Dopo quasi due anni di massacri e oltre 50.000 persone uccise, Giorgia Meloni e Antonio Tajani si sono resi conto che Israele – forse – sta esagerando. Ci è voluto un colpo di carro armato su una chiesa cattolica, l’unica della Striscia di Gaza, a scatenare una reazione da parte della «madre cristiana» e del «ministro degli Esteri più sfigato della storia»: condotta «ingiustificabile», ha detto la presidente del Consiglio, attacchi «inammissibili» per Tajani. Parole dure, a cui tuttavia non sono seguite azioni altrettanto concrete per impedire che quello che hanno condannato si verifichi. Eppure, la lista di cose che il governo potrebbe fare per esercitare una reale pressione su Tel Aviv è interminabile: riconoscere lo Stato di Palestina, sospendere i trattati con Israele, sanzionare i ministri israeliani, i coloni, le entità che collaborano con il genocidio. Tutte misure che non solo il governo non ha preso, ma che ha ostacolato in ogni sede.
Gli strumenti che l’Italia avrebbe a disposizione per fare la sua parte per fermare il genocidio in Palestina sono diversi e di diversa natura. Sul versante politico e diplomatico, l’Italia potrebbe in primo luogo riconoscere lo Stato di Palestina, come in Europa hanno già fatto Irlanda, Norvegia, Slovenia e Spagna. Il riconoscimento della Palestina è stato proposto svariate volte dai partiti di opposizione, ma le iniziative politiche più coraggiose sono arrivate da circuiti esterni al Parlamento, come dall’Associazione Schierarsi; malgrado la proposta abbia in più occasioni raggiunto i banchi del parlamento, il governo vi si è opposto ogni volta, l’ultima delle quali a maggio; in generale, l’esecutivo si è limitato ad approvare misure per il riconoscimento nel contesto di «soluzioni negoziate», con Israele a ricoprire una posizione di forza.
L’Italia potrebbe anche sospendere il memorandum d’intesa con Israele in materia di cooperazione militare, come già era stato chiesto da diversi giuristi e associazioni. I promotori della misura hanno ricordato che la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha riconosciuto la plausibilità del genocidio in atto contro il popolo palestinese; in tal senso, la sospensione del memorandum rispetterebbe gli obblighi italiani ai sensi della cosiddetta “Convenzione Genocidio”, che chiede a tutti i firmatari di prevenire che tale crimine venga commesso. Nonostante le richieste, il memorandum è stato rinnovato, e mezz’ora dopo le dichiarazioni di condanna di Meloni e Tajani per il bombardamento della Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, il parlamento ha bloccato una mozione per sospendere l’accordo. Allo stesso modo, l’Italia potrebbe muoversi per chiedere la sospensione dell’Accordo di associazione UE-Israele, come già fatto da Irlanda, Slovenia e Spagna. L’interruzione dei rapporti tra Unione Europea e Stato ebraico sarebbe giustificata dagli stessi contenuti dell’Accordo, che si fonda sul rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, come sancito dalle premesse e dall’articolo 2 del testo. Malgrado ciò, il governo italiano si è sempre opposto a una simile misura, e martedì 15 luglio, l’UE ha deciso di non rivederlo.
Una iniziativa solida e motivata da diversi trattati internazionali è quella di impedire il transito portuale e aeroportuale di armi destinate a Israele. A farlo in Europa sono già state il Belgio e in numerose occasioni la Spagna. Il commercio e il transito di armi verso un Paese accusato di commettere crimini contro l’umanità vanno contro le disposizione della CIG e il Trattato sul commercio di armi (ATT), che prevede l’interruzione del commercio diretto e indiretto di attrezzature e tecnologie militari, comprese parti e componenti, «qualora vi sia il rischio concreto che tali attrezzature e tecnologie possano essere utilizzate per commettere o facilitare una grave violazione del diritto umanitario internazionale o del diritto internazionale dei diritti umani». L’Italia tuttavia non ha mai impedito il transito di carichi di armamenti verso Israele, come successo a Venezia e in numerosi altri porti.
Un’altra misura possibile e dai risvolti concreti è quella di interrompere il commercio con le colonie, come richiesto da 9 Paesi europei. Tale misura andrebbe incontro al parere consultivo espresso dalla CIG nel luglio dell’anno scorso, secondo cui gli Stati avrebbero l’obbligo di astenersi da relazioni contrattuali, commerciali, diplomatiche, e politiche con Israele in tutti i casi in cui esso agisca nei territori occupati, o in cui farlo potrebbe consolidare la sua presenza nelle colonie. La presenza coloniale israeliana è stata dichiarata più volte illegale da risoluzioni vincolanti e non: tra le prime, si ricordi la risoluzione 446 del Consiglio di Sicurezza del 1979 che definisce gli insediamenti privi di «validità giuridica», sostiene che la pratica costituisce una «flagrante violazione del diritto internazionale», e chiede a Israele di interromperla. La risoluzione 2334 del 2016, la più recente tra le vincolanti, reitera questi stessi punti.
Ultime, ma non meno importanti, le sanzioni. In Europa, il Regno Unito ha approvato sanzioni contro colonie e coloni israeliani, Irlanda e Spagna hanno annunciato analoghe misure, mentre la Slovenia ha sanzionato e dichiarato personae non gratae i ministri estremisti Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir. Possibile oggetto di sanzioni sono anche Netanyahu e il suo ex ministro Yoav Gallant, verso cui la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati d’arresto internazionali; a invitare gli Stati a prendere in considerazione l’emissione di sanzioni è stata a più riprese anche la Relatrice Speciale per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese. L’Italia, tuttavia, si è sempre pubblicamente opposta a tale misura bloccando mozioni che chiedevano di metterla in atto. È successo lo scorso maggio, mentre a giugno Tajani ha definito l’ipotesi di sanzionare Israele una misura «velleitaria».
Giornali d’oggi, ma ogni giorno è uguale, FQ, l’esercito Israeliano spara sui Civili e uccide 60 persone e ne ferisce cento.
Repubblica, pesantissimi attacchi della Russia su Kiev ed Odessa almeno un morto.
Risultato migliaia di Miliardi stanziati dai Nazi Fascisti Criminali Imperialisti per schiavitù agli USA dell’EU, nulla contro Israele, Assassini compagni di merenda che non sanno nemmeno più che i numeri sono numeri, non invenzioni quando fa comodo.