lunedì 3 Novembre 2025

Agroforestazione: la rivoluzione silenziosa contro il disboscamento nel sud-est asiatico

Nel cuore verde del Sud-Est asiatico, una rivoluzione silenziosa sta salvando le foreste tropicali. In 38 regioni dell’area, l’adozione della tecnica dell’agroforestazione – l’integrazione sistematica di alberi e arbusti nei paesaggi agricoli – ha provocato un’inversione di tendenza rispetto alla deforestazione selvaggia, che per anni ha minacciato questi territori. Secondo uno studio internazionale pubblicato su Nature Sustainability, grazie a questa pratica si è ottenuto, in media, un calo annuo della deforestazione pari all’1,08%. Questo risultato si è tradotto in una tutela aggiuntiva di oltre 250.000 ettari all’anno e una riduzione delle emissioni pari a quasi 59 milioni di tonnellate di CO2.

Lo studio, realizzato dalla National University of Singapore, dalla Vietnam National University di Hanoi e dalla Chulalongkorn University di Bangkok, ha analizzato i dati fra il 2015 e il 2023 in 38 regioni subnazionali. I ricercatori spiegano che l’agroforestazione porta benefici ramificati: maggiore biodiversità, suoli più sani, produttività agricola potenziata e, cosa cruciale nel contesto climatico, riduzione dell’emissione di anidride carbonica. La riduzione media dell’1,08% della deforestazione è stata osservata in 22 delle 38 regioni; nelle restanti 16, la deforestazione è aumentata, ma solo dello 0,64% in media. Le aree che hanno tratto maggior vantaggio sono state quelle con alte concentrazioni di carbonio (HCS, High Carbon Stock). I Paesi dove la pratica si è dimostrata più efficace includono il Laos, regioni del nord-Vietnam, il Myanmar settentrionale, il Borneo e la Malesia peninsulare. Al contrario, la Cambogia orientale ha registrato un aumento della deforestazione. Gli autori sottolineano che la chiave del successo è spesso la gestione comunitaria del territorio: ad esempio, in Indonesia le “aree forestali sociali” gestite dalle comunità sono passate da 1,8 milioni di ettari nel 2018 a 5 milioni nel 2022.

Questo risultato assume un rilievo particolare in un momento storico in cui l’azione per la tutela delle foreste tropicali è imprescindibile per mitigare il cambiamento climatico e preservare gli ecosistemi più fragili. Il Sud-Est asiatico ospita circa il 15% delle foreste naturali mondiali, ma negli ultimi vent’anni ha perso territori pari all’estensione della Thailandia. L’agroforestazione emerge come una strategia concreta: non solo fermare il disboscamento, ma facilitarne la riconversione in paesaggi produttivi sostenibili, combinando la tutela delle piante native con le coltivazioni agricole. I ricercatori avvertono che non tutte le esperienze sono uguali e che la mera introduzione di alberi non basta: servono diritti territoriali chiari, coinvolgimento della comunità locale e adeguati incentivi economici. Senza questi elementi, il rischio è che l’agroforestazione diventi un pretesto per un’espansione agricola che continua a spingere sull’ecosistema boschivo. La foresta non ha solo bisogno di essere protetta, ma può essere parte attiva del tessuto agricolo-ambientale, attraverso un sistema che unisca rigore, partecipazione e visione.

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