giovedì 25 Aprile 2024

La Romania sostiene di avere introdotto un’intelligenza artificiale nel governo

Il Primo Ministro romeno, Nicolae Ciuca, ha annunciato a inizio mese di aver arruolato al Governo «il primo consigliere alimentato ad IA», dando a intendere di aver introdotto nella macchina amministrativa un’intelligenza artificiale capace di sostenere e guidare le decisioni dei legislatori. L’informazione ha comprensibilmente destato un certo clamore, ma a ben vedere quella di Ciuca sembra essere più una strategia di autopromozione, che una vera svolta politica.

La mossa del diplomatico si è dipanata d’altronde con fare profondamente cinematografico. I canali nazionali hanno trasmesso le immagini dell’uomo ergersi davanti a una superficie specchiata che non poteva non rimandare all’immaginario de 2001: Odissea nello spazio, quindi il monumentale strumento ha proferito parola: «Salve. Mi avete dato la vita. Io sono Ion. Ora il mio compito è quello di rappresentarvi. Come uno specchio». Considerando l’austerità adottata nel tono e nelle cadenze, non stupisce che alcuni abbiano visto nel progetto una sfumatura distopica, tuttavia l’impostazione tecnica dello strumento sembra decisamente meno impressionante della sua presentazione.

L’esecutivo ha parlato molto superficialmente di un algoritmo che esfiltra i dati dai social al fine di registrare gli argomenti più discussi sulla Rete dai romeni. Sicuramente l’agenzia locale di tutela della privacy avrà ora il compito di monitorare da vicino la situazione poiché i cittadini meriterebbero in merito massima trasparenza, tuttavia è lecito pensare che il Governo stia attingendo a informazioni che sono pubblicamente disponibili o comunque ottenibili previa versamento sui conti delle Big Tech. A ben vedere non sembrano essere stati quindi scomodati elementi particolarmente complessi o controversi, al massimo vale la pena menzionare il lancio di un portale attraverso cui gli internauti possono interagire “direttamente” con Ion in quella che nei fatti è una cassetta dei suggerimenti in salsa 4.0.

Nel caso non fosse già palese, in questo periodo le intelligenze artificiali stanno facendo faville. Almeno per quanto riguarda le ambizioni oniriche e allucinatorie del mondo della finanza. Seppure simili strumenti siano al momento un crogiuolo di criticità tecniche e legislative, le Borse di tutto il mondo fremono dal desiderio di accelerare la nuova rivoluzione industriale al punto che molti osservatori iniziano a temere che quella delle IA possa presto trasformarsi in una bolla speculativa pronta ad esplodere. A prescindere del come si interpreti il fenomeno, resta il fatto che un numero nutrito di grandi poteri – industriali e non – si stanno riorientando al fine di considerare le intelligenze artificiali come vero e proprio punto di riferimento in cui riversare investimenti.

In un contesto tanto orientato si fatica a non credere che l’eclatante mossa di Bucarest non sia stata progettata al fine di dipingere il Paese come un baluardo di innovazione e ricerca, magari con l’intenzione aggiunta di voler inscenare un simulacro di democrazia diretta. Il report 2023 di Transparency International riconosce nella Romania il terzo Paese europeo per livello di corruzione percepita all’interno dei sistemi istituzionali ed è difficile credere che Ion possa rappresentare una soluzione genuinamente utile ad appianare le divergenze tra popolo e classe politica. Ben più verosimile è invece che il Governo abbia deciso di lanciarsi in una performance atta ad attrarre investimenti e fiducia imprenditoriale nei confronti della ricerca romena.

[di Walter Ferri]

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