sabato 27 Aprile 2024

Matteo Bassetti è finito a fare allarmismo sulla “ameba che mangia i cervelli”

«Citare un articolo del Center for Diseases Control di Atlanta (punto di riferimento assoluto per chi si occupa di malattie infettive) pubblicato su una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo (EID) spiegando che fare lavaggi nasali con acqua non sterile è da evitarsi, non è allarmismo ma serve a fare divulgazione medico-scientifica. Chi non studia, non legge e non vuole ascoltare i consigli dei medici, può continuare a fare lavaggi nasali con acqua del pozzo o preparati non sterili, come può tranquillamente curarsi con omeopatia e fiori di Bach». Matteo Bassetti si è difeso così dalla polemica scaturita al suo invitto ai cittadini a «non usare l’acqua del rubinetto per i lavaggi nasali». Ma, come vedremo, c’è una netta distinzione tra offrire consigli medici e gettare nel panico l’opinione pubblica. L’infettivologo ha di fatto alimentato l’ennesimo allarmismo sull’infezione da ameba Acanthamoeba, ridefinita in maniera sensazionalistica dai media e dai siti a caccia di click, «ameba mangia-cervello». Una storia in realtà vecchia, che ciclicamente torna a galla, che l’ex virologo principe dei salotti televisivi ha tirato fuori in modo decontestualizzato dai dati e assai discutibile.

Ci sono, infatti, notizie assurde, marginali o esagerate che diventano virali sui media di massa e che si ripropongono ciclicamente sebbene riguardino dei casi isolati, come la peste bubbonica o la famigerata ameba mangia-cervello. Quando si parla di ameba mangia-cervello si fa generalmente riferimento alla Naegleria fowleri: l’allarme su questo protista è iniziato a diventare globale dal 2004 con una escalation nel 2016, e da allora si ripropone ogni anno, tendenzialmente ogni estate o verso settembre, quando tendenzialmente le notizie scarseggiano e i giornalisti finiscono per setacciare il fondo del barile delle agenzie di stampa, oppure, per amplificare qualche notizia locale portandola alla ribalta della cronaca internazionale, trasformando così un caso isolato in una minaccia globale. Siamo nel campo del sensazionalismo puro e semplice. E, allora, i titoli degli articoli conterranno parole o espressioni roboanti come “allarme”, “paura”, “panico dilagante” (ma anche, “l’ameba mangia-cervello colpisce ancora”, “l’ameba che miete vittime”, ecc.), sebbene la minaccia sia estremamente rara e localizzata.

Quello che i media si dimenticano immancabilmente di segnalare, totalmente assorbiti dal sensazionalismo, è che la meningoencefalite amebica primaria è molto rara: sono noti “solo” 145 casi tra il 1962 e il 2018. In Italia è stato finora segnalato un unico caso, scoperto post mortem, molti anni fa. In Europa questo protozoo è stato avvistato raramente e i casi accertati sono solo due, uno nella Repubblica Ceca nel 1998 e il secondo nel 2006 in Portogallo. Tra il 2009 e il 2018, negli usa sono stati segnalati 34 casi di infezione da Naegleria fowleri, secondo i dati del cdc americano. Nel 2016 si era diffuso l’allarme in merito ai parchi acquatici dopo che una ragazza aveva contratto l’infezione facendo rafting nelle acque di un lago artificiale: in questo caso alcuni media avevano diffuso la notizia in modo falso, facendo intendere che l’infezione fosse stata contratta in un parco acquatico e che quindi gli acquapark non fossero sicuri.

Quest’anno tocca alla meno conosciuta ameba Acanthamoeba (il suo ciclo di vita è molto simile a quello di Naegleria fowleri) scalzare la collega e conquistare – con il medesimo schema – il podio dell’allarmismo nel Belpaese, a causa di un report diffuso dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) che descrive «10 pazienti con infezione da Acanthamoeba con cheratite che hanno riferito di aver effettuato sciacqui nasali prima di ammalarsi».

Le infezioni da Acanthamoeba sono rare, ma spesso fatali (negli Stati Uniti queste infezioni colpiscono dalle 3 alle 12 persone all’anno): causano nell’uomo due infezioni di tipo diverso, l’Encefalite Granulomatosa Amebica (EGA), malattia ad andamento cronico negli immunodepressi (HIV, immunosoppressioni chimica ed alcolismo) e una cheratite che si manifesta come infezione grave della cornea (che era più diffusa quando erano in uso lenti a contatto rigide di lungo utilizzo, la cui manutenzione e sterilizzazione quotidiana non erano rigorosamente rispettate dalla persona).

Ora, il report del CDC, strumentalizzato da Bassetti e ripreso impropriamente dai media, sta scatenando il panico anche in Italia, sebbene lo studio riguardi infezioni che si sono verificate nel periodo 1994-2022, di cui 9 casi riguardano l’ultimo decennio. Si tratta di pazienti in media sessantenni che è bene sottolineare, avevano tutti una condizione di immunodepressione. Di questi, 5 avevano il cancro e 2 l’HIV. Delle 10 persone infette, 7 sono sopravvissute alla malattia e 3 sono morte.

Il documento invita le persone immunocompromesse a «essere istruite su sciacqui nasali sicuri per prevenire le infezioni da amebe a vita libera». «Abbiamo pubblicato questo studio perché vogliamo che le persone siano consapevoli di questo rischio», ha spiegato la dottoressa Julia Haston, epidemiologa del CDC, alla CBS.

Il report del CDC è bastato alla virostar italiana per alimentare il panico sui social, rimbalzare sui quotidiani e on line, senza fare le dovute distinzioni su quanto specificato nello studio: si sta parlando di persone immunodepresse e, dettaglio non trascurabile, ma omesso da Bassetti, lo studio spiega che «non è stato stabilito con certezza che il lavaggio nasale sia la via di trasmissione in ogni caso» analizzato. Il nesso causa-effetto, cioè, non è certo per tutti i casi.

Un conto è sensibilizzare l’opinione pubblica, un altro è, come troppo spesso avviene, strumentalizzare casi marginali di cronaca per fare terrorismo mediatico sanitario, piegare la “scienza” ai propri interessi, insultare chiunque contesti questo approccio e allarmare la popolazione per riaccendere le luci della ribalta che, a pandemia archiviata, si sono spostate altrove.

[di Enrica Perucchietti]

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7 Commenti

  1. Personalmente uso da una decina di anni, per i lavaggi nasali, la Lota caricata con soluzione salina preparata in casa con acqua del rubinetto filtrata e vitalizzata (2 cucchiaini di sale integrale per 1 litro d’acqua): è una pratica igienica a preventiva molto valida che uso anche come cura per i bambini quando sono raffreddati.. Oltre a quanto detto nell’articolo, si intuisce il solito attacco di bassa lega del Sistema Medico imperante alle pratiche salutistiche naturali a costo zero. Questi dottori sono particolarmente intossicati: avrebbero bisogno, con l’arrivo della primavera, di un bel ciclo depurativo, molto spinto. Nel caso specifico, sarebbe utile un clistere quotidiano con acqua di sorgente alternata a caffè sempre preparato con acqua di sorgente, per un paio di mesi, unito a cicli di digiuni completi di almeno una settimana ogni 3. Fortunatamente poi il livello intellettuale e umano di Bassetti fa sì che difficilmente riesca ad avere un seguito.

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