Sui bossoli ritrovati a terra dopo l’uccisione di Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare (UHC), una delle maggiori multinazionali statunitensi attive nel settore delle assicurazioni, erano scritte le parole “deny”, “defend” e “depose” (“negare”, “difendere” e “deporre”), secondo molti un riadattamento di quelle che compongono il titolo di “Delay, Deny, Defend”, un libro che ha avuto ampia diffusione negli Stati Uniti, in cui si denunciano le pratiche scorrette delle compagnie assicurative nel Paese. Non a caso, l’omicidio è stato interpretato da molti come un episodio di violenza condotto da una persona portata allo stremo, vittima di un sistema colluso e corrotto, forse colpita a livello personale o sociale da quelle stesse pratiche. Non sappiamo come siano andate davvero le cose, e non è certamente il caso di delineare il profilo psicologico di un ignoto omicida; tuttavia, i fatti di mercoledì 4 dicembre offrono l’occasione per soffermarsi su un mondo intriso di una logica speculativa, che si inserisce in un sistema lobbistico immerso in una fitta rete di interessi.
La morte di Thompson e il sistema sanitario statunitense
Mercoledì 4 dicembre 2024, ore 6:45 (12:45 italiane), New York. Brian Thompson, 50 anni, si trova nella Grande Mela per la conferenza annuale degli investitori di UHC, l’azienda di cui è amministratore delegato. Alloggia all’Hilton Midtown Hotel, sulla 6th Avenue, nel centro di Manhattan, a pochi passi da Times Square. Uscito dall’edificio, viene raggiunto da almeno tre colpi di pistola, colpito al polpaccio e alla schiena. Trasportato in ospedale, muore poco dopo. L’assassino ha il volto coperto, è vestito di nero, indossa una giacca con cappuccio e uno zaino grigio. La pistola probabilmente ha un silenziatore. L’individuo è fuggito a bordo di una bicicletta, che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere stata prelevata dal servizio di bike sharing della città. Mercoledì stesso l’NYPD ha promesso 10.000 dollari a chiunque fornisse informazioni sull’assassino, e il giorno dopo ha diffuso l’immagine di un sospettato a volto scoperto. In un vicolo vicino all’Hilton sono stati trovati un telefono e una bottiglietta d’acqua, che potrebbero appartenere all’assassino. La sua identità è ancora sconosciuta.
Al di là delle interpretazioni, è interessante sottolineare le reazioni del pubblico alla notizia dell’assassinio di Thompson. Mentre tra i grandi Amministratori Delegati è calato il gelo, dal basso sono arrivati commenti sarcastici e manifestazioni di vicinanza, o quantomeno comprensione, verso il presunto movente dell’assassino. C’è chi si è chiesto se l’assicurazione abbia coperto le spese dell’ambulanza (negli Stati Uniti la sola chiamata, senza considerare i costi del trasporto o dei servizi medici durante il viaggio, può arrivare a costare centinaia di dollari) e chi si è domandato se l’ospedale in cui è stato trasportato Thompson fosse nella rete dei fornitori convenzionati di UnitedHealthcare. Le assicurazioni sanitarie, infatti, includono ospedali, cliniche e professionisti medici in una “rete di fornitori convenzionati”, con cui negoziano tariffe per ridurre i costi a carico dei pazienti che utilizzano i loro servizi.
Delay, Deny, Defend: pratiche scorrette delle compagnie assicurative

Il contrasto alle pratiche, tra agenzie federali e class action
Come UHC, sono numerose le compagnie assicurative che vengono perseguite per le proprie pratiche di sciacallaggio. Secondo il rapporto 2023 delle risorse dei dipartimenti assicurativi statunitensi, le agenzie assicurative del Paese hanno registrato un numero significativo di multe, sanzioni e azioni di restituzione per violazioni delle normative. Nel 2021, le autorità statunitensi hanno intrapreso 2.513 azioni contro le compagnie assicurative. Sono state emesse 19.521 multe, per un valore totale di circa 20,8 milioni di dollari, mentre l’ammontare delle restituzioni dovute dalle assicurazioni e stabilite in tribunale supera i 14,7 milioni di dollari. Questi provvedimenti riguardano principalmente i produttori di assicurazioni, che hanno visto anche 1.287 sospensioni di licenza e 1.948 revoche. Eppure, secondo molti, non basta.
Le cause, le sanzioni e i risarcimenti imposti alle assicurazioni dall’autorità su indagini federali non sono sufficienti a coprire in maniera capillare i singoli casi che si consumano sulla pelle dei cittadini statunitensi. Per tale motivo, il ricorso ad azioni collettive è molto comune. Secondo un recente rapporto della firma legale Carlton Fields, nel 2022 la spesa per la difesa aziendale in azioni collettive ha toccato il record di 3,5 miliardi di dollari. Il numero di aziende che si trovano ad affrontare azioni collettive cresce sempre di più, così come le richieste dei clienti. A dominare sono i contenziosi in materia di lavoro e occupazione, che rappresentano quasi il 35% della spesa della difesa in azioni collettive, nonché il 34% delle vertenze di classe gestite dai legali interni. La maggior parte delle cause continua a venire risolta con accordi extra-giudiziali, tuttavia il numero di conciliazioni ha raggiunto il livello più basso degli ultimi cinque anni, a riprova della frustrazione del popolo statunitense.
Il fenomeno delle class action è sempre più in crescita, ma non tutti riescono a mettersi insieme per intentare una causa collettiva, e coloro che non agiscono in gruppo finiscono spesso per desistere o perdere. Secondo una recente indagine di ProPublica, infatti, “più di 200 milioni di americani sono coperti da un’assicurazione sanitaria privata, ma i dati provenienti dalle autorità di regolamentazione statali e federali mostrano che gli assicuratori rifiutano circa 1 richiesta di trattamento su 7”. Molti, di fronte alla lotta contro le compagnie di assicurazione, finiscono per arrendersi: uno studio dell’organizzazione di politica sanitaria KFF ha rilevato che “gli americani presentano ricorsi formali solo sullo 0,1% delle richieste di risarcimento respinte dagli assicuratori”. Gli assicuratori continuano infatti ad avere ampio terreno di discrezionalità nel definire ciò che è coperto dalle loro polizze, e gli obblighi federali e statali rimangono ancora minimi. Spesso negano ancora richieste di servizi di base ritenendoli non “necessari dal punto di vista medico”.
[di Dario Lucisano]
Speculare sulla salute e malattia delle persone è un comportamento criminale.
Non mi pare tanto diverso nel nostro paese…. Siamo sulla buona strada..
Mi associo, per esperienza diretta.
un plauso a quel coraggioso giovane. Si dovrebbero eliminare le assicurazioni sanitarie e rendere la sanità pubblica anche in america. Proporrei medaglie a chi compie operazioni come quelle del giovane americaNO!
Era ora che qualcuno la finisse di lagnarsi su fb e di sparare c@##@7€ sulla non violenza. Grande stima per questo ragazzo, una di quelle poche stelle brillanti nel buio del genere umano.
Chissà, forse per emulazione qualcuno prenderà di mira Fauci o Bourla…
Lo sparatore ha contribuito a bonificare il pianeta…
Mi aspettavo da anni reazioni simili e mi meravigliavo che non avvenissero. Vedere morire i propri cari per le speculazioni del libero mercato sanitario non può che esasperare le persone. È probabile che omicidi del genere si possano ripetere.
bellissmo articolo. Grazie Indipendente