martedì 11 Febbraio 2025

In Kazakistan sta rinascendo un lago prosciugato da sessant’anni

In Kazakistan si iniziano a vedere i risultati concreti di un progetto durato anni volto a riportare in vita il Lago d’Aral, una volta il quarto più grande lago di acqua salata al mondo, le cui dimensioni si sono drasticamente ridotte a causa dello sfruttamento delle risorse idriche per l’agricoltura. Nel gennaio di quest’anno, le autorità locali hanno riferito che il livello dell’acqua nella parte nord del lago è aumentato di oltre il 40%, fattore che ha comportato una minor salinità delle acque e l’aumento della popolazione dei pesci. Il governo potrà ora passare alla seconda fase del piano di recupero, che prevede il mantenimento della buona gestione delle acque a lungo termine, promuovendo la salute ecologica della regione e delle comunità che vi abitano.

Il Lago d’Aral ha origine oceanica ed è collocato al confine tra Uzbekistan e Kazakistan. Formatosi intorno ai 3 milioni di anni fa, il livello delle sue acque ha sempre subito variazioni di alcuni metri negli anni, per effetto dell’evaporazione e del clima desertico-continentale. L’affluire dei fiumi Syr Darya e Amu Darya, tuttavia, ha sempre contribuito a mantenerne puù o meno stabile la quantità d’acqua al suo interno. Questo equilibrio è stato stravolto a partire dagli anni ’60, quando le autorità sovietiche deviarono il corso dei due fiumi allo scopo di irrigare le coltivazioni di cotone circostanti. A partire dagli anni ’80 le conseguenze di tali scelte erano già evidenti e, nel corso dei decenni successivi, i 68 mila km quadrati originariamente ricoperti d’acqua si sono quasi del tutto prosciugati, causando in appena cinquant’anni uno dei peggiori disastri ambientali della storia. A partire dal 1994 sono stati numerosi gli sforzi degli Stati (Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan) di adottare delle politiche adeguate alla tutela del Lago e all’inizio degli anni 2000 intervenne anche la Banca Mondiale, con la costruzione della diga di Kok-Aral, completata nel 2005.

Lo scorso 13 gennaio, il ministro per le Risorse Idriche e dell’Irrigazione kazako, Nurzhan Nurzhigitov, ha annunciato che le politiche di tutela degli ultimi anni (contenute nel programma Syr Darya Control and Northern Aral Sea, in buona parte finanziato dalla Banca Mondiale) hanno portato a risultati significativi. Elencando i progressi ottenuti, il ministro ha spiegato che nella parte settentrionale del lago livello delle acque è aumentato di quasi il 42%, raggiungendo i 47 miliardi di metri cubi, mentre la salinità è diminuita di quattro volte. Questo ha fatto sì che gli animali marini che lo abitano potessero riprodursi e sopravvivere e ha aumentato i volumi di pesce pescato a 8 mila tonnellate. Nel solo 2024 sono stati diretti nel Lago d’Aral circa 2,6 miliardi di metri cubi d’acqua, una quantità enormemente superiore agli 816 milioni del 2022. A questo punto, ha dichiarato il ministro, si può procedere con la seconda fase del progetto, che punta a migliorare le strategie di accumulo e gestione dell’acqua, aumentare le attività di pesca, promuovere l’ecoturismo e, in generale, migliorare la salute ecologica della regione, migliorando così anche la vita delle comunità locali. Anche se difficilmente l’aspetto e le dimensioni del lago non torneranno ad essere quelle originali.

[di Valeria Casolaro]

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