giovedì 15 Maggio 2025

Cuba: presunte antenne installate dalla Cina sull’isola mettono in allarme gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono preoccupati per la presenza cinese a Cuba – in particolare, delle operazioni di sorveglianza segrete che potrebbero essere messe in atto nei loro confronti. A rivelarlo è un recente rapporto del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS), che rivela la presenza di un presunto vettore di antenne a disposizione circolare (CDAA) presso il sito cubano di intelligence di Bejucal, a pochi passi da L’Avana. Le antenne potrebbero individuare segnali radio provenienti da una distanza compresa tra le 3 mila e le 8 mila miglia di distanza, includendo quindi nel proprio raggio d’azione le basi militari statunitensi e persino la capitale, Washington. I risultati del rapporto hanno suscitato una preoccupazione tale che i repubblicani hanno chiesto un briefing al Segretario alla Sicurezza Interna.

L’allarme è scattato dopo l’esame delle immagini satellitari commerciali, che mostrano nuove costruzioni in corso nel noto sito di intelligence dei segnali cubani (SIGINT) di Bejucal, vicino a L’Avana, il più grande di Cuba. Queste, risalenti al 16 aprile 2025, mostrano i principali sviluppi avvenuti nel sito. Sul lato settentrionale del complesso sono state rimosse sei antenne e al loro posto sono in corso i lavori per costruire un grande CDAA, dalla classica forma circolare, che comprende 19 antenne disposte in un cerchio di circa 175 metri. I CDAA sono utilizzati principalmente per la ricerca e l’individuazione dell’origine di segnali radio da una distanza compresa tra 3.000 e 8.000 miglia. Un nuovo CDAA a Bejucal potrebbe offrire una capacità significativamente migliorata per monitorare l’attività aerea e marittima negli Stati Uniti e dintorni.

Sebbene non vi siano prove concrete che questa struttura, così come altre sull’isola, sia collegabile direttamente alla Cina (la quale già lo scorso anno aveva negato simili accuse), i funzionari statunitensi hanno ripetutamente segnalato che Pechino avrebbe accesso alle strutture di spionaggio cubane. Un gruppo di leader repubblicani della Camera ha richiesto una riunione urgente al Segretario alla Sicurezza Interna, Kristi Noem, scrivendole una lettera. «La RPC si sta posizionando per erodere sistematicamente i vantaggi strategici degli Stati Uniti senza mai sparare un colpo. La vicinanza geografica di sospette strutture collegate alla RPC a Cuba a strutture statunitensi sensibili, tra cui la stazione navale di Guantánamo Bay, il Kennedy Space Center, la base sottomarina navale di Kings Bay e la stazione spaziale di Cape Canaveral, può consentire alla RPC di monitorare le capacità di rilevamento e risposta americane, mappare i profili elettronici delle risorse statunitensi e preparare l’ambiente elettromagnetico per un potenziale sfruttamento futuro», hanno scritto i legislatori nella lettera pubblicata da Fox News.

Durante i dibattiti delle primarie presidenziali statunitensi del 2016, l’allora senatore Marco Rubio, attuale Segretario di Stato dell’amministrazione Trump, aveva accusato Cuba di collaborare con la Cina per azioni di spionaggio nei confronti degli Stati Uniti. Nel 2023, il Wall Street Journal aveva riferito che Cuba e Cina avevano siglato un accordo in base al quale Pechino avrebbe stabilito una struttura di sorveglianza sul territorio cubano in cambio di una ingente somma di denaro. La Cina è accusata di aver costruito simili strutture nel Mar Cinese Meridionale, più precisamente su Mischief Reef Subi Reef, come suggerirebbero le immagini satellitari pubblicate da Asia Maritime Transparency Initiative.

Al momento, tuttavia, l’unica presenza cinese certa a Cuba rimane quella legata allo sviluppo economico ed energetico, che comprende progetti di implementazione di produzione di energia rinnovabile proveniente dal sole, per aiutare la popolazione cubana a superare la crisi energetica e l’embargo statunitense.

Avatar photo

Michele Manfrin

Laureato in Relazioni Internazionali e Sociologia, ha conseguito a Firenze il master Futuro Vegetale: piante, innovazione sociale e progetto. Consigliere e docente della ONG Wambli Gleska, che rappresenta ufficialmente in Italia e in Europa le tribù native americane Lakota Sicangu e Oglala.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

  1. Bhè certo…se la Russia o la Cina va a pisciare nel vicino giardino dell’America sono guai e non bisogna assolutamente farlo. Però se l’America va a pisciare nel vicino giardino della Russia…non è proprio la stessa cosa, Lei può farlo, perché si sente in potere di farlo.
    Gli Stati Uniti, sono dei guerrafondai e basta.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria