giovedì 28 Marzo 2024

Bufale verdi: l’Unione Europea gonfia la spesa in favore dell’ambiente?

La spesa climatica dell’Unione europea sarebbe stata gonfiata di circa il 50%. È quanto ha denunciato la Corte dei Conti europea presentando l’esito del monitoraggio sul budget 2014-2020. Secondo la valutazione, l’Ue avrebbe totalizzato una spesa climatica pari a 216 miliardi di euro quando quella reale non supererebbe i 144 miliardi di euro. Per i magistrati, quindi, l’Unione europea avrebbe mascherato 72 miliardi di euro di misure che non aiutano affatto il contrasto del cambiamento climatico, in particolare, nell’ambito della Politica agricola comune (PAC). In questo modo, l’Unione avrebbe mancato di circa sette punti percentuali l’obiettivo di destinare almeno il 20% del proprio bilancio all’azione per il clima. Come dichiarato dalla Corte, infatti, la spesa climatica reale sarebbe pari a circa il 13% del bilancio dell’Ue.

Come anticipato, è nei finanziamenti agricoli che la spesa per il clima risulta particolarmente sovrastimata. Stando ai dati diffusi dalla Commissione, il 26% dei finanziamenti agricoli dell’Ue riguardava il clima, eppure – sottolineano i magistrati – è dal 2010 che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’agricoltura non diminuiscono. Ad esempio, nel caso dei finanziamenti all’agricoltura biologica, la rendicontazione ignora i potenziali svantaggi, come l’aumento delle importazioni di cereali da Paesi con norme ambientali meno severe. Analogamente, la Corte ritiene che la Commissione abbia sovrastimato il contributo fornito all’azione per il clima da altri finanziamenti per la coesione e le infrastrutture, quali quelli per il trasporto ferroviario, l’energia elettrica e le biomasse. La Corte segnala inoltre il rischio che gli importi pianificati o impegnati non vengano spesi, il che potrebbe tradursi in un’ulteriore sovrastima della spesa per il clima.

Nel complesso è l’intero sistema di calcolo della spesa climatica a far discutere. Ad oggi, la Commissione assegna dei coefficienti alle varie componenti dei programmi a seconda del rispettivo contributo atteso all’azione per il clima. Tuttavia, dal momento in cui l’attuale metodo di monitoraggio si basa esclusivamente su delle ipotesi, la modalità di rendicontazione presenta più di una criticità. Il contributo finale delle varie azioni finanziate al conseguimento degli obiettivi climatici dell’Ue, ad esempio, non viene valutato, così come non c’è alcun sistema finalizzato a monitorare i risultati raggiunti. I coefficienti utilizzati, inoltre, non sono sempre realistici: in alcuni casi – si legge nel testo diffuso dalla Corte dei Conti – la spesa è considerata pertinente al clima, nonostante i progetti e i regimi sostenuti abbiano su quest’ultimo un impatto scarso o nullo. In altri casi, poi, non si tiene nemmeno conto dei potenziali effetti negativi. Per la rendicontazione sulla spesa relativa al clima per il periodo 2021-2027 sono già stati implementati dei miglioramenti relativi ai metodi di rendicontazione, tuttavia, secondo la Corte, persistono ancora i principali problemi rilevati per il periodo precedente.

[di Simone Valeri]

 

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