mercoledì 30 Aprile 2025

Spagna, Slovenia e Islanda si schierano contro la partecipazione di Israele all’Eurovision

Diversi Paesi ed eurodeputati stanno facendo fronte comune per escludere Israele dall’Eurovision, il maggiore festival musicale europeo. L’iniziativa è stata lanciata dalla rete televisiva spagnola RTVE a cui sono seguiti un appello dall’omologa emittente slovena, quello di 30 parlamentari europei, e un ultimo dalla rete televisiva islandese. L’atto di boicottaggio intende denunciare le ripetute violazioni della legge internazionale da parte di Israele e chiedere alle istituzioni e agli enti culturali del Vecchio Continente di prendere una posizione di condanna nei confronti delle azioni dello Stato ebraico, esattamente come fatto in passato in altre occasioni. Russia e Bielorussia, sottolineano i promotori, sono ancora oggi escluse dalla partecipazione alla maggior parte degli eventi internazionali, tra cui lo stesso Eurovision.

La richiesta di escludere Israele dall’Eurovision Song Contest, o quanto meno di aprire un dibattito al riguardo, è stata presentata in prima istanza dall’emittente RTVE all’Unione Europea di Radiodiffusione, emittente che produce l’evento. RTVE, si legge nella lettera, «riconosce le preoccupazioni manifestate da diversi gruppi della società civile spagnola riguardo alla situazione a Gaza» e alla partecipazione di Israele all’Eurovision. Per tale motivo, «chiede che la sua partecipazione venga discussa». Alla richiesta di RTVE è seguita quella di Ksenija Horvat, direttrice della rete slovena RTVSLO, che ha parlato del «trattamento iniquo riservato a Russia e Israele» chiedendosi se forse «alcuni membri siano più uguali degli altri». La Slovenia, ricorda Horvat, aveva chiesto l’esclusione di Israele dal festival della canzone europea anche l’anno scorso, venendo ignorata. Questa volta, però, a essa si sono accodati altri Paesi, e addirittura degli eurodeputati.

I politici firmatari dell’iniziativa rimarcano il doppiopesismo delle istituzioni culturali europee quando si tratta di decidere chi includere e chi escludere dalle manifestazioni continentali. Essi, inoltre, sottolineano le ripetute violazioni del diritto internazionale perpetrate dallo Stato di Israele, chiedendo all’UER di prendere una posizione netta: «Non possiamo ignorare il fatto che l’Eurovision non è una piattaforma neutrale. Ogni decisione di includere o escludere Paesi ha un peso politico. Nel caso di Israele, questa decisione non significa altro che scegliere tra l’integrità morale e la corresponsabilità nelle sofferenze dei civili. Invitiamo l’UER ad agire finalmente in conformità con i valori che essa stessa promuove – solidarietà, pace e responsabilità – ed escludere Israele dalla competizione di quest’anno. Il mondo sta guardando, e la storia ricorderà», si legge nell’appello. A chiudere la lista di aderenti è arrivata l’emittente islandese Ruv, che ha fatto eco alle parole della ministra degli Esteri del Paese: «A Gaza vengono commessi crimini di guerra e non è insolito che la gente si chieda se sarebbe una buona idea per il Paese parteciparvi».

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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