domenica 28 Aprile 2024

Perché i filantropi non ci salveranno

Coloro che sono definiti “filantropi” vengono descritti come persone illuminate che vogliono aiutare il mondo cercando di porre fine alla sua sofferenza. La narrazione dominante dipinge tali personaggi come benefattori che, come tali, aiutano senza volere niente in cambio, senza secondi fini. I moderni filantropi sono persone che dall’alto della propria potenza economica e politica – spesso pari o superiore a quella di interi stati – decidono di “ritirarsi” dagli affari per dedicare la maggior parte del proprio tempo ad attività e progetti utili all’umanità. Queste persone vogliono quindi cercare soluzioni ai problemi del mondo dovuti ad un totale squilibrio e sbilanciamento sociale ed ecologico intriso di iper-consumo, egoismo, depauperamento iper-elitario in cui vi è, tanto a livello socio-economico tanto da un punto di vista ecologico, una crescente capitalizzazione del profitto a fronte di altrettanta crescita della socializzazione delle perdite. In altre parole, queste persone voglio diminuire la sofferenza di un mondo in cui sempre più persone soffrono le condizioni economiche e sociali in cui vivono, con un sempre maggior degrado del territorio e dei sistemi ecologici, mentre una piccola cerchia di persone ha patrimoni personali che sono al pari del PIL di intere nazioni. I benefattori, i filantropi, appartengono a questa ristrettissima cerchia.

I maggiori filantropi hanno fondato società che spesso hanno assunto posizione di monopolio nel proprio settore creando un impero economico globale. Vista l’enorme potenza di fuoco del capitale economico-politico e sociale accumulato e gestito, il leader d’azienda decide di “ritirarsi” e di dedicare la maggior parte del proprio tempo ad attività di interesse per l’umanità e la sua salvezza, ascendendo così allo status di filantropo. E come esiste una gerarchia tra gli angeli non può che esistere anche tra i filantropi. Tra coloro i quali appartengono al rango superiore certamente si può annoverare Jeff Bezos e Bill Gates.

L’Impero di Jeffrey Bezos

Jeffrey Preston Bezos è il fondatore del colosso Amazon, con una decina di società controllate, attivo principalmente nell’e-commerce ma che sta adesso espandendo i propri affari in moltissimi settori: hardware e software, alimentazione, spedizione, abbigliamento, servizi online, vendita farmaci, editoria, media e intrattenimento. Il magnate statunitense è stato anche il fondatore di Blue Origin, la società impegnata nel volo spaziale e che certamente vorrà essere partecipe alla partita della privatizzazione dello spazio condotta per adesso con SpaceX di Elon Musk. Nell’ottobre del 2013, Bezos ha comprato – per 250 milioni di dollari – il Washington Post facendo storcere la bocca a molti per un giornale storico che diventava così di dubbia affidabilità. Nel 2017, per un valore di 14 miliardi di dollari, è venuta la volta dell’acquisizione del Whole Foods Market, una catena rinomata di prodotti biologici molto famosa negli USA, in Canada e in Gran Bretagna. PillPack, specializzata nel preparare in maniera personalizzata le medicine che richiedono la ricetta e spedirle a domicilio, è stata comprata dal magnate nel 2018, per circa un miliardo di dollari, permettendogli di entrare nel settore sanitario. Dal gennaio 2018 Amazon è coinvolta con la holding Berkshire Hathaway di Warren Buffett e la banca JPMorgan Chase, in un nuovo servizio di assistenza sanitaria riservato – per il momento – ai dipendenti (1,2 milioni) delle tre società. Essendo un ex di Wall Street, tra le tante altre aziende “minori” non possono mancare investimenti prodotti con la propria società venture capital, Bezos Expeditions che ha prodotto miliardi di dollari con l’acquisto delle prime azioni alla nascita di GoogleIl suo mantra, la sua filosofia è: “Get Big Fast”.

“Il peggiore boss del mondo”

Bezos si è poi dedicato alla filantropia, adesso fa donazioni a varie organizzazioni che si interessano di: editoria, supporto ai senzatetto e programmi per la fornitura di cibo, borse di studio per giovani immigrati. Nel febbraio 2020 ha promesso 10 miliardi di dollari per combattere il cambiamento climatico attraverso il Bezos Earth Fund. Nel maggio 2014, la Confederazione Internazionale dei Sindacati ha nominato il fondatore di Amazon Peggior Boss del Mondo. La segretario della CIS, Sharan Burrow, ha detto: «Jeff Bezos rappresenta la disumanità dei datori di lavoro che promuovono il modello aziendale nordamericano». Nel 2019, Harvard Business Review, che ha classificato Bezos come CEO con le migliori prestazioni per 4 anni consecutivi dal 2014, non lo ha nemmeno inserito tra i primi 100 in riferimento ai punteggi ESG (ambiente, sociale e governance) relativamente bassi di Amazon che riflettono «i rischi creati dalle condizioni di lavoro e dalle politiche per l’occupazione, dalla sicurezza dei dati e dalle questioni antitrust». Sempre nel 2019, Bezos ha finanziato con 1 milione di dollari una campagna contraria all’elezione di Kshama Sawant nel Consiglio di Seattle – città della sede centrale di Amazon – senza riuscire però ad estromettere la candidata socialista molto critica nei confronti dell’azienda.

Nonostante l’apparente volontà incondizionata di aiutare l’umanità, Bezos risulta non essere disposto a fornire salari adeguati ai propri dipendenti, a fermare il controllo sempre più pervasivo e invasivo dei propri dipendenti e a interrompere le pratiche monopolistiche. Inoltre le convinzioni umanitarie di un filantropo non sembrano essere così importanti da impedirgli da agire contro di esse per quattrini. Bezos, infatti, si è sempre dichiarato contro i respingimenti degli immigrati alla frontiera con il Messico eppure Amazon non si è attardata nel fornire alla United States Immigration and Customs Enforcement (ICE) la tecnologia per la sorveglianza e il riconoscimento facciale utilizzata nelle operazioni condotte sul confine messicano.

Il guru Bill Gates: campione dei filantropi

William Henry Gates III, noto a tutti come Bill Gates, è il guru dell’informatica e fondatore del gigante Microsoft, incontrastato vincitore della prima era digitale. Nel 2008 ha fondato un’azienda dal nome bgC3, acronimo di Bill Gates Catalyst 3, attiva in servizi tecnologici e scientifici, analisi industriale e ricerca, design e sviluppo di hardware e software per computer, oltre ad essere il think thank personale rispetto alle attività svolte da Gates. Gli investimenti del multi-miliardario sono moltissimi e ha fondato, comprato e investito in aziende di tutti i settori: aviazione, ferrovie, nucleare, ricerca, diffusione della ricerca scientifica, farmaceutica, geolocalizzazione spaziale ma anche una grande quantità di terreni agricoli. Nel 1997, Gates – insieme alla ormai ex moglie – ha fondato la Bill and Melinda Gates Foundation, un ente no-profit che tra i suoi obiettivi annovera la rimozione della povertà e la promozione di progetti educativi e sanitari.

La sua discussa amicizia con il pedofilo Jeffrey Epstein è stata al centro di rivelazioni circa finanziamenti segreti di Gates a centri di ricerca e istituzioni universitarie. É il caso, per esempio, del finanziamento del 2014 effettuato da Gates nei confronti del MIT che coinvolgeva anche Epstein. «La segretezza nel finanziamento dei programmi accademici è molto problematica. Le aziende e i miliardari che le gestiscono piegano sempre i programmi di ricerca (e talvolta anche i risultati) ai loro interessi», scrisse all’epoca la professoressa dell’Università della Virginia, Siva Vaidhyanathan.

Salute per tutti, se compatibile con il capitalismo

Il filantropo, attraverso la Bill and Melinda Gates Foundation, è il secondo finanziatore dell’OMS – dopo gli USA e prima della GB – e partecipa anche alla GAVI Alliance che è la quarta finanziatrice dell’organizzazione. Attraverso la propria fondazione e la sua rete, Gates è coinvolto in decine di programmi inerenti la salute, le cure, lo stile di vita, l’educazione, l’alimentazione etc. di molti paesi nel mondo, specie in Africa. Come Bezos ed altri, Gates ha trovato giovamento economico e di immagine dalla situazione creatasi con la pandemia da Sars-Cov2: la sua posizione è pressoché dominante sulla scena pandemica, sia sul palco che nelle retrovie delle lobby, era presente anche a Roma al Global Health Summit del G20.

Come spiegato in un articolato e lungo articolo di The New Republic, Gates è colui che ha lavorato affinché il tabù dei brevetti e della proprietà intellettuale su questioni di grande rilevanza umana globale rimanesse intatto: è stato il paladino del profitto sulla salute. Nonostante molti paesi del mondo – molti dei quali sono quelli in cui Gates opera e che dice di voler aiutare – chiedano di poter produrre in autonomia il vaccino, non viene rilasciato il know-how necessario. Le aziende farmaceutiche, con il ruolo decisivo di Gates, chiedono che – invece di revocare o sospendere i brevetti sui vaccini – i paesi ricchi si adoperino (a proprie spese) a fornire più vaccini ai paesi più poveri attraverso covax, l’iniziativa pubblico-privata diretta dallo stesso Gates. Niente carità e umanità, niente benevola volontà di salvezza e aiuto incondizionato e disinteressato del prossimo: vacciniamo il mondo, sì, a prezzi magari sostenibili ma non certamente rinunciando ai profitti.

Stili di vita incompatibili con il pianeta

D’altronde non è con la filantropia che si può costruire una casa di più di 6.000 metri quadri con 24 bagni e 6 cucine e per cui sono stati utilizzati abeti Douglas di 500 anni e con una tecnologia che la potrebbe far somigliare ad una base militare: il suo nome è Xanadu 2.0. Non molto in linea con gli standard di vita di chi ha in mente di salvare il mondo dal così detto “cambiamento climatico” o dall’enorme degrado ecologico a cui tali stili di vita contribuiscono. Provate a immaginare se tutti avessimo case di questo genere. Oppure la nuova “barca”lunga 127 metri – che  Bezos ha commissionato per 500 milioni di dollari, che risulta alquanto ideologicamente incompatibile con il Bezos Earth Fund e i suoi scopi ambientalisti. La loro vita personale stride enormemente con le dichiarazioni pubbliche e i servizi dei mass-media che li incensano, per non parlare delle aziende da loro fondate e sviluppate con lavoratori sfruttati e umiliati e socializzazione del degrado sociale ed ecologico per il proprio tornaconto e profitto oltremodo smisurato.

Oltre le parole, i fatti pongono sotto diversa luce i così detti filantropi che vorrebbero essere presentati come benefattori disinteressati. Invece, l’interesse c’è ed è evidente e ramificato come l’insieme degli interessi di questi filantropi che spiccano in posizione dominante sulla società. In altre parole, i campioni del sistema sociale odierno, ingiusto, ineguale e tossico dovrebbero essere coloro di cui fidarsi e a cui affidarsi per risolvere tutti quei problemi creati dallo stesso sistema sociale di cui essi sono campioni incontrastati e che permette loro di vivere al di sopra di tutto e tutti.

[di Michele Manfrin]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

3 Commenti

  1. Se questi cosiddetti “filantropi” agiscono per il bene dell’umanità (e mi faccio grasse risate) io sono minimo minimo San Francesco (e non lo sono manco di striscio ovviamente…). Questi sono criminali internazionali altro che, gente che andrebbe arrestata all’istante e buttata in galera fondendo dopo le chiavi delle cella per non aprirla mai più

  2. Ma vi pare possibile che uno come Gates, che nel corso della sua vita ha monopolizzato il mercato informatico, all’improvviso si converte sulla via di Damasco e diventa un benefattore? Soldi e potere sono una droga e costui è proprio “tossico”.
    E’ poi paradossale che questi filantropi operino la loro “beneficenza” in settori che hanno contribuito a distruggere: Bezos che aiuta i senza tetto mentre sfrutta i lavoratori è proprio una barzelletta di cattivo gusto…

  3. ..e non vogliamo parlare del padrone di Facebook?
    Filantropo in modo plateale ma con interessi -anche- nel campo sanitario, con evidenti problemi di gestione dei dati personali degli utenti e che sicuramente non è stato danneggiato da quello che accaduto nell’ultimo anno.

Comments are closed.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI