Alle 8:30 di ieri sono iniziati gli espropri dei terreni nella piana di Susa, interessati nei prossimi mesi dall’apertura dei nuovi cantieri della TAV Torino-Lione. Sono così partite le convocazioni dei 1.092 proprietari coinvolti nelle operazioni di esproprio, che si protrarranno per circa una settimana, con un ritmo di 156 proprietari al giorno. Gli espropri riguardano un’area grande quanto ottanta campi da calcio e prevedono anche l’abbattimento di tre abitazioni per fare spazio ai lavori della linea ferroviaria ad alta velocità. I proprietari coinvolti e il movimento No TAV si oppongono alla misura e hanno annunciato un corteo di protesta per sabato.
Gli espropri iniziati nella giornata di mercoledì 9 ottobre interessano un’area di circa 4.000 metri quadrati situata nella frazione San Giuliano di Susa. Qui, proprio per impedirne la costruzione, un migliaio di attivisti aveva acquistato il terreno nel 2012, nell’ambito della campagna Compra un posto in prima fila, quando la costruzione della stazione internazionale rappresentava ancora solamente un’ipotesi nella mente degli architetti dell’Alta Velocità. Ci sono oggi così un totale di 1.080 persone che dovranno essere espropriate ciascuna di un metro quadro di terreno; 12 invece, i proprietari degli altri appezzamenti. Gli oltre 1.000 proprietari sono stati convocati nell’area per prendere visione del proprio terreno, verificare lo stato dei luoghi, e stilare, in contraddittorio e in presenza di due testimoni, il verbale di consistenza dei luoghi e di immissione nel possesso; in caso di assenza, la procedura di esproprio si può concludere ugualmente con la firma dei due testimoni. Dopo questa prima fase, si passerà alle procedure che interessano le tre abitazioni da abbattere per far spazio ai lavori della ferrovia.
Il luogo è raggiungibile a piedi dalla Statale o dall’autoporto, ma nel corso della prima giornata di espropri non si è presentato quasi nessuno. I primi 156 verbali sono comunque stati formalizzati. Per evitare disordini, il terreno è stato circondato da recinzioni ad alta sicurezza, e una porzione della Statale, così come alcuni svincoli autostradali, è stata temporaneamente chiusa al traffico. Sul posto gli attivisti hanno posizionato un gazebo per garantire una «mobilitazione permanente». Quest’ultimo si è aggiunto alla roulotte rimasta dal presidio sgomberato nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 ottobre. Con l’avvicinarsi dell’inizio della campagna di espropri, preannunciata nel 2023, gli attivisti avevano infatti iniziato a presidiare in modo permanente la zona a partire da sabato 5 ottobre. Secondo quanto riferito dai presenti lo sgombero è iniziato attorno all’1:00 di lunedì. Per ritardare l’avanzata delle forze dell’ordine, gli attivisti hanno incendiato alcune barricate, azione alla quale è seguito un fitto lancio di lacrimogeni da parte degli agenti, per lo più ad altezza uomo. Verso le quattro del mattino, lo sgombero è stato portato a termine, e gli agenti hanno iniziato a recintare la zona.
[di Dario Lucisano]