Nelle ultime settimane, il Nepal è stato attraversato da un’ondata di proteste senza precedenti che ha scosso le fondamenta politiche del Paese. Migliaia di giovani, organizzati in modo spontaneo e diffuso soprattutto attraverso piattaforme digitali, sono scesi in piazza per opporsi a un decreto governativo che imponeva forti limitazioni a molte piattaforme internet e forme di controllo alla comunicazione digitale accusate di voler silenziare il dissenso. Le proteste, iniziate a Kathmandu e rapidamente dilagate in tutto il Paese, hanno assunto proporzioni tali da provocare, nel giro di pochi g...
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Io guarderei con attenzione la posizione geografica di questa nazione ( tra Cina e India ) ed il recente avvicinamento ai BRICS ; sinceramente mi pare una motivazione quantomeno inverosimile la limitazione dei social per scatenare proteste cosi rapide e violente tanto da incendiare la sede del governo.
Temo , come accennato da altri lettori, che sia stato applicato il solito copione in stile maidan sotto la guida dei soliti ignoti …. Naturalmente è una personale opinione .
Confermo che il dubbio viene, eccome!
Le rivendicazioni dei giovani Nepalesi, che alla base sembrano più che leggittime, possono essere offuscate dal fatto che la reazione alla chiusura di 26 social di cui alcune big Facebook, instagram, youtube, ecc., così forte e violente sembrano anche sintomi di una grave astinenza ad in uso eccessivo delle piattaforme digitali: FOMO (fear of missing out).
Siamo sicuri che invece di essere un’operazione popolare non sia la solita operazione degli amerdicani che vogliono influire sulle relazioni dei paesi che non sono allineati? Perché da quello che ho letto sembrava che ci fosse un minimo di apertura Verso la Cina
Uguale uguale come in Itaglia!
Ammirazione totale verso un popolo unito che si è fatto sentire e che costringerà la nuova classe politica ad un cambiamento profondo. Spero ne facciano tesoro anche i governanti europei perchè siamo molto vicini ad un punto di non ritorno.