giovedì 2 Maggio 2024

L’ONU apre a Bologna l’Università per studiare intelligenza artificiale e nuovo habitat umano

Adesso è ufficiale: al Tecnopolo di Bologna vedrà la luce la nuova università dell’Onu su Big data e Intelligenza artificiale “per la gestione del cambiamento dell’habitat umano”. Ad annunciarlo è stata la Regione Emilia-Romagna, che nel 2020 avanzò la proposta per la realizzazione dell’istituto in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) e all’Unibo, poi ratificata dal Consiglio dell’Università delle Nazioni Unite. Si tratta della 12esima sezione dell’Università aperta nel mondo e l’unica in tutta l’area del Mediterraneo.

L’istituto, si legge nella dichiarazione, “sfrutterà l’uso di tecnologie digitali all’avanguardia per aiutare a risolvere le pressanti sfide globali e promuovere una maggiore collaborazione internazionale”. La selezione di Bologna come città ospitante è stata “voluta e strategica”, offrendo il capoluogo emiliano-romagnolo un “fiorente ecosistema di innovazione“, l'”accesso a ricercatori illustri” e “strutture di supercalcolo e infrastrutture cloud” che presentano un “ambiente ideale per il funzionamento dell’Istituto”.

Si parla di una vera e propria Università, che presenta una vasta offerta formativa con corsi di laurea specifici, docenti e ricercatori che opereranno in contatto con il centro di calcolo del supercomputer Leonardo e il centro meteo, che avranno sede sempre al Tecnopolo. Fondamentale, poi, sarà la partnership con l’Università di Bologna. «Obiettivo di questo progetto è creare una piattaforma in cui saremo in grado di utilizzare l’intelligenza artificiale per risolvere ad esempio problemi legati alla pace globale, al cambiamento climatico, allo sviluppo economico – ha detto a margine della presentazione ufficiale Tshilidzi Marwala, rettore dell’Università delle Nazioni Unite -, perché viviamo in un tempo in cui l’economia è sempre più digitalizzata».

Il Governo italiano si è impegnato a versare, previa ratifica parlamentare dell’Accordo per la sede ospitante, una somma pari a 40 milioni di dollari per il Fondo di dotazione UNU, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità a lungo termine dell’Istituto e permettere la buona riuscita delle future iniziative, oltre a un contributo annuo condiviso con la Regione di 2,5 milioni di euro nel primo decennio di attività.

Per l’avvio della struttura e la sua gestione, la Regione ha già stanziato 5 milioni di euro per il triennio 2023 – 2025 ed altri 6 milioni per realizzare il complesso dell’edificio F2 all’ex Manifattura Tabacchi, dove è sorto il Tecnopolo che ospiterà l’Istituto. L’inizio delle attività, secondo le previsioni di viale Aldo Moro, avverrà entro la prima metà del 2024.

[di Stefano Baudino]

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