lunedì 29 Aprile 2024

San Francisco sta testando i robotaxi, ma non sta andando benissimo

La California si distingue come uno degli Stati USA più aperti all’innovazione tecnologica, dunque non sorprende che proprio in questa regione del mondo si sia deciso di sperimentare i taxi a guida autonoma. Nel giugno del 2022, la città di San Francisco ha infatti concesso il via libera perché anche i cittadini potessero prendere parte al test di queste vetture autonome e, il 10 agosto scorso, ne ha approvato la circolazione senza limiti: una decisione che è stata attiva per poco più di una settimana, durante la quale i robotaxi sono stati causa di ingorghi scatenati da malfunzionamento del sistema, incursioni in cantieri stradali aperti e incidenti con camion dei pompieri che procedevano a sirene spiegate. Fatti che hanno spinto l’amministrazione a un immediato ripensamento, almeno per ora.

Circa un anno fa, la California Public Utilities Commission (CPUC) aveva concesso alle aziende Cruise e Waymo di schierare i loro servizi sperimentali di “robotaxi“, ma a monte c’erano comunque alcuni rigidi vincoli: le auto potevano operare senza un guidatore solo tra le dieci di sera e le sei del mattino, senza richiedere un pagamento per il servizio e con una velocità massima di 48 km/h

Nonostante i paletti di riferimento il periodo di prova si è dimostrato perlomeno complicato. Sebbene municipalità e aziende abbiano celebrato il successo delle auto autonome, non tutti si sono dimostrati altrettanto favorevoli a questa innovazione. Oltre alle legittime preoccupazioni lavorative dei conducenti professionisti, molti cittadini si sono dimostrati particolarmente reticenti, se non altro perché in occasione del collaudo di Cruise e Waymo si sono registrate decine e decine di denunce mensili di incidenti legati ai mezzi pilotati dalle intelligenze artificiali.

Questi veicoli sembrano non comprendere appieno il flusso del traffico, bloccando la normale circolazione. Oltre ai generici rallentamenti, si sono però registrati anche casi più gravi, tra cui l’investimento di un cane domestico, l’impedimento degli sforzi d’intervento di pompieri e polizia, ma anche situazioni che sfiorano il sequestro di persona. Al di là delle carenze prettamente tecniche, l’innovazione solleva inoltre tutta una serie di questioni laterali che non sono ancora state debitamente affrontate. Non è per esempio ancora chiaro se sia il caso di far fronte alla crescente tendenza del pubblico a utilizzare i robotaxi al fine di organizzare incontri sessuali o, cosa più preoccupante, quali siano i limiti delle autorità nel chiedere accesso ai filmati di bordo e se questi debbano o meno includere le riprese video delle strade percorse.

Le manifestazioni pubbliche di insoddisfazione non sono state sufficienti a frenare l’iter burocratico e, il 10 agosto, la CPUC ha approvato una risoluzione che ha del tutto rimosso le restrizioni precedentemente imposte ai robotaxi di Cruise e Waymo, consentendo la piena commercializzazione del servizio e aumentando i limiti di velocità dei veicoli autonomi a 96 km/h. Cruise e Waymo, affiliati rispettivamente a General Motors e Alphabet, hanno accolto questa apertura del Mercato, ma già nel giro di poche ore è emerso che il prodotto probabilmente non era ancora pronto per l’effettivo debutto.

Il giorno immediatamente successivo al via libera, i veicoli di Cruise si sono addensati attorno all’area concerti dell’Outside Lands Music Festival. A causa di un traffico internettiano particolarmente intenso, le intelligenze artificiali dei piloti cibernetici si sono impallate, creando un soffocante ingorgo. Il 15 agosto un taxi autonomo ha ignorato la presenza di un cantiere e ha imboccato una strada in via di costruzione, immergendosi nel cemento fresco, quindi il 18 un mezzo della General Motors si è scontrato con un camion dei pompieri, causando un ferito. Proprio quest’ultimo sinistro ha spinto il dipartimento di Stato a chiedere a Cruise di dimezzare la presenza su strada dei suoi robotaxi, i quali non potranno fino a nuovo ordine superare le 50 unità nelle fasce diurne e le 150 in quelle notturne. L’intervento sembra però più che altro voler placare l’opinione pubblica, anche perché, parallelamente, San Francisco si è messa all’opera per automatizzare anche i bus.

[di Walter Ferri]

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