giovedì 25 Aprile 2024

No, il Senato non ha approvato un emendamento contro la libertà di espressione

Ultimamente sulle app di messaggistica, come WhatsApp e Telegram, sta circolando un messaggio in cui viene affermato che il Senato avrebbe approvato un emendamento «del senatore Gianpiero D’Alia (UDC)» al «cosiddetto pacchetto sicurezza (DDL 733)», in base al quale verrebbe punito «qualunque cittadino che dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o ad istigare (cioè criticare?) contro una legge che ritiene ingiusta». Si tratta però, per due motivi, di una vera e propria fake news: da un lato, infatti, abbiamo a che fare con una notizia vecchia di oltre 10 anni e, dall’altro, l’emendamento incriminato – ovvero la proposta di modifica n. 50 – non è alla fine mai stato convertito in legge.

Per quanto riguarda il primo punto, infatti, bisogna innanzitutto ricordare che D’Alia è stato un senatore della Repubblica, ma dal 2008 al 2013. Inoltre, egli non fa più parte dell’UDC dal 2016, fatto di cui si può venire facilmente a conoscenza consultando Wikipedia. In maniera coerente rispetto a tutto ciò, dunque,  il «pacchetto sicurezza» a cui si fa riferimento, ovvero il disegno di legge n.773, venne approvato definitivamente nel lontano 2009, ma l’emendamento di D’Alia non fu convertito in legge. Infatti anche se, come riportato nel testo del messaggio, il Senato approvò effettivamente questa proposta di modifica, essa fu successivamente abrogata.

L’emendamento, avente ad oggetto la «repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet», fu infatti ampiamente criticato, e si arrivò alla sua abrogazione grazie ad un ulteriore emendamento proposto dal deputato di Forza Italia Roberto Cassinelli, il quale tra l’altro affermò che l’ordinamento italiano fosse «già dotato delle norme atte ad impedire e punire l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato».

[di Raffaele De Luca]

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