Attraverso due decreti firmati dal ministro per l’Istruzione Valditara, il governo ha stanziato per l’anno 2024-2025 750 milioni di euro per le scuole paritarie, con un aumento di ben 50 milioni rispetto all’anno precedente. Di questi, 500 milioni saranno destinati a tutte le scuole paritarie, 163,4 milioni al sostegno degli studenti con disabilità e 90 milioni alle scuole per l’infanzia. Le risorse verranno ora distribuite agli Uffici regionali, che le assegneranno ai vari istituti paritari locali. Giuseppe D’Aprile, segretario generale di UIL Scuola, ha definito la mossa «una scelta politica chiara ma inaccettabile», aggiungendo che «ogni euro sottratto alla scuola statale» è un modo per renderla «più debole».
«Con questo stanziamento, il Ministero dell’Istruzione e del Merito conferma il proprio impegno a sostenere e valorizzare le Scuole paritarie, che rappresentano una componente fondamentale del nostro sistema educativo nazionale. Il nostro obiettivo è garantire a tutti gli studenti l’opportunità di una formazione di qualità, indipendentemente dall’istituto in cui studiano. In particolare, le risorse destinate alle Scuole dell’infanzia e agli studenti diversamente abili confermano la nostra attenzione a rendere l’educazione accessibile e inclusiva per tutti» ha dichiarato il ministro Valditara. Istituite con il dl 62 del 10 marzo 2000, le scuole paritarie sono quegli istituti dove l’istruzione è considerata per legge alla pari di quella statale (contrariamente alle scuole non paritarie), ma la cui gestione non dipende in alcun modo dallo Stato – e che quindi non devono quindi sottostare in alcun modo a criteri come quello della laicità degli insegnamenti.
La tendenza a elargire sempre più fondi statali a queste realtà è cominciata ben prima dell’insediarsi del governo Meloni e sembra puntare nella direzione di una progressiva privatizzazione delle scuole. Nel novembre dello scorso anno, il partito di governo Fratelli d’Italia aveva proposto un emendamento per introdurre il cosiddetto “bonus paritarie”, mentre nel 2020, ben prima dell’arrivo dell’attuale esecutivo, gli istituti paritari avevano ricevuto ben 150 milioni di euro di fondi del PNRR dal governo, in un contesto di generale aumento dei finanziamenti per l’istruzione non statale. Ancora prima, nel 2012, il finanziamento statale destinato agli istituti partiari era di 286 milioni di euro, budget quasi raddoppiato nel giro dei cinque anni successivi – e che oggi supera i 600 milioni di euro. Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario all’Istruzione, nel 2018 affermò: «L’Italia riconosce alle scuole paritarie un contributo di 500 milioni di euro annui (500 euro all’anno a studente). Alla scuola statale, invece, ogni iscritto costa 6.000 euro l’anno (per ogni ordine e grado dalle elementari alle superiori). Il resto lo paga la famiglia». E come fatto notare da D’Aprile, «un quarto di queste risorse – 180 milioni di euro l’anno – potrebbero servire per stabilizzare gli oltre 230 mila precari della scuola, per assicurare loro un futuro certo oltre a garantire la continuità didattica degli alunni». Evidentemente, la politica ha scelto di muoversi verso un’altra direzione.
[di Valeria Casolaro]
Malversazione. Il ministro della pubblica distruzione e del demerito persevera.
Ci sarebbe a dire che il servizio svolto dalle scuole paritarie in certe zone del nord Italia va a compensare ma mancanza di posti nelle scuole statali. Sarebbe possibile fare un approfondimento su questo argomento? Resto d’accordo che lo stato dovrebbe investire di più nella scuola pubblica e gratuita ma la scuola paritaria, nei casi che conosco io, resta uguale alla scuola pubblica anzi, per gli insegnanti é anche più difficile avere stipendio onesti e che permettono di vivere dignitosamente all’esterno. In quanto questi, lavorano più ore rispetto agli insegnanti pubblici, ma prendono meno alla fine del mese. Questo perché lo stato, nonostante non possa rinunciare allo stato attuale alle scuole paritarie (che non sono private!), non investe abbastanza in questo tipo di strutture, le quali devono sottopagare gli insegnanti per poter permettere delle rette accessibili.
Ho aperto l’articolo solo per vedere se c’erano commenti a indicare che c’è qualcuno a cui interessa, ma non ne vedo nessuno 😂, sembra che in tanti siamo allineati, ma non basta!