Fin dal momento della sua nascita, Israele si rifugia dietro il principio del “diritto a difendersi” per giustificare le proprie operazioni di espulsione, di segregazione e di guerra. È una narrativa strategica usata per presentare attacchi offensivi come atti di legittima difesa. Dal bombardamento del reattore di Osirak, nel 1981, agli attacchi mirati contro le infrastrutture nucleari iraniane nel 2025: quarant'anni in cui Israele ha elevato l'attacco preventivo a dottrina strategica, giustificandolo sistematicamente come autodifesa e ridefinendo i confini della legalità internazionale a prop...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci (al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.
L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.