sabato 7 Dicembre 2024

È stata approvata la legge che garantisce l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora

Dopo 15 anni di lotta da parte di un ampio network di associazioni e organizzazioni umanitarie in tutta Italia, il Parlamento ha ufficialmente dato il via libera al provvedimento che estende l’assistenza sanitaria a una delle categorie più vulnerabili della popolazione: le persone senza fissa dimora. Dopo il semaforo verde ottenuto alla Camera, la norma è passata anche in Senato, dove ha ottenuto l’approvazione definitiva all’unanimità, con 130 sì. Questa legge, frutto di un lungo dibattito politico e sociale, punta a garantire un accesso equo ai servizi sanitari di base, indipendentemente dallo status abitativo o dalla mancanza di documenti formali. Fino ad oggi, infatti, le persone senza fissa dimora, spesso prive di documenti e residenza, si trovavano escluse da una piena partecipazione al sistema sanitario.

Il provvedimento è volto a colmare un «vuoto di tutela», in base al principio che la salute è un diritto universale sancito dalla Costituzione e dai princìpi ispiratori della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, secondo cui l’assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano «nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali». I senza dimora, infatti, non hanno fino ad ora avuto la possibilità di essere iscritti al Servizio sanitario nazionale e di selezionare un medico di medicina generale. Il testo è stato approvato in una versione alquanto ridimensionata rispetto alla sua forma originaria, essendo necessario trovare un compromesso tra tutte le parti politiche: in particolare, anziché iniziare da una copertura totale per tutti i senza fissa dimora presenti sul suolo italiano, il primo articolo della legge prevede di partire da un «programma sperimentale», che verrà avviato il 1° gennaio 2025 con un finanziamento di 2 milioni di euro nelle 14 città metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia). L’obiettivo è quello di «assicurare progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria» ai senza dimora delle città metropolitane, permettendo loro di iscriversi nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, scegliere un medico di base e accedere alle prestazioni incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza). Nel secondo articolo si prevede che, dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della norma, il governo provveda a presentare al Parlamento entro il 30 giugno un rapporto sullo stato di attuazione del provvedimento, in particolare in merito al numero dei senza dimora iscritti nelle liste delle ASL del territorio e alle prestazioni erogate in loro favore, con un focus sui costi sostenuti e sulle eventuali problematiche emerse nel tempo.

«C’è una buona notizia per l’Italia: il Senato ha appena approvato all’unanimità e in via definitiva la mia proposta di legge per riconoscere alle persone senza dimora il diritto al medico di base», ha commentato su X il primo firmatario del provvedimento, Marco Furfaro (PD). «Parliamo, pensate, di oltre centomila persone – ha aggiunto il deputato -. Centomila persone a cui, prima di oggi, veniva negato il più basilare dei diritti: quello alla cura. In Italia, infatti, si verificava un’ingiustizia nell’ingiustizia: le persone, perdendo la casa, perdevano la residenza. E dunque il diritto al medico di base. Un vero e proprio cortocircuito che portava lo Stato ad accanirsi su chi non aveva nemmeno un tetto». «Si corona la battaglia di una vita, condivisa da tutte le associazioni che in Italia si occupano di estrema povertà e dalle associazioni dei medici – gli ha fatto ecco Antonio Mumolo, Presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada e ispiratore della legge –. Garantire i diritti dei più deboli significa garantire i diritti di tutti».

[di Stefano Baudino]

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