmente alla prima ondata del Coronavirus. La pandemia ha infatti esacerbato crisi d’ansia e depressione, cui si somma il ridotto accesso alle cure per chi soffre di dipendenza.

Spagna terrà un registro di chi rifiuta vaccino Covid

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Anche se il vaccino contro il Coronavirus non sarà obbligatorio, chi deciderà di non farlo verrà inserito in un registro da condividere con gli altri Paesi dell’Unione Europea. Lo annuncia il ministro della Salute spagnolo Salvador Illa, che garantisce comunque il pieno rispetto della privacy nel documento.

Vaticano, nuova legge per trasparenza fondi

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Il Papa ha pubblicato un nuovo Motu Proprio, convertendo così in legge quanto già scritto al Segretario di Stato lo scorso 25 agosto. Il provvedimento, che mira ad intensificare i controlli dell’Obolo di San Pietro e promuovere la trasparenza dei suoi fondi, influirà già sul budget 2021.

Perù, ucciso Jorge Muñoz Saavedral: l’ambientalista che difendeva la foresta

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Scomparso dal 19 dicembre, Jorge Muñoz Saavedral è stato ritrovato senza vita tre giorni dopo. Avendo udito il rumore di una motosega, quel giorno, l’ambientalista peruviano era uscito per andare nella foresta nel tentativo di difenderla. A causa del suo attivismo, era già stato minacciato dalle ecomafie. Il corpo, con una ferita alla testa, è stato trovato dentro un sacco nel settore di Batan Grande, vicino al distretto di Pátapo. “La vittima era stata minacciata dai trafficanti di terra, persone legate all’estrazione illegale dalle cave nelle zone archeologiche – ha confermato a RPP Noticias Carlos Elera, direttore del Museo Nacional de Sicán – nonché da persone che abbattono foreste che lo stato protegge”.

L’ambientalista assassinato aveva passato gran parte della sua vita a proteggere il complesso Tambo Real, nel Parque Arqueológico de Batan Grande. Stiamo parlando di un’area di foresta in cui sono presenti circa 400 siti archeologici e dove crescono alberi endemici come il sapote e l’algarrobo. Il luogo è minacciato da anni da organizzazioni criminali dedite al disboscamento illegale e all’estrazione mineraria. Il Ministero dell’Ambiente del Perù (Minap) ha chiesto un’indagine approfondita, tempestiva ed efficace sulle cause e sui responsabili della sua morte. “Le azioni criminali di persone dedite all’estrazione e al disboscamento illegale, al traffico di specie forestali e al saccheggio del patrimonio archeologico a Batán Grande non devono rimanere impunite”, ha scritto il Minap condannando l’accaduto.