venerdì 26 Aprile 2024

Instagram e Twitter censurano i post che denunciano le violenze israeliane

Instagram e Twitter stanno censurando i post ed eliminando gli account degli utenti che condividono contenuti critici sugli sgomberi delle famiglie palestinesi dalle loro case situate nel quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme est. La settimana scorsa, infatti, le persone hanno segnalato la rimozione di foto, video e post che documentavano e denunciavano gli attacchi violenti della polizia israeliana e dei coloni ebrei nei confronti dei palestinesi che stavano protestando pacificamente contro l’imminente minaccia di essere sfrattati dalle loro abitazioni. Successivamente, però, i social in questione si sono giustificati affermando che tutto ciò fosse riconducibile a degli errori di sistema. Tuttavia nei giorni seguenti, precisamente nella giornata di lunedì, una coalizione formata da più di 20 organizzazioni e gruppi di attivisti per i diritti digitali li ha accusati di continuare a censurare centinaia di contenuti del genere.

Tali associazioni hanno infatti firmato un testo nel quale affermano che ciò costituisca una «grave violazione dei diritti fondamentali dei palestinesi, compreso il loro diritto alla libertà di espressione ed alla libertà di associazione e riunione online», e che «Facebook (di cui fa parte Instagram) e Twitter si erano impegnati ad onorarli, in conformità con i Principi guida delle Nazioni Unite riguardanti le imprese ed i diritti umani». Inoltre, sulla base di ciò la coalizione chiede a tali piattaforme di «smettere immediatamente di attuare la censura e ripristinare gli account e il contenuto delle voci palestinesi», nonché di «avviare un’indagine sulle rimozioni degli account e dei post relativi a Sheikh Jarrah e condividere le ragioni alla base delle stesse in modo trasparente e pubblico».

Non si tratta comunque della prima volta che sui social network si verificano casi di censura nei confronti di post in favore dei palestinesi. A tal proposito 7amleh, una delle Ong firmatarie del testo, già nel 2020 aveva pubblicato un rapporto in cui venivano denunciati gli sforzi sistematici atti a rimuovere tali contenuti dai social, mentre nel 2018 ne aveva redatto un altro incentrato sulla discriminazione attuata da Facebook nell’ambito della moderazione dei contenuti palestinesi.

[di Raffaele De Luca]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

1 commento

  1. A me censurano e rimuovono video da youtube. Video di Leonardo Facco, Stefano Scoglio, Franco Trinca, Sonia Savioli, Dottor Annese, e altri. Youtube, da luogo di libertà d’espressione e d’opinione, è diventato un organo informativo conforme alla vulgata corrente di potere.
    Una ciofeca politicamente e sanitariamente corretta.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI