martedì 3 Giugno 2025

La sfida dei BRICS per ridefinire l’ordine mondiale

Con l’inizio del 2025, il blocco BRICS ha segnato un nuovo capitolo nella sua storia con un’ampia espansione che include nuovi Paesi partner e l’ingresso a pieno titolo dell’Indonesia. Questo evento segna un passo cruciale verso il consolidamento del gruppo come polo di potere economico e geopolitico, con l’obiettivo di sfidare l’egemonia statunitense e proporre un nuovo modello di governance globale. L’ingresso di Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e Nigeria come partner e dell’Indonesia come membro a pieno titolo rafforza ulteriormente la portata e l’influenza del gruppo, che rappresenta ora il 36% del PIL globale, il 37% del commercio mondiale e il 40% della produzione petrolifera. Fondata nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, e con l’aggiunta del Sudafrica nel 2011, l’alleanza BRICS ha ampliato costantemente la propria portata.

Con l’ingresso di nuovi membri come Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti nel 2024, il blocco ha consolidato il suo ruolo di rappresentante delle economie emergenti. L’introduzione dello status di partner, stabilito durante l’ultimo vertice a Kazan, in Russia, segna un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di creare una piattaforma di cooperazione economica e, in prospettiva, un soggetto politico capace di rappresentare gli interessi dei Paesi del Sud globale.

L’espansione del titolo di partner e i nuovi membri

In foto: il presidente della Nigeria Bola Tinubu durante un meeting con il presidente brasiliano Lula da Silva

Lo status di partner, concepito per rafforzare la cooperazione economica e politica, offre ai Paesi l’opportunità di collaborare con i BRICS su progetti specifici. Sebbene non conferisca potere decisionale o diritto di voto, esso rappresenta un primo passo verso una maggiore integrazione con l’alleanza. Tra i nuovi partner, spiccano Paesi come Cuba e Nigeria, che vedono nel blocco una via per diversificare e rafforzare le proprie economie. 

Cuba, ad esempio, sta cercando di superare le difficoltà economiche causate da diversi fattori, tra cui spiccano l’embargo decennale imposto dagli Stati Uniti, le difficoltà economiche del Venezuela (storico fornitore di petrolio a basso prezzo per l’Avana) e il crollo del turismo seguito alla pandemia da Covid-19. L’adesione come partner permetterà all’isola socialista di accedere a nuove opportunità di investimento da parte di Russia e Cina (membri chiave dei BRICS), che potrebbero essere cruciali per affrontare la crisi energetica e monetaria che ha colpito l’isola nel 2024. La Nigeria, invece, con oltre 200 milioni di abitanti e un’economia in crescita, si configura come un partner strategico per i BRICS in Africa. Essendo il Paese più popoloso del continente, la Nigeria offre non solo un vasto mercato interno, ma anche un punto d’accesso privilegiato verso altre nazioni africane. Il governo brasiliano, presidente di turno dei BRICS, ha sottolineato il ruolo cruciale della Nigeria nel rafforzare la cooperazione Sud-Sud e nel promuovere riforme nella governance globale per assicurare una maggiore rappresentatività ai Paesi in via di sviluppo. 

Tra i nuovi membri, l’Indonesia si distingue per essere diventata rapidamente un membro a pieno titolo del blocco BRICS. Con oltre 280 milioni di abitanti, il Paese è la più grande economia del Sudest asiatico e il quarto più popoloso al mondo. L’ingresso nei BRICS rappresenta per Giacarta una tappa fondamentale nella sua strategia di diversificazione economica e politica. La partecipazione del Paese apre la strada a una cooperazione più ampia su scala globale, includendo scambi tecnologici e iniziative per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, l’Indonesia è il primo Paese del Sud-est asiatico a diventare membro a pieno titolo, evidenziando la volontà del blocco di espandersi in regioni strategiche. 

Dal punto di vista geopolitico, l’ingresso dell’Indonesia ha una rilevanza significativa. Come principale economia della regione, il Paese funge da catalizzatore per ulteriori collaborazioni con altre nazioni del Sud-est asiatico, rafforzando la rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo all’interno delle istituzioni internazionali.

La visione della presidenza brasiliana

Con il passaggio della presidenza di turno al Brasile, l’agenda del blocco BRICS si concentra su tre obiettivi principali. Il primo è la creazione di sistemi finanziari alternativi, proseguendo sulla strada del superamento del dollaro statunitense come valuta di scambio globale. Vi è poi la promozione della governance globale del Sud del mondo tramite una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in modo da renderlo più rappresentativo delle realtà globali attuali e garantire una voce maggiore ai Paesi in via di sviluppo nei processi decisionali internazionali. Infine, la nuova presidenza punta all’ampliamento della cooperazione economica e tecnologica, attraverso la promozione di iniziative per incoraggiare la cooperazione in settori chiave come la tecnologia, l’energia e l’agricoltura sostenibile, favorendo il trasferimento di conoscenze tra i membri e i partner del blocco.

L’espansione dei BRICS ha implicazioni significative per l’ordine economico e politico globale. Con l’aggiunta di nuovi partner, il blocco rappresenta ora la metà della popolazione mondiale e una parte considerevole dell’economia globale, potendo così sfidare direttamente l’egemonia delle istituzioni occidentali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. La diversificazione geografica è un altro elemento chiave. L’ingresso di Paesi del Sud-est asiatico, dell’Africa e dell’America Latina riflette l’intento del blocco di consolidare una rete globale di alleanze che promuovano lo sviluppo economico sostenibile e l’indipendenza dalle strutture economiche dominate dall’Occidente.

L’espansione del blocco BRICS nel 2025 segna un momento cruciale nella ridefinizione degli equilibri economici e politici globali. Con l’aggiunta di nuovi partner e membri, il gruppo sta costruendo una piattaforma che non solo sfida l’egemonia occidentale, ma offre anche una visione alternativa per il futuro della governance globale. Grazie alla leadership della presidenza brasiliana e al contributo di economie emergenti come l’Indonesia e la Nigeria, i BRICS si posizionano come un attore centrale in un mondo sempre più multipolare. 

BRICS e Paesi del G7 a confronto

L’allargamento del blocco BRICS segna una sfida crescente all’alleanza occidentale rappresentata dai G7 (USA, Regno Unito, Germania, Francia, Canada, Italia e Giappone) sul piano economico, politico e geostrategico. Sebbene il PIL nominale del G7 (46.000 miliardi di dollari) resti superiore a quello dei BRICS (30.000 miliardi con i nuovi membri), le economie del blocco emergente crescono rapidamente, trainate da Cina e India. In termini di parità di potere d’acquisto (PPA), i BRICS hanno già superato il G7.

In foto: Il presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman

I BRICS vantano un’enorme popolazione (3,6 miliardi, quasi la metà della popolazione mondiale), contro i 772 milioni del G7. Questo vantaggio demografico, insieme al controllo di risorse naturali strategiche (petrolio, gas, minerali rari) e rotte commerciali (Via del Mare Artico, Corridoio Nord-Sud, Belt and Road Initiative), conferisce al blocco un potenziale geostrategico unico. Con l’ingresso di Arabia Saudita, Iran e Emirati Arabi Uniti, il gruppo domina i mercati energetici globali, rafforzando il controllo sul 40% della produzione petrolifera mondiale e gran parte delle riserve di gas. Tuttavia non mancano le sfide politiche da risolvere per rappresentare realmente una sfida geopolitica all’asse americano: se i Paesi occidentali si presentano come una “comunità di destino”, unita da valori politi ed economici comuni, i BRICS ospitano Paesi con sistemi e obiettivi differenti, talvolta in contrasto tra loro. Dalla capacità di mettere l’obiettivo di creare un nuovo ordine globale davanti alle differenze che vi sono tra i membri passerà il successo dell’alleanza.

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