lunedì 16 Giugno 2025

Tragedia di Cutro: strage di Stato? Tutto quello che non torna nella versione delle autorità

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio un caicco con a bordo tra i 180 e i 250 migranti, partito circa cinque giorni prima da Smirne (Turchia), si spezza in due a un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria. Il primo ad avvistare la tragedia ed avvertire le autorità è un pescatore, che alle cinque del mattino era uscito con le proprie reti per andare a pescare. Dalla sua segnalazione si apre il sipario su una vicenda dalla dinamica ancora poco chiara, sulla quale si è sprecata ogni sorta di dichiarazione politica. L’unico dato certo è che alle 22.31 di sabato un aereo di Frontex avvista l’imbarcazione e che alle 4.30 la stessa imbarcazione colerà a picco. In quelle sei ore qualcosa nella macchina dei soccorsi è andato storto. I sopravvissuti sono una sessantina, gli altri li ha trascinati via il mare. La conta delle vittime è ferma per ora a 67 corpi, tra i quali quelli di 15 bambini, ma il dato è inevitabilmente destinato a crescere.

Le operazioni SAR

Per quanto riguarda le operazioni SAR, ovvero di ricerca e salvataggio in mare, esistono delle procedure ben precise. Nella regione di interesse italiano sul mare, la loro organizzazione è affidata al Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto (ovvero la Guardia Costiera), che in caso di operazioni SAR assume il ruolo di IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Centre, il Centro italiano di coordinamento del salvataggio marittimo), “cui fa capo il complesso delle attività finalizzate alla ricerca ed al salvataggio della vita umana in mare”. A tal fine, viene impiegata la “componente aeronavale del Corpo delle Capitanerie di porto, con l’eventuale ausilio di altre unità di soccorso militari e civili”. L’IMRCC è quindi “funzionalmente individuato nella struttura della Centrale Operativa del Comando Generale”, la quale collabora anche a livello internazionale con i centri di coordinamento di soccorso degli altri Stati europei. Le Direzioni Marittime (15 in tutto il territorio, più l’Autorità Marittima dello Stretto di Messina) svolgono le funzioni di Centri Secondari di soccorso marittimo (MRSC, Maritime Rescue Sub Center). Il loro compito è fondamentalmente coordinare le “operazioni marittime di ricerca e salvataggio, ciascuna nella propria giurisdizione, secondo le direttive specifiche o le deleghe del Centro Nazionale (IMRCC)”, oltre ad assolvere la funzione di centri di ricezione delle richieste di assistenza da parte dei naviganti.

La dinamica della tragedia

La dinamica degli eventi della notte della tragedia, secondo la ricostruzione della Guardia Costiera, è pressapoco la seguente. Sabato 25 febbraio, intorno alle 22.30, un velivolo di Frontex avvista un’unità navale che “risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta della nave”. Al momento dell’avvistamento l’imbarcazione, la quale (riporta la Guardia di Finanza) “presumibilmente poteva essere coinvolta nel traffico di migranti”, si trova a 40 miglia (ovvero 74 km) dalle coste crotonesi. L’Agenzia invia quindi una segnalazione “al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di law enforcement, informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma”. E qui sorge il primo grande interrogativo: perché la sede di Roma, la quale dovrebbe svolgere come detto le funzioni di IMRCC citate prima e dovrebbe quindi dirigere lei stessa le operazioni SAR, è stata informata solamente “per conoscenza”? E perché invece che un’operazione SAR è stata avviata un'”attività di law enforcement” (ovvero, presumibilmente, un’operazione di polizia) se già esisteva il sospetto che l’imbarcazione stesse trasportando dei migranti?

A seguito della segnalazione, è la Guardia di Finanza a comunicare “l’avvenuta attivazione del proprio dispositivo, già operante in mare, per l’intercettazione dell’imbarcazione”. Il dispositivo SAR, tuttavia, non viene attivato fino alle 4.30 del mattino, ovvero sei ore dopo la segnalazione di Frontex. A quell’ora, infatti, “giungevano alla Guardia Costiera alcune segnalazioni telefoniche da parte di soggetti presenti a terra relative ad un’imbarcazione in pericolo a pochi metri dalla costa”. La nave, tuttavia, a quel punto era già affondata. “A seguito delle segnalazioni ricevute, veniva immediatamente attivato il dispositivo SAR, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Reggio Calabria, con l’invio di mezzi navali e aerei, uomini e mezzi terrestri, nella zona indicata” scrive la Guardia Costiera. Tuttavia sulla spiaggia dove il mare trasporta il relitto dell’imbarcazione, insieme ai corpi di chi non ce l’ha fatta, c’è solamente quell’unico pescatore. Il primo a chiamare i soccorsi.

Le difficili condizioni del mare

La Guardia di Finanza lamenta la presenza di “difficili condizioni meteomarine” che rendevano impossibile “proseguire ulteriormente in sicurezza” le operazioni di ricerca in mare. Tuttavia, incalzato dalle domande dei giornalisti, il comandante della Capitaneria di porto di Crotone ha confermato che quella sera vi era mare forza 4, ma le motovedette «avrebbero potuto navigare anche con mare 8». D’altronde è la stessa Guardia Costiera a descrivere come le proprie unità navali atte alle operazioni SAR siano inaffondabili e in grado di navigare “con qualsiasi condizione meteo marina”. Nell’ipotesi in cui effettivamente la Guardia di Finanza non disponesse di mezzi adatti alla navigazione in mare forza 4 (classificato come “mare molto mosso”), perché non è stato richiesto l’intervento della Guardia Costiera e il supporto dei propri mezzi? La Guardia di Finanza ha inoltre riportato di essere intervenuta in particolare con la vedetta V.5006 della Sezione Operativa Navale GDF di Crotone e con il Pattugliatore Veloce P.V.6 “Barbarisi” del Gruppo Aeronavale GDF di Taranto. Si tratta, rispettivamente, di imbarcazioni di 16 metri e 35,5 metri di lunghezza: possibile che mezzi simili non possano far fronte a un mare molto mosso? E se le condizioni del mare erano in effetti tanto proibitive, perché non si è provveduto ad attivare i soccorsi per una imbarcazione in legno, che verosimilmente sarebbe venuta a trovarsi in condizioni di difficoltà tali e quali a quelle della Guardia di Finanza, se non peggiori? Come dichiarato da Orlando Amodeo, medico soccorritore ed ex funzionario di polizia, «in 30 anni con la Capitaneria di Porto e la Finanza siamo andati fuori con mare forza 8, ieri il mare era forza 4. Qualcuno mi deve spiegare perché allora. Poi rammento a tutti che l’imbarcazione era in legno ed era meno di 20 metri di lunghezza. Questa imbarcazione, con questo mare, ha percorso 1.278 chilometri e si è schiantata a 5 metri dalla spiaggia».

Le dichiarazioni di Frontex

A coronare la poca chiarezza di questa storia, inoltre, vi sono le dichiarazioni rilasciate da un portavoce di Frontex all’ANSA. Secondo quanto riferito, infatti, «Nelle tarde ore di sabato, un aereo di Frontex che sorvegliava l’area italiana di ricerca e soccorso nell’ambito dell’operazione Themis ha avvistato un’imbarcazione pesantemente sovraffollata che si dirigeva verso le coste italiane: come sempre in questi casi, abbiamo immediatamente informato tutte le autorità italiane dell’avvistamento». Non si sarebbe trattato dunque, come riferito dalla Guardia Costiera, di “un’unica persona visibile sulla coperta della nave”, ma di un’imbarcazione «che trasportava circa 200 persone». Inoltre se, come sostenuto da Frontex, sono state avvisate tutte le autorità competenti, perché a muoversi sono state solamente le motovedette della Guardia di Finanza per un’operazione di “law enforcement” e non è stata attivata un’operazione SAR?

Una tragedia evitabile?

Sono tanti gli interrogativi ai quali è urgente che venga data una risposta. E mentre buona parte dei corpi ingoiati dal mare non verranno mai restituiti alle famiglie, in quella che assume sempre più i contorni di una tragedia evitabile, il ministro degli Interni Piantedosi cerca di correggere il tiro, dopo le dichiarazioni rilasciate a caldo immediatamente dopo la strage («La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli»). «È mia intenzione definire, d’intesa con i miei colleghi interessati, degli interventi di natura normativa che affrontino i temi di particolare criticità, come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l’ingresso regolare degli stranieri» ha affermato il ministro, spingendosi fino ad un accorato «Fermatevi, vi verremo a prendere» rivolto ai migranti. Per quanto riguarda l’operato delle autorità, dichiara di non avere «motivo per ritenere che ci possano essere stati degli errori o delle omissioni». Nel frattempo, la procura di Crotone ha aperto un’inchiesta volta a ricostruire ciò che è possibilmente andato storto e possibilmente fare giustizia. La quale avrebbe comunque un retrogusto alquanto amaro.

[di Valeria Casolaro]

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8 Commenti

  1. Perché non possono emigrare con certa legalità, perché si mettono a rischiare l vita e dopo i colpevoli se la perdono sono i militari o gruppi di riscatto.
    Sempre una tragedia provocata per i trafficanti de uomini.loro devono essere colpiti e eliminati.sono solo pirati con la compiacenza di gruppi politici fanatici.

  2. Frontex ha segnalato l’imbarcazione, è vero, ma in quel momento le condizioni meteomarine erano BUONE e quindi correttamente NON ha segnalato alcuna situazione di pericolo. Per come funziona la Pubblica Amministrazione in italia in Guardia Costiera si sono detti “Ci sono emergenze? ah no’ Beh andiamo a dormire,,,,”mentre alla Guardia di finanza avevano INSONNIA. Che invece in base a fantasiose ricostruzioni Salvini o qualcun altro del Governo abbia dato l’ordine di non intervenire è pura follia, cosa che neanche nei fumetti………Vedrete cosa uscirà dall’indagine della magistratura, quello che c’è scritto in questo commento!!!

  3. Quante persone sono sparite in mare negli ultimi anni? Quante migliaia? Perché se ne parla solo ora, di questi 200? La morte di qualsiasi persona, sia essa povero, ricco, europeo, africano, asiatico mi addolora. Ma fa parte della vita, delle scelte che facciamo, del destino del caso.
    Non mi appassiona mai il caso della morte che assurge al prime pagine del giornali, per giorni e giorni. Ci vedo sempre, dietro, un gioco di potere e di politica, quella marcia.

  4. Grazie Valeria C.
    Forse il comportamento “criminale” è da considerarsi in parte migrato dalla zona dei “fuorilegge” e si estende, in molte occasioni, alle aree del potere. Comunicatori, finanza, politica, sanità…giudici, forze dell’ordine…
    Ieri un tassista mi ha detto:
    “la consapevolezza si sta allargando…”
    “Quanta verità può sopportare, quanta verità può osare un uomo? questa è diventata la mia vera unità di misura, sempre più
    (Friedrich Nietzsche).”

    …ma le persone intelligenti le incontro solo io?

    • Purtroppo sono sempre le persone più semplici ad essere le più sagge. Chi ha la mente offuscata dal gioco del potere ha perso l’umanità. E più sali nella scala gerarchica più la follia impazza. È una cosa che noto da molto tempo. E penso, l’animo rivolto al ritorno della vera umanità, quanto sarebbe bello se gli esseri umani umili, ma di buona volontà, riuscissero a ribaltare le sorti del mondo creando una vita migliore.

  5. Mi pare che le domande poste all’inizio dell’articolo più che cercare veramente una risposta suggeriscano una tesi ben precisa.
    Pur da umile cittadino forse sono in grado anch’io di fornire una risposta: la sede della guardia costiera di Roma è stata informata per conoscenza probabilmente perché l’imbarcazione non sembrava essere in pericolo immediato. Alla domanda successiva si può trovare risposta già nel rapporto della guardia di finanza che parla di un probabile traffico di migranti.
    Una vera domanda da porsi sarebbe, secondo me, quale interesse avrebbero avuto le autorità, e perché, nell’abbandonare e lasciar morire (perché se le accuse che gli vengono lanciate, velatamente o meno, da alcuni fossero vere è di questo che si tratterebbe) tutte quelle persone.

    • Forse è necessario chiarire: riguardo la seconda domanda, il “law enforcement” (operazione di polizia, mi fanno una gran rabbia questi inglesismi, o meglio americanismi, abusati in maniera insopportabile) è entrato in gioco perché il sospetto traffico di migranti è ovviamente, e giustamente, un reato).

      • William, corrette le tue osservazioni, ma è altrettanto evidente che se insieme alla Guardia di Finanza (per accertare il reato e catturare i colpevoli) si fosse mossa anche la Guardia Costiera (a fini SAR) probabilmente la tragedia non si sarebbe verificata o avrebbe avuto contorni più limitati.
        Tutto qui.
        A mio avviso “qualcuno” ha pesantemente sottovalutato la segnalazione dell’aereo di Frontex, magari non chiara, sarà la procura di Crotone ad indagare e speriamo a chiarire.
        Certo che se un mare forza 4 ferma la GdF o peggio la GC, siamo messi bene!
        Che poi l’atteggiamento più “duro” nei confronti dell’immigrazione clandestina da parte di questo governo, evidente dalle dichiarazioni iniziali di Piantedosi (che è riuscito ad andare oltre a ciò che in passato era riuscito a dichiarare Salvini) possa indurre certi “ritardi” o un atteggiamento più prudente nell’avvio delle operazioni SAR è una considerazione personale; io lo credo (un solerte funzionario magari in cerca di visibilità è sempre attento a seguire la corrente che tira), ma è solo un’opinione e non conta molto.

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