giovedì 8 Maggio 2025

USA: tagliati milioni di fondi ai progetti che indagano gli abusi di Stato contro i nativi

L’amministrazione Trump ha tagliato un totale di 1,6 milioni di dollari destinati a progetti che indagano sugli abusi perpetrati dal governo statunitense nei confronti dei bambini nativi che nel corso del tempo sono stati violentemente strappati dalle proprie famiglie e inseriti nelle Boarding School, ovvero le “scuole” per l’assimilazione forzata. In più di 150 anni di esistenza di queste strutture, migliaia di bambini nativi hanno trovato la morte dopo aver subito pesanti violenze di ogni genere, da quelle fisiche a quelle psicologiche, in quello che era definito un processo di “civilizzazione”. Sono una trentina le entità che hanno visto tagliarsi i fondi per le proprie attività di ricerca sui terribili anni delle Boarding School, impedendo così il percorso di conoscenza e giustizia.

Ad essere colpito è, in particolare, il National Endowment for the Humanities, il quale a sua volta elargisce fondi anche a varie organizzazioni nativo-americane che si occupano di indagare gli orrori commessi a danno dei bambini nativi all’interno delle strutture conosciute come Boarding School. La sola National Native American Boarding School Healing Coalition (NNABSHC), una delle più importanti organizzazioni che si occupano di tale ricerca, si è vista tagliare 280.000 dollari di finanziamento per la digitalizzazione di più di 100.000 pagine di documenti inerenti riguardanti i soprusi commessi all’interno delle strutture per l’assimilazione forzata dei bambini nativi. Altre decine di migliaia di tagli hanno riguardato progetti di altre istituzioni, come l’Alaska Native Heritage Center. «Se stiamo cercando di Rendere l’America Grande di nuovo, allora penso che dovrebbe iniziare con la verità sulla vera storia americana», ha detto Deborah Parker, CEO della NNABSHC. Deb Haaland, ex Segretario dell’Interno, appartenete ai Laguna Pueblo, candidata alla carica di Governatore del New Mexico, ha descritto i tagli come l’ultimo passo nel «modello di cancellazione dell’intera storia del nostro Paese».

Nel corso degli ultimi anni, sia negli USA che in Canada, tombe non segnate e fosse comuni sono state scoperte nei pressi delle vecchie strutture portando alla luce corpi e ossa di centinaia, migliaia di bambini nativi. Questi ritrovamenti portarono il defunto Papa Francesco a porgere le proprie scuse ufficiali alle popolazioni indigene. Le Boarding School sono state un’istituzione religiosa e/o statale fulcro delle politiche di assimilazione forzata dei popoli indigeni. Infatti, sotto il giogo della guerra totale, nella seconda metà dell’Ottocento, in tutto il Nordamerica è stata allestita la politica assimilazionista che mirava a fare del nativo un soggetto integrato al sistema sociale moderno e cristiano. La più famosa Boarding School del Nordamerica è stata senz’altro quella di Carlisle, in Pennsylvania. Quest’istituto fu fondato dal capitano R.H. Pratt, nel 1879, il quale riteneva che tali scuole fossero funzionali ad una “educazione all’estinzione”. Il motto di Pratt era kill the indian, save the man, ovvero “uccidi l’indiano, salva l’uomo”. I corpi degli indigeni erano intesi come contenitori da svuotare per essere riempiti con la cultura dell’uomo bianco. Tra il 1871 e il 1969, il governo federale speso più di 23 miliardi di dollari in dollari per finanziare il sistema federale del “collegio indiano”.

Spesso, il violento processo di svuotamento portava alla morte dei corpi che dovevano essere assimilati. Così, dalla seconda metà dell’Ottocento, fino ad una buona parte della seconda metà del Novecento, decine e decine di migliaia di bambini indigeni vennero strappati con la forza alle proprie famiglie per essere educati alla civilizzazione. Una volta che i bambini entravano in questi luoghi erano costretti a dimenticare tutto ciò che sapevano di sé stessi, della propria cultura e delle tradizioni: venivano tagliati loro i capelli e veniva affidato loro un nome cristiano scelto dalla Bibbia. Da quel momento in poi, avrebbero dovuto seguire i precetti della Bibbia e adottare usi e costumi degli uomini bianchi. Ogni volta che venivano infrante le regole i trasgressori venivano puniti severamente: digiuno forzato, frustate e abusi sessuali erano i più comuni metodi di annichilimento e indottrinamento forzato.

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Michele Manfrin

Laureato in Relazioni Internazionali e Sociologia, ha conseguito a Firenze il master Futuro Vegetale: piante, innovazione sociale e progetto. Consigliere e docente della ONG Wambli Gleska, che rappresenta ufficialmente in Italia e in Europa le tribù native americane Lakota Sicangu e Oglala.

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