giovedì 12 Dicembre 2024

La Solvay di nuovo sotto inchiesta per inquinamento: i comitati chiedono la chiusura

A Spinetta Marengo, frazione del Comune di Alessandria, è scattato il sequestro preventivo delle due discariche di gessi del Gruppo chimico internazionale Solvay. Il blitz all’interno dello stabilimento – il secondo dopo quello del 12 febbraio 2021, che sfociò in una vasta perquisizione per verificare lo sversamento delle sostanze inquinanti – è stato effettuato dai carabinieri del Noe su richiesta della Procura di Alessandria, autorizzata dal Gip. Le vasche sono state sequestrate poiché, secondo gli inquirenti, sarebbero state riutilizzate sebbene non dovessero essere più operative. L’ipotesi della Procura è che le discariche contenessero sostanze provenienti dagli scarti di lavorazione e dalla depurazione delle acque e che, non essendo protette da teli o altro tipo di coperture, siano state soggette alle folate di vento.

Il provvedimento è stato disposto nella cornice di un’inchiesta molto ampia, che vede indagati due dirigenti Solvay, Stefano Bigini, 62 anni (dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento), e Andrea Diotto, 47 anni (dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento). I pm di Alessandria hanno chiuso l’indagine a dicembre, contestando a entrambi il reato di disastro ambientale colposo e imputando all’azienda la responsabilità amministrativa, commessa a vantaggio e nell’interesse dell’ente per risparmiare sui costi di bonifica e ottenere una maggiore efficacia della produzione industriale. Per la Procura, dopo aver omesso di provvedere al risanamento della pregressa contaminazione del sito e al più sicuro contenimento del rilascio dei contaminanti, sia nella falda sotto lo stabilimento che a valle, gli indagati avrebbero proseguito ad inquinare terreno e acque di falda.

L’inchiesta era partita nel giugno 2020 in seguito a un esposto depositato dal WWF. Lo stabilimento era già finito sotto la lente di ingrandimento del NOE di Alessandria, che nel 2008 aveva avviato un’indagine – sempre diretta dalla Procura alessandrina -, culminata nel 2019 con la condanna definitiva dei vertici dell’azienda per disastro colposo.

Come prevedibile, a margine delle operazioni del NOE, Solvay ha subito replicato minimizzando i fatti. «In relazione alle due celle della discarica gessi ubicate all’interno del sito di Spinetta Marengo – ha scritto l’azienda in una nota – precisiamo che la discarica gessi è stata oggetto di regolari controlli da parte degli enti preposti secondo quanto previsto dalle autorizzazioni ambientali in vigore. Solvay ha piena fiducia nell’operato della magistratura con la quale sta collaborando in totale trasparenza e nella certezza di poter dimostrare il corretto operato dei propri manager e collaboratori».

La notizia dell’ultimo sequestro ha riacceso gli animi dei membri del Comitato Stop Solvay, che da tempo chiedono a gran voce al Sindaco di Alessandria l’ordinanza di chiusura del polo. I monitoraggi svolti dall’Arpa, negli ultimi anni, hanno infatti fotografato una situazione allarmante, confermando la presenza dei Pfas (cC6O4 e ADV) nell’atmosfera nell’area di Spinetta Marengo ma anche, in determinate condizioni, in aree distanti dal polo chimico, in correlazione con la direzione dei venti. Poi, la scorsa estate, sono stati pubblicati i risultati di un’importante indagine effettuata dal Policlinico universitario CHU (Centre hospitalier universitaire) e dell’Università di Liegi, che hanno registrato la presenza di alti livello di Pfas nel sangue dei residenti nell’area abitativa a ridosso della multinazionale belga.

Lo scorso luglio, il Comitato ha apertamente criticato sui suoi portali ufficiali il presunto immobilismo del primo cittadino di Alessandria, Giorgio Abonante: «Quali azioni da parte del Sindaco? Annunci di interrogazioni degli enti e di provvedimenti. Quali? Da mesi chiediamo al Sindaco di darci conto dei tavoli tecnici in regione in merito al biomonitoraggio per la popolazione, così come un protocollo per i medici di base. Cos’ha fatto da quando si è insediato per cambiare la situazione di Spinetta sia nelle vesti di Sindaco che di Assessore all’ambiente?». Il Comitato è certo: «L’unica soluzione è il blocco totale della produzione di Pfas, che può avvenire solamente con la chiusura dello stabilimento».

[di Stefano Baudino]

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