mercoledì 21 Maggio 2025

Bruxelles vota per rivedere i trattati con Israele, ma l’Italia vota contro

Con il lancio dell’operazione Carri di Gedeone da parte di Israele, l’Unione Europea sta iniziando a capire che – forse – lo Stato ebraico va fermato. I ministri degli Esteri dell’Unione hanno infatti approvato la richiesta di avviare una revisione del trattato di associazione UE-Israele, avanzata dai Paesi Bassi dopo un anno di ripetuti appelli da parte di Spagna e Irlanda. In sede di votazione, comunicano fonti diplomatiche, nove Paesi si sarebbero opposti tra cui, come ormai consolidato in sede diplomatica, anche l’Italia. L’accordo regola le relazioni multilaterali tra Israele e Stati membri e, sin dal preambolo e dai suoi primi articoli, si fonda sul rispetto dei diritti umani e sulla condivisione dei valori democratici. Aprendo a una possibile revisione, l’UE compie così, con drammatico ritardo, i primi passi formali per distanziarsi dallo Stato ebraico, sottolinea Amnesty. «L’entità della sofferenza umana a Gaza negli ultimi 19 mesi è stata inimmaginabile. Israele sta commettendo un genocidio a Gaza con agghiacciante impunità».

La decisione di avviare una revisione dell’accordo di associazione UE-Israele è stata annunciata ieri, martedì 20 maggio, dall’Alta Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, in una conferenza stampa. Davanti ai giornalisti, Kallas ha fatto il punto dell’incontro tenutosi a porte chiuse a Bruxelles, citando rapidamente la votazione sugli accordi. La richiesta era stata avanzata dai Paesi Bassi, che si erano accodati agli appelli che Spagna e Irlanda lanciano da oltre un anno. A questi tre Paesi se ne sono aggiunti altri sette: Belgio, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Svezia, che hanno pubblicamente appoggiato la richiesta. Da quanto si apprende da fonti diplomatiche citate da Euronews, Danimarca, Estonia, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia hanno appoggiato la revisione, mentre la Lettonia si sarebbe mostrata neutrale e nove Paesi si sarebbero dichiarati contrari. Tra questi ultimi figura anche l’Italia, che sin dall’escalation del 7 ottobre risulta il baluardo degli interessi di Israele in Europa. Nelle varie votazioni in sede di istituzioni internazionali, infatti, il nostro Paese si è quasi sempre astenuto.

Per ora, non risulta ancora chiaro quando la revisione verrà concretamente effettuata. Malgrado un giornalista abbia infatti posto tale domanda a Kallas, la rappresentante si è limitata a rispondere che «stiamo avviando questo esercizio». Nel frattempo, ha detto Kallas, «spero davvero che gli aiuti umanitari vengano sbloccati e che la situazione migliori». Riguardo ad altre possibili contromisure, Kallas ha affermato che i ministri hanno parlato anche di possibili sanzioni contro i coloni in Cisgiordania, senza tuttavia riuscire ad approvarle a causa del veto proveniente da un Paese. Le stesse fonti diplomatiche citate da Euronews indicano che a opporsi sarebbe stata l’Ungheria.

L’accordo di associazione UE-Israele costituisce la base delle varie relazioni tra lo Stato ebraico e i Paesi membri dell’Unione Europea. Spagna e Irlanda chiedono da tempo che il trattato venga rivisto per esercitare pressioni su Tel Aviv, sostenendo che le azioni di Israele a Gaza vadano contro i principi fondativi e alcuni articoli della Carta. A essere messo in discussione, oltre alle considerazioni iniziali, è l’articolo 2 dell’accordo; esso sancisce che: «Le relazioni tra le Parti, nonché tutte le disposizioni dell’Accordo stesso, si basano sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, che guidano la loro politica interna e internazionale e costituiscono un elemento essenziale del presente Accordo».

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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2 Commenti

  1. … che ammasso di pagliacci … adesso si sono accorti della violenza senza fine di Israele e dei suoi coloni? Dei principi fondativi e alcuni articoli della Carta costantemente offesi?… è tutto costruito ad arte per placare le proprie coscienze e non aver problemi con l’opinione pubblica europea …

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