mercoledì 6 Novembre 2024

Le vere partite che si giocheranno al prossimo vertice della NATO

È attesa per domani l’apertura del vertice di Vilnius che durerà l’11 e il 12 luglio e che si prevede essere un evento chiave per il futuro dell’Alleanza atlantica e della guerra in Ucraina. Saranno diversi, infatti, i temi sul tavolo, tra cui i più importanti concerneranno il superamento dell’opposizione turca all’ingresso della Svezia nella NATO, l’eventuale ingresso dell’Ucraina nell’alleanza militare e l’aumento delle spese militari dei Paesi membri. In vista del Vertice, il presidente americano, Joe Biden, ha incontrato oggi a Londra il primo ministro Rishi Sunak e Re Carlo III, mentre a Vilnius sempre oggi si terrà un incontro tra il presidente turco Tayyip Erdogan, il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per ottenere il via libera di Ankara all’adesione della Svezia. Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrerà a Riga il primo ministro lettone Arturs Krisjanis Karins con il quale discuterà temi prioritari dell’agenda europea, dall’immigrazione al patto di stabilità.

Per quanto riguarda l’adesione di Kiev alla NATO, il presidente americano si è mostrato cauto. «Non credo ci sia unanimità nella Nato se si debba o non si debba portare l’Ucraina all’interno della famiglia in questo momento, mentre è in corso una guerra. Per esempio, se si facesse una cosa del genere, saremmo determinati ad impegnarci per ogni centimetro del territorio Nato. È un impegno che abbiamo assunto tutti, senza condizioni. Se la guerra prosegue, allora siamo tutti in guerra. Saremmo tutti in guerra con la Russia», ha affermato Biden in un’intervista alla CNN prima della sua partenza per il tour europeo. Il presidente americano ha spiegato che l’Ucraina non ha ancora i requisiti necessari per entrare nell’Alleanza, ma che, allo stesso tempo, è stato delineato un percorso razionale per l’Ucraina affinché possa avere i requisiti per entrare nella NATO. «Ma credo sia prematuro fissare una votazione, ci sono altri requisiti da soddisfare, compreso il processo di democratizzazione e alcune altre questioni», ha aggiunto. Da parte sua, l’Ucraina è consapevole del fatto che, pur avendo inoltrato da mesi la domanda ufficiale di adesione, al momento non c’è possibilità di accedere al Patto, in quanto in base all’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, un attacco armato contro uno o più stati membri, in Europa o nell’America settentrionale, sarebbe considerato «come un attacco diretto contro tutte le parti». In una situazione come quella attuale, ciò comporterebbe un intervento diretto della Nato nel conflitto in corso contro la Russia. Uno scenario catastrofico che si sta cercando di evitare.

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, invece, ha affermato che il vertice di Vilnius invece di aprire un processo per l’adesione di Kiev all’alleanza transatlantica dovrebbe concentrarsi «sul rafforzamento della potenza militare dell’Ucraina e della NATO stessa». Da qui una delle misure cardine del Vertice di Vilnius, ossia l’imperativo di aumentare la spesa militare dei singoli stati membri: come anticipato dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg – il cui incarico come segretario è stato prorogato di un anno – il 2% del Pil per le spese in armamenti non sarà più il tetto da raggiungere, ma «la base minima da investire nella nostra difesa».

Il delicato dossier sull’ingresso di Stoccolma nell’Alleanza è gestito da Stoltenberg che ha organizzato un incontro tra Erdogan e il premier svedese Ulf Krestersson che si svolgerà oggi a Vilnius sempre in preparazione del vertice di domani: poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina, Stoccolma aveva presentato domanda di adesione insieme alla Finlandia, ma mentre la richiesta di quest’ultima è stata accolta, quella della Svezia è rimasta bloccata per il veto di Ankara che accusa il Paese nordico di dare rifugio ai sostenitori del Pkk, considerata un’organizzazione terroristica dal governo turco. Forse proprio per questo motivo, un tribunale svedese ha appena condannato a quattro anni e mezzo di carcere un membro del Partito dei Lavoratori del Kurdistan per finanziamento del terrorismo. Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billstrom non vede una relazione tra la condanna e le pressioni turche, ma si dice fiducioso: «Non voglio entrare nei dettagli, e non vogliamo interferire con le discussioni in corso. Ma vorrei ribadire che dal nostro punto di vista crediamo di aver rispettato tutti gli impegni. Ora lavoriamo per l’incontro all’inizio del vertice di Vilnius». Proprio oggi, prima della partenza per Vilnius, Erdogan ha fatto sapere che la condizione posta dal suo governo per l’ingresso di Stoccolma nella NATO è il via libera al processo di adesione di Ankara all’Ue.

Anche l’Italia avrà il suo piccolo ruolo al vertice che si terrà in Lituania: la Meloni, infatti, è volata oggi in Lettonia per un bilaterale con il primo ministro Krisjanis Karins con cui discuterà della postura dell’Alleanza sul fianco orientale insieme alle spese per la difesa.

Quello di Vilnius promette di essere un vertice determinante per la strategia futura dell’Alleanza atlantica e ci sono, dunque, grandi aspettative, a partire da quello di allineare sempre di più le politiche degli Alleati con quelle di Washington destinando le risorse necessarie a questo sforzo comune.

[di Giorgia Audiello]

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4 Commenti

    • Direi che la destra e la sinistra non ci sono mai state e che c’è sempre stato un governo filo americano fin dai tempi della instaurazione della repubblica! Bisognerebbe rifondare la repubblica italiana e diventare finalmente indipendenti (anche se comporterà dei duri sacrifici).

  1. Alla lunga capisco perché la maggior parte delle persone preferisce le cazzate dei media allineati alla cruda realtà dei fatti: a forza di leggere notizie come queste ti passa la voglia di vivere. Corruzione, criminalità, bugie, omicidi, detenzione, e ogni possibile nefandezza conosciuta vengono commesse da chi ci impone di non farlo. Da sempre.

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