giovedì 19 Giugno 2025

“Giù le armi, su i salari”: per Gaza e contro l’economia di guerra venerdì sarà sciopero generale

Il prossimo venerdì 20 maggio, si terrà uno sciopero generale contro il riarmo e il genocidio in Palestina. Lo sciopero è stato annunciato lo scorso maggio, mettendo al centro proprio la questione palestinese: «Il governo Meloni continua a girarsi dall’altra parte di fronte ad un genocidio conclamato ed ormai sfacciatamente rivendicato dal governo Netanyahu», si legge nel comunicato di lancio. In generale, i lavoratori che scenderanno in piazza venerdì protesteranno per gli aumenti di salario e contro le politiche di riarmo della NATO, del governo Meloni e dell’Europa. Malgrado debba ancora iniziare, lo sciopero sta già sortendo i primi effetti: la compagnia aerea Ita Airways ha infatti annunciato la cancellazione di oltre 30 voli, invitando i clienti che hanno acquistato un biglietto per la giornata dello sciopero a verificare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto. Previsti, in generale, ritardi e cancellazioni in tutto il settore dei trasporti.

Lo sciopero generale contro il riarmo e il genocidio è stato annunciato lo scorso 22 maggio dalla Unione Sindacale di Base (USB) congiuntamente ad altri sindacati di base tra cui Cub, Sgb, Fisi, Flai e Si-Cobas. USB ha deciso di dedicare le prime parole proprio alla Palestina, per chiedere al governo Meloni di interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. In generale, lo sciopero intende «opporsi alle politiche belliciste del Governo Meloni» e contestare «la corsa al riarmo, per la difesa comune europea e l’aumento della spesa per la NATO fino al 5% del PIL», che starebbero «portando il nostro Paese al collasso». I rinnovi contrattuali, si legge nell’ultimo comunicato, «non coprono l’inflazione, le crisi industriali si aggravano e moltiplicano, le lavoratrici ed i lavoratori sono sempre più poveri». Lo sciopero di venerdì precederà di un giorno una manifestazione nazionale per la Palestina che si terrà a Roma, e alla quale hanno aderito gli stessi sindacati di base, ma anche altre sigle sindacali, partiti politici, movimenti sociali e associazioni culturali.

Venerdì i lavoratori protesteranno Bologna, Catania, Firenze, Frosinone, Genova, Livorno, Milano, Napoli, Pescara, Pisa, Roma, Torino e Trieste. A Milano e Roma sono previsti due diversi raduni; nella capitale, di preciso, uno dei due presidi si terrà sotto la sede di Leonardo SPA. Come Roma, anche Catania, Firenze, Napoli e Torino scenderanno in piazza contro Leonardo davanti alle rispettive sedi dell’azienda bellica. A Genova, invece, la manifestazione inizierà dal porto, dove i lavoratori si sono già mobilitati contro il traffico di armi destinate all’esercito israeliano. In generale, il settore che dovrebbe essere maggiormente colpito è quello dei trasporti: dalle 21 di giovedì alle 21 di venerdì potrebbero verificarsi ritardi e cancellazioni di treni, mentre dalle 22 di giovedì alle 21:59 di venerdì potrebbero esserci interruzioni nei servizi autostradali. Verranno coinvolti anche i mezzi pubblici delle maggiori città, il trasporto merci, il settore marittimo e quello aeroportuale: per ora, Ita Airways ha annunciato la cancellazione di 34 voli nazionali e internazionali.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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