mercoledì 24 Aprile 2024

La scuola, il dialogo e l’ansia

Oggi il problema della scuola è l’ansia. Il tema ‘scuola’ negli anni, nei secoli, si è rivestito di innumerevoli aspetti. In un modo elevato si può considerare preminente, alla maniera antica, il rapporto maestro-discepoli, se alla scuola si vuol dare il connotato di luogo-tempo in cui si è studiato e imparato qualcosa. Sappiamo invece che la nostra memoria, più o meno recente, è legata ai docenti che abbiamo avuto, indipendentemente da quel che ci hanno insegnato, al clima delle scuole e delle classi, ai compagni con cui eravamo amici.

Nessuno o quasi nessuno sa che cosa sia la scuola. Tutti o quasi tutti sanno che cosa dovrebbe essere.

La scuola è come l’amore: puoi darne molte definizioni ma è la tua esperienza, sono i tuoi incontri, le tue decisioni al riguardo a chiarirne i contorni, a fornirne una visione e un orizzonte. Se invece vuoi usare il termine ‘amore’ in senso generale, ecco le banalità più sconcertanti, i luoghi comuni, le ovvietà o le provocazioni che non raggiungono pienamente la sostanza.

La sostanza della scuola, come dell’amore, come di molte realtà e di molti sentimenti è “l’altro”, la sostanza consiste nella qualità delle relazioni che si è in grado di attivare e mantenere.

La scuola, sia nella sua gestione quotidiana, sia nello sviluppo di contenuti da affrontare va improntata al dialogo, cioè allo schema introdotto da Platone. La ricerca della verità e l’esposizione dei risultati acquisiti dalla conoscenza, cioè il compito del docente, è di spiegare calando leggi fisiche, fatti storici, interpretazioni, invenzioni, descrizioni del mondo, produzioni artistiche e letterarie nella realtà attuale dei fatti, nel confronto con esperienze reali o possibili.

E questo vale se vuoi fare capire (‘insegnare’ vuol dire ‘tracciare una strada’) il secondo principio della termodinamica, i confini attuali tra Italia e Austria, la Primavera di Botticelli, perché in Sud Africa c’è una popolazione di origine olandese, perché Dante ha messo Ulisse nell’Inferno, che cos’è il metabolismo, che cos’è un motore a scoppio, perché in Russia si studiava francese, che cos’è la Grande Muraglia ecc. ecc.

Se il dialogo è il metodo giusto, cioè il far emergere il rapporto tra conoscenza e realtà, il mito, cioè il racconto, ne è il complemento indispensabile, tanto per restare a Platone. Prendere un racconto, una lirica romantica, una pagina di diario, un romanzo di fantascienza per attivare i meccanismi di interpretazione; ma non in modo bilaterale, come risposta corretta a domande, bensì come serie di passaggi ulteriori ottenuti attraverso un dialogo, in modo che in classe si formi un clima collaborativo, intersoggettivo.

La classe è teatro perché teatro è la vita, scriveva Pirandello. E gli spunti sono infiniti. Poi ci saranno anche le interrogazioni individuali, i singoli accertamenti ma dopo che all’ordine del giorno, tutti insieme, si siano affrontati e sviluppati i temi e i problemi.

Ho letto una interessante intervista a Paolo Crepet sul tema dell’ansia a scuola. Spero anch’io che l’esame di maturità non venga snaturato a discorsini inutili su quello che vuoi fare da grande. L’ansia non si cura con la rassegnazione, l’ignoranza non si cura promuovendo tutti, il potere non si esercita bocciando chi ti è antipatico o castrando i professori con compiti punitivi.

La scuola è per tutti ma non per chiunque, non in qualunque modo. I devastanti errori del passato non si superano rinunciando al proprio ruolo.

E il ruolo dello studente è di capire, di imparare che gli altri sono i miei alleati, non i miei nemici. E che le sfide si superano insieme perché non siamo tutti sempre uguali, e che il genio, il primo della classe non è qualcuno di speciale ma semplicemente chi di noi, ogni volta, al momento giusto, ha una idea vincente che mette a disposizione.

Poi, certo, la competizione esiste: ci sono i cento metri dove ognuno è contro gli altri e c’è la staffetta dove bisogna passarsi bene il testimone. L’importante è non fare confusione.

[di Gian Paolo Caprettini]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

6 Commenti

  1. La scuola oggi è diventata un luogo di prestazioni, dove la tabellina del 9 la devi dire in 5 secondi, dove si imparano a memoria un sacco di nomi in storia o geografia o scienze, dove la matematica o l’inglese si imparano male e sempre a memoria … nelle prove scritte si danno un sacco di esercizi e l’unica cosa che conta è il tempo che si impiega per ciascun esercizio …
    Una scuola così è inutile e dannosa, che non fa più ragionare i ragazzi, ma forse è proprio quello l’obiettivo …

    • Allora, si è affermata la versione ai minimi termini della scuola come raccolta punti. Se ai ragazzi viene tolta la possibilità di percorsi cognitivi e relazionali, se viene sottratta la loro capacità di giudizio, vorrà dire che verrà esautorato il ruolo stesso degli insegnanti. E magari sostituito da forme di indottrinamento impersonale e automatico, demolendo un altro tassello dell’impronta culturale millenaria che ci contraddistingue.

  2. Complimenti per l’ottimo articolo. La Scuola è per chiunque è desideroso di apprendere, di ascoltare, di vedere e di sperimentare…La Scuola ha il compito di insegnare ; ad educare ci devono pensare i genitori e non i docenti.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI