sabato 20 Aprile 2024

Bombe sui bambini o disinformazione? Cosa sappiamo di quanto successo a Mariupol

Prima che essere un esempio di devastazione da guerra, il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol è un caso esemplare di confusione mediatica. Dichiarazioni, articoli di giornale, narrazioni, si sono rapidamente rincorse e smentite, rendendo impossibile farsi un’idea chiara di cosa sia successo il 9 marzo scorso. E questo non solo perché, come era prevedibile, la versione russa e quella ucraina sulla situazione all’ospedale sono diverse. Ma anche perché, in alcuni casi, sono le fonti di una stessa parte a divergere.

In questa situazione torbida, testate giornalistiche italiane non hanno comunque mancato di sospendere la deontologia professionale. Scegliendo arbitrariamente di trasmettere una sola versione, quella Ucraina, e spesso elevandola senza motivo a fonte certa e verificata, abbandonando oltretutto l’uso del condizionale. Ma le informazioni giunte, sino ad ora, non sono sufficienti per giudicare i fatti di Mariupol, rendendo evidente come siano  necessarie verifiche e conferme.

La notizia del bombardamento dell’ospedale pediatrico è stata data in primis dal premier ucraino Zelensky. Le sue parole, accompagnate da un video, sono state: «persone, bambini sono sotto le macerie. È un’atrocità! Per quanto tempo ancora il mondo sarà un complice che ignora il terrore? No fly zone adesso!». Tuttavia, quasi nello stesso momento, Pavlo Kyrylenko, attuale governatore del Donetsk Oblast, dichiarava che nell’attacco erano rimaste ferite 17 persone, ma che a quanto si sapeva non era morto nessuno: né donne né bambini. 

Da parte russa, poco dopo, è arrivata una decisa smentita, carica di accuse di fake news. Dmitry Polyanskiy, primo deputato e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite della Russia, ha polemizzato per il modo in cui mezzi d’informazione occidentali e le stesse UN hanno parlato dell’accaduto: «Ecco come nasce una fakenews. Abbiamo avvertito nella nostra dichiarazione del 7 marzo che questo ospedale è stato trasformato in un oggetto militare dai radicali. Molto inquietante che l’ONU diffonda queste informazioni senza verifica».

Il comunicato russo del 7 marzo effettivamente esiste. È stato infatti pubblicato due giorni prima del bombardamento sul sito ufficiale della Rappresentanza russa alle UN. Vi si legge che le Forze Armate ucraine avrebbero da un po’ di tempo occupato l’ospedale pediatrico di Mariupol, rendendolo un appostamento militare per il tiro: «I radicali ucraini mostrano il loro vero volto ogni giorno di più. La gente del posto riferisce che le forze armate ucraine hanno cacciato il personale dell’ospedale n. 1 della città di Mariupol e hanno allestito un sito di tiro all’interno della struttura. Inoltre, hanno completamente distrutto uno degli asili della città»

In rete è poi possibile leggere un articolo di lenta.ru, sito di informazione russo, che confermerebbe la versione del comunicato. Pubblicato l’8 marzo, riporta il racconto di un cittadino, Igor, secondo cui l’ospedale di Mariupol era già stato evacuato e occupato da forze militari non identificate. Ecco il paragrafo in questione tradotto in Italiano: 

Igor ha detto che gli ultimi giorni di febbraio persone in uniforme sono arrivate all’ospedale di maternità, dove lavora sua madre. Riferisce che non sa se fossero combattenti delle Forze Armate ucraine o del battaglione nazionalista “Azov” (bandito nella Federazione Russa ). I militari hanno distrutto tutte le serrature, disperso il personale dell’ospedale e posizionato punti di fuoco, per preparare, come hanno spiegato ai medici, la “fortezza di Mariupol” alla difesa. La reazione dei militari alle obiezioni è standard: colpi con il calcio dei fucili, sparando in aria”.

A chi credere dunque? Le informazioni al momento non permettono di pendere da nessuna delle due parti. Siamo nel classico campo della battaglia informativa che accompagna ogni guerra

Ieri mattina, inoltre, la BBC ha pubblicato un video dove Sergei Orlov, vice sindaco di Mariupol, dichiara che a causa del bombardamento ci sarebbero 17 persone ferite e 3 morti, fra cui un bambino. Le nuove dichiarazioni sono compatibili con quelle di ieri, fatte dal governatore Pavlo Kyrylenko, tuttavia non è chiaro se le persone decedute fossero all’interno dell’ospedale. 

Fra i quotidiani ucraini che hanno trattato l’aggiornamento, vi è ad esempio Lb.ua. che riporta, come fonte, dei nuovi dati sulle vittime il profilo telegram del Comune di Mariupol. Effettivamente vi si trova un post dove si parla di tre persone decedute. Però non si dice di un bambino fra queste, ma una bambina. E alcune testate, anche italiane, come l’Adn Kronos, hanno riportato che “il bambino” aveva 6 anni. Il sospetto, a questo punto, è che vi sia un errore e che si tratti non di una vittima del bombardamento ma della bambina di 6 anni morta per disidratazione

È in questo quadro ancora poco chiaro che testate come la Repubblica, hanno titolato “L’agonia di Mariupol: mamme e bambini colpiti in ospedale”. Oppure “strage di donne e bimbi”, come ha fatto il Giornale di Brescia. Ma il titolo più gridato è forse stato quello di La Stampa. Senza la minima prova infatti il quotidiano torinese titola “Orrore a Mariupol: i bambini nel mirino” dando a intendere al lettore non solo che vi siano certamente morti e feriti, ma addirittura che l’intenzione russa fosse proprio quella di colpire civili, in particolare i più piccoli. 

Quale fosse l’intenzione dei russi è ancora da verificare, così come è da verificare ogni lato di questa notizia. Abbiamo invece certezza su quella dei giornalisti italiani che se ne sono usciti con titoloni: sposare la narrazione comoda all’Occidente e ignorare tutto il resto. Evidentemente, quando si tratta di guerra in Ucraina, non interessa più come stiano davvero le cose. Non c’è bisogno di verificare, è vero, giusto, fondato, solo ciò che viene una delle due parti in causa. E, naturalmente, al pubblico italiano va riportato con qualche esagerazione o abbellimento emotivo: così si fanno pure tanti click. Ma questa non è deontologia giornalistica. 

[di Andrea Giustini]

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14 Commenti

  1. Anche questo articolo è inconclusivo… la critica finale seppur veritiera non supporta affatto la ricerca di questa testata della verità.
    Riuscite a sapere cosa è veramente successo?

  2. tutto questo mi ricorda un film del 1998 “Nemico Pubblico”. c’è un passaggio interessante alla fine del film che recita più o meno così ” e chi controllerà il controllore?” mettendo l’accento sulla questione dei fact-checker ante litteram. una società che dissimula attraverso la “propaganda” è stata ben descritta in un libro del 1929 intitolato appunta così dello Spin Doctor Bernays.

  3. L’articolo è da aggiornare, la donna incinta nella foto di AP, non di un blogger, è morta. Ricordate che il guerra la prima vittima è la verità

  4. Complimenti per l’articolo. Analisi seria che mira a capire la verità. Purtroppo né il mainstream italiano, né in generale quello occidentale non sono ormai affidabili. A partire dai fatti in Jugoslavia negli anni 90 diventa sempre peggio e adesso sembra di vedere l’apofeosi. Forse è ormai l’agonia dell’occidente…

  5. Quello che dovrebbe inquietare è questo battaglione Azof neonazista che fa parte dell’esercito ucraino (che fa base a Mariupol) e che è già stato denunciato per crimini di guerra e tortura… Non so se qualcuno ha ascoltato il vertice ONU dove la russia ha denunciato la presenza di biolaboratori in ucraina, ma tra i vari interventi c’è quello dell’Albania in cui viene detto che non c’era nessuna guerra in Ucraina prima del 2022 e che non ci sono stati bombardamenti, quando nella realtà 13000 persone sono morte e una guerra civile era in atto. Guardate quello che denuncia Anne Laure Bonnel e già da molti anni…

  6. Di cosa ci stupiamo ?
    Da sempre i media , specialmente in Italia , devono suscitare scalpore, a chi importa L verità ?
    Beppe Grillo, quando ancora faceva il comico per passione, disse “ se non leggi i giornali , i fatti non succedono “

    Siamo dentro un loop , non se ne uscirà più , ricorda molto un episodio di black mirror

    • Non credo ci siano sufficienti informazioni per sostenere che fosse una fake news. Concordo nella necessità di essere cauti. Ma perché l’avete inserito questo articolo nella lista degli “anti fake news”?

    • Proprio su Mariupol ho visto un video in cui si vede chiaramente una fila lunghissima di persone che va a ricevere il pane gratis da militari russi,con fascia bianca al braccio sx. Il pane è custodito in un camion. Sul mio profilo Facebook Francae Elisabettaliannucci sono riuscita a pubblicare il link.Cliccando su di esso appare il video sopra descritto.

  7. sono state pubblicate foto di una donna incinta che esce dall’ospedale. E “il post” ben analizza come queste foto siano vere.

    • Che siano vere non ci piove. Che sia stato bombardato altrettanto. Che siano attori di una rappresentazione è anche possibile visto a cosa ci ha abituato la stampa anche in tempi non di guerra. Ormai si raccontano storie e potremmo essere tutti in uno Truman Show inconsapevoli.

      La stampa dovrebbe essere obiettiva passare le informazioni così come sono con tutti i dubbi e le possibilità (come si fa qui) e non ricamarci sopra. Quello è compito degli scrittori. Sono loro a raccontare storie. La visione attraverso un obiettivo può essere totalmente artefatta e non rappresentare la realtà.

      L’unica cosa che dovrebbe interessare le parti in campo è fare ritornare la pace e operare perchè si trovi un accordo soddisfacente per tutti anche alla luce delle perdite che stanno accadendo su entrambi i fronti indubbiamente.

      • Osservazione giustissima! Alimentando l’odio con le fake news ci fanno allontanare sempre di più dalla pace.

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