martedì 24 Giugno 2025

Mancato rispetto dei referendum per l’acqua pubblica: presentato ricorso alla CEDU

Un gruppo di giuristi ha presentato ricorso contro la mancata presa di provvedimenti da parte del governo italiano dopo il referendum del 2011 sull’acqua pubblica. Il ricorso, già annunciato l’anno scorso, è stato presentato lo scorso venerdì davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. «Tra circa sei mesi sapremo se il ricorso sarà stato valutato ammissibile», riferisce uno dei ricorrenti, aggiungendo che probabilmente si dovrà attendere anni prima della sentenza. «Nel ricorso che abbiamo spedito venerdì a Strasburgo», lungo circa duemila pagine, «sosteniamo che la mancata attuazione dei referendum da parte dello Stato ha determinato un aumento delle tariffe e che questo ha peggiorato la qualità della vita personale e familiare dei cittadini italiani». «Lamentiamo inoltre la violazione dell’articolo 14 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce la tutela dalla discriminazione dei diritti previsti dalla stessa Convenzione».

I giuristi denunciano infatti come l’Italia abbia violato l’esito del referendum del 2011, quando 26 milioni di cittadini stabilirono che l’acqua dovesse essere considerato un bene di natura esclusivamente pubblica e dal quale non fosse possibile trarre profitto. Nonostante il “sì” abbia ottenuto il 95% delle preferenze, l’esito della votazione è stato oggi a tutti gli effetti tradito. Secondo le analisi del Forum italiano dei movimenti per l’acqua effettuate sul piano di investimenti nazionale sull’acqua e la struttura delle bollette pagate dai cittadini, esistono ingenti addebiti a carico della collettività ed enormi margini di guadagno a beneficio dei gestori. In particolare, a fronte di 13,8 miliardi di euro di investimenti netti programmati nel periodo 2020-2049, l’utile netto per i gestori è risultato pari a 4,6 miliardi di euro.

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.

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