Sono oltre 630 i morti e più di 300 i feriti provocati dal devastante terremoto di magnitudo 7 che, nella tarda serata di ieri, ha colpito il Marocco. L’epicentro del sisma è stato registrato al centro del Paese, nel municipio di Ighil, a 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech, ed è stato avvertito fino al Portogallo e all’Algeria. Il ministero dell’Interno marocchino ha evidenziato che il disastro ha causato il crollo di diversi edifici, in particolare nelle province e nei comuni di al-Haouz, Taroudant, Chichaoua, Ouarzazate e Marrakech. Sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un eventuale piano di emergenza. Il Centro regionale trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue. Secondo i media locali, sulla base dei dati diramati dal Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) di Rabat, si tratta del più grave terremoto che abbia mai colpito il Paese.
Migliaia di persone si sono riversate per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della Medina, dormendo in strada nel timore di scosse di assestamento. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Le autorità marocchine sono all’opera per liberare le strade dai detriti e permettere il passaggio delle ambulanze e dei mezzi che sono in viaggio per fornire aiuti alla popolazione, ma i piani sono ostacolati dalle grandi distanze tra i villaggi di montagna: l’Atlante è costellato di paesi molto molto poveri, dotati di scarsi collegamenti, le cui abitazioni sono spesso costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Nel frattempo, nelle città colpite si continua a scavare tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti.
La Farnesina, con l’ambasciata d’Italia in Marocco e il Consolato generale d’Italia a Casablanca, sta monitorando l’evolversi della situazione. «Al momento non abbiamo notizie di italiani feriti, né vittime, quindi le cose per i nostri connazionali potrebbero essere andate in modo migliore rispetto ai tanti marocchini purtroppo deceduti», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha reso noto che «circa 200 italiani erano al momento delle scosse in quella parte del Marocco» colpita dal terremoto. Il ministro ha aggiunto che «Ambasciata e consolati si sono subito mobilitati, dall’Unità di crisi sono stati inviati messaggi a tutti gli italiani» nel Paese.
Solidarietà alle popolazioni colpite è stata espressa, dal G20 in corso a Nuova Delhi, dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha detto che «L’Ue è pronta a sostenere il Marocco in questi momenti difficili», e dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
[di Stefano Baudino]