Boris Johnson, primo ministro britannico, si impegnerà a porre fine al sostegno del governo ai progetti esteri sui combustibili fossili. L’evento si svolgerà durante la giornata di oggi, esattamente 5 anni dopo l’adozione dell’accordo di Parigi sul clima. L’obiettivo sarà stimolare altri paesi a compiere mosse simili a quella inglese per affrontare il cambiamento climatico, ha dichiarato l’ufficio di Johnson. Sembrerebbe aver avuto successo, quindi, la lettera inviata al premier inglese, da parte di una coalizione di ONG (Global Witness, Friends of the Earth…), che lo invitava a “mostrare leadership climatica”.
La nuova politica entrerà in vigore “il prima possibile” e non comporterà alcun ulteriore sostegno statale ai progetti di petrolio, gas naturale o carbone all’estero, anche tramite aiuti allo sviluppo, finanziamenti all’esportazione e promozione commerciale. Tuttavia, ci sarebbero “eccezioni molto limitate” per le centrali elettriche a gas entro “parametri rigorosi” in linea con l’accordo di Parigi, afferma il comunicato.
Lo scopo dell’evento è quello di spianare la strada alla COP 26 (Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) il prossimo anno a Glasgow, in Scozia, rinviata a causa della pandemia da coronavirus.