sabato 7 Dicembre 2024

Val di Susa: in migliaia alla manifestazione contro gli espropri

Sabato pomeriggio, a una settimana dallo sgombero del presidio di San Giuliano, gli attivisti No TAV si sono dati appuntamento a Susa per protestare contro la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. La manifestazione ha contestato la rimozione forzata del raduno di San Giuliano e l’avvio delle procedure di esproprio dei terreni interessati dalla costruzione dell’opera, iniziate mercoledì 9 ottobre. A partecipare, migliaia di cittadini che hanno sfilato in corteo per il centro della città. In occasione dell’evento, gli attivisti hanno lanciato una «mobilitazione permanente», che avrà come punto di ritrovo il nuovo gazebo situato sulla statale 25, proprio in prossimità dell’area sgomberata la scorsa settimana.

Il corteo di protesta contro la realizzazione della grande opera è partito alle 15:00 dalla stazione di Susa, e ha sfilato lungo le strade centrali della città per circa due ore. In occasione della manifestazione, è stata disposta la chiusura di un tratto della strada statale 25 nella frazione di frazione San Giuliano. I motti della manifestazione, «Contro la devastazione dei nostri territori» e «Vogliamo la libertà di movimento in val Susa», sono stati intonati per contestare sia l’opera sia la chiusura della circolazione in alcuni tratti della stessa strada statale, che accompagnerà le procedure e i lavori.

Per contestare la realizzazione dell’opera, gli attivisti avevano organizzato un presidio permanente a partire da sabato 5 ottobre. Attorno all’una di notte di lunedì 7 ottobre, tuttavia, le forze dell’ordine hanno iniziato ad arrivare sul posto per disperdere i manifestanti. Per ritardarne l’avanzata, gli attivisti hanno incendiato alcune barricate, azione alla quale è seguito un fitto lancio di lacrimogeni da parte degli agenti, per lo più ad altezza uomo. Verso le quattro del mattino, lo sgombero è stato portato a termine, e gli agenti hanno iniziato a recintare la zona. Così, due giorni dopo, sono iniziate le procedure di esproprio, che interessano un’area di circa 4.000 metri quadrati situata nella frazione San Giuliano di Susa. In questa stessa area, proprio per impedire la costruzione dell’opera, un migliaio di attivisti aveva acquistato il terreno nel 2012, nell’ambito di una campagna denominata Compra un posto in prima fila. Attualmente, ci sono un totale di 1.080 persone che dovranno essere espropriate ciascuna di un metro quadro di terreno; sono invece 12 i proprietari degli altri appezzamenti. La redazione dei verbali di possesso è proceduta al ritmo serrato di 156 persone al giorno.

Malgrado lo sgombero e l’avanzamento delle procedure di esproprio, gli attivisti hanno rilanciato la protesta, e annunciato una «mobilitazione permanente». I raduni sono previsti tutti i giorni alle 18:30 nei pressi del nuovo gazebo, montato lungo la statale 25, con l’obiettivo di organizzare iniziative per mantenere viva la lotta.

[di Dario Lucisano]

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