L’International Agency for Research on Cancer (IARC), l’agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare l’aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”. È quanto anticipa Reuters sul proprio sito citando fonti anonime. L’ufficializzazione della notizia è attesa per il prossimo 14 luglio, quando la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology. L’aspartame è uno dei dolcificanti più diffusi in commercio. È presente in numerosi prodotti e, secondo i regolamenti europei, le aziende sono obbligate a segnalare il suo uso all’interno delle etichette. L’Associazione Internazionale dei Dolcificanti invita alla prudenza chiedendo di aspettare la pubblicazione completa dei risultati.
L’aspartame è un edulcorante artificiale intenso a basso tenore calorico. Si presenta come una polvere bianca e inodore ed è circa 200 volte più dolce dello zucchero. La scoperta risale al 1965, grazie al lavoro del chimico James Schlatter. Nel dettaglio, l’aspartame si ottiene mettendo insieme due aminoacidi: la fenilalanina e l’acido aspartico. In Europa ne è autorizzato l’uso come additivo alimentare. Fa parte dei cosiddetti “dolcificanti intensivi” e la sua produzione avviene attraverso la sintesi chimica. Il motivo del suo utilizzo è il potere calorico molto basso o addirittura nullo.
Il dibattito sulla sua sicurezza nasce da due studi sui topi dei primi anni Duemila, guidati dall’Agenzia per la protezione ambientale della California e dall’Istituto Ramazzini di Bologna. Esposti anche a bassi dosaggi, si è registrato un numero anomalo di tumori del cervello e leucemie. Nonostante un dibattito che dura da più di vent’anni, gli studi sugli esseri umani invece avevano sempre escluso il rischio tumore, fino a che una ricerca francese su 100mila persone ha notato un lieve aumento del rischio. Se la notizia di Reuters fosse confermata, sarebbe il primo ingresso di questo dolcificante nella lista dei possibili cancerogeni. Chiaramente questa decisione potrebbe andare a sconvolgere l’industria di cibi e bevande proposti e venduti come salutari per il basso o nullo contenuto di zuccheri. L’aspartame è possibile trovarlo nelle bevande (soprattutto in quelle senza zuccheri come la Coca Cola Zero), nei chewing gum, nelle merendine, nei gelati e nei cibi industriali dietetici. Fa parte di tanti prodotti lattieri (come lo yogurt) e negli alimenti usati in pasticceria. È presente pure in molti confetti. Secondo le direttive dell’Unione Europea, è obbligatorio che venga indicato nell’etichetta degli ingredienti che si trova nella confezione di tutti prodotti alimentari. È possibile riconoscerlo anche attraverso la sigla E 951.
Tuttavia, la categoria dei “possibili cancerogeni”, secondo la definizione della IARC, comprende anche le sostanze per le quali l’evidenza scientifica è ancora limitata. Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università di Milano che si occupa di aspartame da almeno un decennio, ha dichiarato di non aver mai notato effetti tossici: «Non abbiamo riscontrato problemi negli esseri umani. Trovo comunque che la nuova classificazione cambi poco le cose». Su posizioni simili anche L’Associazione Internazionale dei Dolcificanti (ISA), la quale ha specificato che “l’ingrediente è uno dei più studiati nella storia ed è stato dichiarato sicuro da oltre 90 agenzie per la sicurezza alimentare”. Frances Hunt-Wood, segretario dell’ISA, ha dichiarato di aver fiducia nel rigore scientifico e che attenderà con impazienza la pubblicazione completa dei risultati nelle prossime settimane.
[di Roberto Demaio]