Israele ha arrestato Marco Mazzon e Martina Viglione, due attivisti italiani di Mediterranea Saving Humans e Operazione Colomba, mentre stavano documentando le violenze dei coloni e dei soldati israeliani sui palestinesi in Cisgiordania. I volontari registravano un gruppo di coloni armati. Poco dopo, sono sopraggiunte sul posto le forze delle IDF per arrestare un civile palestinese; i soldati hanno fatto spegnere le videocamere ai volontari, e li hanno arrestati con l’accusa di intralcio a pubblico ufficiale. Due diverse fonti verificate che stanno seguendo il caso hanno confermato a L’Indipendente che i volontari italiani al momento non si trovano più sotto custodia delle autorità di Tel Aviv. Tuttavia la loro vicenda non può ancora dirsi conclusa. In mattinata uno di loro è stato ascoltato dall’Ufficio immigrazione israeliano e nelle prossime ore si attende la decisione delle autorità, che potrebbero ordinare la loro espulsione dal Paese.
L’arresto degli attivisti italiani è avvenuto ieri, giovedì 26 giugno. I due volontari si trovavano sulle colline a sud di Hebron, nel villaggio di Khirbet al-Rakiz, dove stavano filmando i coloni, armati di fucili. Poco dopo, sono arrivati sul posto i soldati israeliani, che hanno chiesto ai volontari i loro passaporti e hanno affermato che i due non avessero l’autorizzazione di filmarli, nonostante, sottolinea il quotidiano israeliano Haaretz, non esista davvero una legge che lo vieti; gli attivisti hanno spento le loro attrezzature, ma sono stati comunque arrestati e portati in stazione, dove sono stati sottoposti a un interrogatorio. Dopo l’interrogatorio, è stato loro ordinato di dirigersi presso l’Autorità Israeliana per l’Immigrazione di Ramla, nei pressi dell’aeroporto Ben Gurion, dove uno di loro si è recato questa mattina. Al momento nessuno dei due si trova sotto custodia delle autorità di Tel Aviv, ma entrambi attendono ancora la pronuncia dell’Ufficio immigrazione. Secondo Haaretz è molto probabile che i due volontari vengano espulsi; se dovesse accadere, è possibile che l’ordine di espulsione venga accompagnato da un divieto di reingresso dalla durata variabile.
Gli unici due Italiani di cui non dobbiamo vergognarci.