venerdì 3 Maggio 2024

Arresti, fogli di via e processi: continua la repressione contro Ultima Generazione

Quindici attivisti del gruppo ambientalista Ultima Generazione ieri sono entrati nelle aule giudiziarie, alcuni nel carcere di Civitavecchia, altri al Tribunale di Bologna. Sono stati tutti colpiti da misure cautelari per aver effettuato pacifiche azioni di disobbedienza civile. A Civitavecchia sono stati convalidati gli arresti di 12 persone detenute in carcere da lunedì, che restano accusate di violenza privata (è caduta invece l’imputazione per attentato alla sicurezza dei trasporti) per aver bloccato un tratto della A12. Per loro è stato emesso l’obbligo di dimora. A Bologna, invece, il giudice ha accettato la proposta di rito abbreviato richiesta dalla difesa insieme a materiale probatorio e sono stati ascoltati gli attivisti Ettore, Mida e Silvia, che il 3 novembre hanno bloccato la tangenziale insieme a 10 altri colleghi e sono stati arrestati per violenza privata aggravata e danneggiamento. Il processo è stato rinviato all’udienza del 18 gennaio per la discussione finale e la sentenza.

I 12 attivisti di Ultima Generazione colpiti dagli arresti a Civitavecchia hanno passato due notti in carcere prima che i loro legali potessero apprendere i capi di imputazione loro contestati e la data di convocazione dell’udienza di convalida. Il fatto che fossero accusati di violenza privata e attentato alla sicurezza dei trasporti – la prima imputazione è rimasta intatta, la seconda è caduta – secondo Simone di UG «non sta né in cielo né in terra per la proporzione di ciò che hanno fatto» e «ricalca la volontà di trovare un pretesto per l’arresto e la denuncia penale quando il blocco stradale non lo prevede, almeno finché i pacchetti sicurezza di questo governo non verranno approvati dal Parlamento». Ieri mattina, di fronte al carcere di Civitavecchia, si è svolto un presidio di solidarietà che ha visto presenti i membri di UG e di altre sigle ambientaliste. Contemporaneamente, di fronte al Tribunale di Bologna, dove è stato stabilito il rinvio dell’udienza per i 3 attivisti di UG, si è svolta un’altra manifestazione di sostegno. Oggetti di vita quotidiana come scarpe, pentole, mollette e mappe stradali sono stati lasciati a terra e ricoperti di fango per simboleggiare i danni causati dai cambiamenti climatici. “Saranno le persone di Ultima Generazione a pagare il fatto di aver agito rispetto alla Costituzione Italiana, che sancisce il diritto per ogni cittadino in forma singola ed associata a manifestare pacificamente – ha commentato in una nota Ultima Generazione –. L’ironia vuole che la manifestazione fosse per onorare l’articolo 9 della stessa Costituzione che dichiara, lo vogliamo ricordare qui, di ‘tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. Invece, il governo calpesta la carta costituzionale nell’abbandonare i cittadini ed i territori colpiti drammaticamente dalle conseguenze della catastrofe eco-climatica”. Un esecutivo che, secondo UG, “mettendo noi sul banco degli imputati, si lava la coscienza dalle proprie responsabilità, e con nuovi provvedimenti legislativi, sceglie la repressione anziché l’ascolto e il confronto”.

Nel primo caso, le misure cautelari sono state applicate in seguito quanto avvenuto nella mattinata del 4 dicembre, quando 12 attivisti aderenti alla campagna “Fondo riparazione” – con cui si chiedono 20 miliardi di euro per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi dovuti allo stravolgimento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili – hanno bloccato l’autostrada all’altezza di Fiumicino per mezz’ora. In tale frangente, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, un automobilista aveva peraltro consapevolmente investito un dimostrante. La polizia ha poi prelevato e portato in questura tutti gli attivisti coinvolti nell’azione di disobbedienza civile, che sono stati successivamente rinchiusi in diverse casi circondariali di Roma. A Bologna, invece, i tre esponenti di Ultima Generazione erano stati arrestati dalla polizia e spediti a processo per direttissima per aver effettuato un blocco stradale in tangenziale lo scorso 2 novembre. I dimostranti che parteciparono al blocco stradale, una decina in tutto, indossando pettorine e alzando cartelli avevano bloccato il transito dei mezzi tra le uscite 8 via Michelino e 7bis Porrettana in direzione Casalecchio di Reno. Due di loro, utilizzando malta a presa rapida, avevano anche cementato le loro mani a terra. Dopo l’arresto e una notte passata ai domiciliari, i tre indagati erano stati portati davanti al giudice, che aveva stabilito le misure cautelari in vista dell’apertura del processo.

[di Stefano Baudino]

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4 Commenti

  1. Caro Indipendente. Capisco la vostra peoccupazione per l’ambiente. Da ragazzo me ne occupavo anch’io intensamente. Ma bloccare le strade ed impedire alle persone di andare a lavorare, di andare a fare una importante visista medica, impedire alle autombulaze di passare, cosa capitata in Austria provocando la morte dell’infartuato, bloccare ammalati di cancro che vanno a fare terapie improcastinabili o cittadini che aspettano da mesi di andare in sala operatoria, con l’ambiente ha poco a che fare. Se uno è Indipendente veramente non deve fare l’occhiolino ai giovani per avere clienti futuri. Altrimenti potete tranquillamente farvi pagare dalla pubblicità. Buona giornata !

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