sabato 27 Aprile 2024

Covid, riconosciuta la correlazione tra morte e vaccino: risarciti i famigliari di una vittima

A Colletorto, in provincia di Campobasso, è stato accertato il nesso di causalità tra il decesso di un uomo di 72 anni e la somministrazione del vaccino anti-Covid. Dopo la somministrazione del vaccino, avvenuta nel 2021, l’uomo – che era in ottime condizioni, come testimoniano una serie di esami clinici effettuati poco prima dell’inoculazione – ha iniziato ad accusare malori frequenti. A nulla è valso il ricovero all’ospedale San Timoteo di Termoli: l’anziano è deceduto 20 giorni dopo avervi fatto ingresso. Dall’autopsia è stato accertato come la causa del decesso sia imputabile alla vaccinazione contro il Covid. Per tale ragione, la famiglia del deceduto avrà diritto a ricevere 77mila euro – cifra destinata “ai parenti aventi diritto, nel caso in cui la morte del danneggiato sia stata determinata dalle vaccinazioni” – dalla Regione Molise, che ha stanziato un fondo da 150 milioni di euro destinato a chi ha subito danni da vaccino Covid.

In seguito alla morte dell’uomo, i parenti del pensionato si sono rivolti agli avvocati Giuseppe Fazio e Quirino Mescia per portare avanti la causa legale al fine di chiarire le ragioni del decesso. La stessa direzione sanitaria del San Timoteo ha autonomamente deciso di effettuare l’autopsia sul cadavere, riconoscendo il nesso causale tra la somministrazione del vaccino Covid e la morte dell’anziano. Nello specifico, la Commissione Medico Ospedaliera – che agisce come organo del Ministero della Salute nel procedimento amministrativo finalizzato alla concessione dell’indennizzo – ha delineato un quadro da “scompenso multiorgano” in “coagulopatia da consumo”. È stata infatti accertata la presenza di trombi (a carico prevalentemente del microcircolo arterioso) in molti organi, attestando la diretta correlazione tra la vaccinazione e il decesso. Nel suo verbale, la Commissione ha citato una copiosa letteratura medica, nella cui cornice spiccano fonti AIFA, The New England Journal of Medicine, British Medical Journal, Journal of Cellular and Molecular Medicine e The Lancet Haematology.

«La Corte costituzionale ha più volte ribadito che lo Stato può imporre (o raccomandare fortemente) la vaccinazione perché la libertà di autodeterminazione del singolo può essere limitata per la tutela di un bene collettivo (che, nel caso della vaccinazione, è la tutela della salute pubblica), ma ha sempre anche aggiunto che lo Stato si deve fare carico dei danni alla salute che ne possono conseguire (rari e generalmente di lieve entità, per fortuna) per il dovere di solidarietà sociale che grava sull’intera collettività e per la piena attuazione del diritto alla salute, anch’esso costituzionalmente riconosciuto – hanno congiuntamente dichiarato a L’Indipendente i legali dei familiari del deceduto, Giuseppe Fazio e Quirino Mescia –. Per cui è doveroso che l’intera collettività si faccia carico di chi ha subito danni dalla vaccinazione mediante il riconoscimento di un indennizzo. Ciò detto, sarebbe auspicabile che anche le cause farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini contribuissero, ad esempio mediante la creazione di un fondo ad hoc, a ristorare i danneggiati da vaccinazione perché, così come è indubbio che hanno avuto il grande merito di creare, in pochissimo tempo, i vaccini fondamentali per contrastare la pandemia da Covid-19, è altrettanto vero che ne hanno conseguito un profitto».

[di Stefano Baudino]

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7 Commenti

  1. E se la correlazione non la trovavano?
    La cosa è completamente assurda.

    Il farmaco può benissimo ammazzare in un modo che non si capisce.
    Quindi, se oltre ad avere inoculato un farmaco mortale i “medici” fossero così ignoranti da non riuscire a capire come ammazza … allora andava tutto bene.

    Hanno lavorato bene. Molto bene.

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