martedì 20 Maggio 2025

Romania, al primo turno delle presidenziali trionfa il fronte anti-UE

Sembra per ora fallito il tentativo romeno di arginare l’ascesa delle destre anti-UE. In occasione del primo turno delle elezioni presidenziali del Paese, il candidato e presidente del partito Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), George Simion, ha ottenuto il 40,96% delle preferenze, conquistando un posto al ballottaggio del prossimo 18 maggio. Una vittoria prevista, ma ben al di sopra delle aspettative, che arriva dopo l’esclusione del vincitore della tornata elettorale annullata lo scorso dicembre, Călin Georgescu, dalla nuova chiamata alle urne. In cabina elettorale, Simion sembra aver goduto dell’appoggio dei sostenitori dello stesso Georgescu, finendo per ottenere più voti di quanti ne avessero ottenuto entrambi in occasione del primo turno annullato. Al ballottaggio dovrà vedersela con il sindaco di Bucarest, Nicușor Dan, arrivato secondo con il 20,99% dei voti, superando il candidato unitario della coalizione governativa, che si è fermato al 20,07% delle preferenze.

La prima tornata elettorale in Romania si è tenuta ieri, domenica 4 maggio. In sede di votazione, il candidato di destra, con posizioni anti-UE, George Simion, ha ottenuto oltre 3,8 milioni di voti, sfiorando il 41% delle preferenze, circa un terzo in più di quanto prevedevano gli ultimi sondaggi. La vittoria di Simion è stata assoluta: in patria ha goduto del sostegno di 3,27 milioni di romeni, mentre per quanto riguarda i cittadini all’estero ha  ottenuto oltre mezzo milione di voti. In generale, i numeri ottenuti da Simion risultano circa il doppio di quelli presi dal candidato arrivato secondo, Dan, con cui dovrà scontrarsi al ballottaggio il prossimo 18 maggio. In cabina elettorale, Dan, di orientamento moderato, è arrivato poco avanti al candidato unitario della coalizione governativa, George Crin Laurenţiu Antonescu, una vecchia conoscenza della politica romena (fu infatti presidente ad interim e presidente del Senato) con posizioni europeiste. A fare la differeanza tra i due sono stati i voti dei cittadini residenti all’estero: se infatti Antonescu ha ottenuto un centinaio di migliaio di preferenze in più dai cittadini in patria, Dan ha goduto di oltre 200mila elettori all’estero, finendo così poco sopra il rivale.

I numeri ottenuti da Simion non sono maggiori ai soli sondaggi e alle sole proiezioni che hanno preceduto questa prima tornata elettorale, ma anche ai voti ottenuti dai principali candidati di destra in occasione della votazione di fine novembre 2024, annullata qualche giorno dopo dalla Corte Costituzionale. In occasione del primo turno elettorale, il candidato indipendente considerato filo-russo, anti-UE e anti-NATO, Georgescu, si era aggiudicato il primo posto e l’accesso ai ballottaggi, conquistando circa 2,1 milioni di voti, pari al 22,94% delle preferenze. Alla stessa tornata, Simion aveva ottenuto circa 1,28 milioni di voti. Gli elettori di Georgescu, insomma, sembrano essere migrati in massa da Simion, garantendogli un inaspettato exploit elettorale.

A occhio, sembrerebbe invece essere andata diversamente per i partiti governativi. In occasione della tornata novembrina, i tre partiti di governo, il Partito Social Democratico, il Partito Nazionale Liberale e l’Unione Democratica Magiara di Romania, avevano presentato tre nomi distinti. I candidati, Marcel Ciolacu (PSD), Nicolae Ciucă (PNL) e Hunor Kelemen (UDMR), avevano ottenuto rispettivamente 1,76 milioni (il 19,14% delle preferenze), 812mila (8,78%) e 416mila (4,50%) preferenze. Dopo la decisione di annullare le elezioni da parte della Corte Costituzionale, i tre partiti si sono uniti per presentare un candidato unitario dando vita all’Alleanza Elettorale România Înainte, ma l’elettorato moderato sembra essersi distribuito tra Antonescu e Dan, a favore di quest’ultimo. Risulta ancora presto per capre come andrà il ballottaggio tra Simion e Dan, ma secondo una analisi comparsa su Politico prima del voto di ieri, Simion dovrebbe vincere il testa a testa con il 54%.

Le elezioni di domenica 4 maggio sono state indette dopo l’annullamento della tornata elettorale del 24 novembre da parte della Corte Costituzionale. L’8 dicembre si sarebbe infatti dovuto tenere il secondo turno, ma poco prima, il 6 dicembre, la Corte Costituzionale ha annullato i risultati accusando la Russia di avere interferito favorendo Georgescu. Di preciso, secondo la Corte, la Russia avrebbe portato avanti una campagna elettorale in favore di Georgescu sfruttando come principale canale di propaganda il social TikTok. Malgrado i tentativi di fare riconoscere il risultato, Georgescu è stato costretto a presentare nuovamente candidatura, ma lo stesso giorno in cui si stava recando presso gli uffici a consegnare le carte è stato arrestato dalle forze dell’ordine e trattenuto nella sede della Procura generale. La sua candidatura è poi stata rifiutata.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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4 Commenti

  1. Questo risultato e’ uno schiaffo che la popolazione rumena ha dato al cricca al potere nella Ue e alla Nato. La Nato sta costruendo attualmente quella che dovrebbe diventare la più grande base militare. Questo Simion che ha vinto, in realtà non e’ molto stimato dagli stessi propri elettori che pero’ lo hanno votato in massa proprio come segno di indipendenza dalla prepotenza Ue-Nato. Una mossa di orgoglio che dovrebbe servire da esempio per gli altri popoli europei.

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