mercoledì 11 Dicembre 2024

Il Covid volge al termine? Pfizer vara il piano per confermare profitti record

Dopo aver incassato profitti da capogiro nel 2022 grazie alla vendita del suo vaccino anti-Covid a mRna, il colosso farmaceutico Pfizer – BioNTech prevede una diminuzione degli utili per l’anno corrente anche a causa della minore richiesta di vaccini da parte degli Stati che hanno scorte significative di sieri ancora da smaltire nei magazzini, ma non solo: il virus si è addomesticato e non fa più così paura. I medici spiegano che i casi gravi sono quasi spariti e sempre meno persone si sottopongono all’inoculazione: di conseguenza al ridimensionarsi dell’emergenza sanitaria, si sgonfia anche il business da record di uno dei principali colossi produttori di vaccini. Se da un lato, infatti, l’Ad del colosso farmaceutico, Albert Bourla, ha descritto il 2022 come «un anno di record», in termini di ricavi e di “soddisfazione” dei pazienti, dall’altro, ha definito il 2023 come «un anno di transizione» che dovrebbe condurre l’azienda verso un nuovo boom atteso per il 2024, anno durante il quale la società si attende una ripresa dei profitti.

Nel 2022 Pfizer ha realizzato un fatturato di 100,3 miliardi di dollari, cifra mai raggiunta prima, per un utile netto di 31 miliardi di dollari, mentre l’utile per azione è stato di 6,58 dollari: rispetto all’anno precedente, il fatturato è aumentato del 23%, i profitti sono saliti del 43% a 31,3 miliardi di dollari e l’utile per azione del 62% a 6,58 dollari. Per il 2023, invece, è previsto un forte calo con un fatturato che oscilla tra 67 e 71 miliardi di dollari, con un utile per azione tra i 3,25 e i 3,45 dollari. I ricavi dei prodotti anti-Covid però, secondo le dichiarazioni della compagnia, dovrebbero riprendere a salire nel 2024 con la fine delle scorte accumulate. Bourla ha dichiarato che il 2022 è stato «un anno di record, non solo in termini di ricavi e di utile per azione, che sono stati i più alti di sempre, ma soprattutto in termini di percentuale di pazienti che hanno avuto una percezione positiva su di noi e sul nostro lavoro».

Le prospettive per il 2023 sono meno rosee rispetto a quelle del 2022 anche a causa della fine del programma di acquisto vaccini e di prodotti anti-Covid da parte del governo americano, oltreché per il fatto che la domanda di sieri a mRna è calata con lo scemare della pandemia, mentre i governi acquistano meno lotti sia a causa della diminuzione della domanda sia per il fatto che molti vaccini acquistati non sono ancora stati utilizzati. Un quadro che ha lasciato gli analisti delusi circa le performance dell’anno in corso: la flessione dei ricavi, infatti, si prospetta più profonda del previsto e ciò spiega anche le resa non particolarmente brillante del titolo in borsa dopo la diffusione dei dati, prima in calo e poi intorno alla parità. Anche per il farmaco antivirale Paxlovid ci si aspetta un calo della domanda. Nel dettaglio, Pfizer prevede che nel 2023 le vendite dei vaccini crolleranno del 64%, per un valore di circa 13,5 miliardi di dollari, mentre quelle del Paxlovid caleranno del 58%, per un valore di circa 8 miliardi di dollari.

Tuttavia, l’azienda si è detta fiduciosa per il 2024, grazie al lancio di un gran numero di nuovi prodotti. Bourla ha dichiarato, infatti, che «I prossimi saranno i 18 mesi più importanti nella storia di Pfizer perché faremo qualcosa che non è mai stato fatto prima. Lanceremo 19 novità. La maggior parte di essi sono nuovi prodotti e alcuni di essi sono nuove indicazioni di prodotti esistenti. Secondo le nostre stime, questi nuovi lanci produrranno nel 2030 un fatturato di circa 20 miliardi di dollari.» La società si sta, dunque, riposizionando da un mercato governativo a un mercato privato, tornando alla normalità. Sebbene la speranza sia quella di raggiungere di nuovo le cifre record del 2022, sarà difficile che con l’attenuarsi della pandemia e con la fine dei contratti d’acquisto sottoscritti dagli Stati il colosso farmaceutico potrà eguagliare nuovamente le cifre dell’anno passato. «Nel 2022 abbiamo venduto a prezzi da pandemia più cicli di trattamento di quanti ne siano stati utilizzati alla fine. Ciò ha portato a una creazione di scorte governative che prevediamo venga assorbita nel 2023, probabilmente nella seconda metà. In quel periodo, prevediamo di iniziare a vendere Paxlovid attraverso i canali commerciali a prezzi commerciali», ha spiegato Bourla.

Allo stesso tempo, il presidente della società ha delineato degli scenari che nel 2030 potrebbero portare il produttore di farmaci a 84 miliardi di dollari di ricavi – o 70 in uno scenario meno ottimistico – esclusi però i farmaci per il COVID (vaccini e Paxlovid). Per raggiungere questi obiettivi di fatturato, l’azienda sta ampliando la gamma di prodotti farmaceutici con un gruppo di novità che comprende, tra gli altri, due vaccini contro l’RSV per donne incinte e per soggetti anziani, l’anticorpo bispecifico anti BCMA Elranatamab nel mieloma multiplo resistente o refrattario, Ritlecitinib nell’alopecia areata e numerosi altri prodotti.

Pfizer punta tutto, dunque, sull’investimento di nuovi prodotti farmaceutici in quanto con l’indebolirsi dell’emergenza pandemica il business dei vaccini si è sgonfiato: l’azienda deve, dunque, tornare alla normalità adottando prezzi commerciali e strategie ordinarie per pompare i ricavi nella speranza di ripetere le cifre record del 2022 raggiunte grazie ad accordi con gli Stati tuttora segretati. Allo stesso tempo, mentre Pfizer dichiara di avere effettuato incassi stellari e programma gli investimenti da qui al 2030, emergono sempre più studi scientifici (messi alla pubblica gogna) che evidenziano l’aumento o l’aggravarsi di determinate patologie a seguito della vaccinazione coi sieri a mRna.

[di Giorgia Audiello]

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4 Commenti

    • Infatti hanno abbassato, per esempio, il range nelle analisi del sangue che stabilisce la presenza o meno del diabete. Abbassando il livello con il quale si stabilisce se hai il diabete oppure no, adesso moltissime più persone risultano diabetiche e di conseguenza necessitano di farmaci e dispositivi per il diabete. Naturalmente non sono gratis, e le case farmaceutiche sono più contente…

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