sabato 27 Aprile 2024

Migranti: nel Mediterraneo sono morte 28mila persone negli ultimi 10 anni

Sono più di 63mila i migranti morti o dispersi nel mondo nel decennio compreso tra il 2014 e il 2024. Il dato, incredibilmente allarmante, emerge dalle statistiche diramate dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), che all’interno del suo nuovo rapporto A decade of Documenting Migrant Death – Un decennio di documentazione delle morti dei migranti, descrive il 2023 come l’anno più letale, avendo visto la registrazione di più di 8.500 morti. Si tratta del 20% in più rispetto all’anno precedente, quando erano stati segnalati 7.417 decessi. Un terzo dei migranti di cui è stata confermata la morte ha perso la vita scappando dalla guerra. Il report attesta come il Mediterraneo sia rimasto, negli anni, il peggior teatro di morte per i migranti. Nel complesso, infatti, i casi tra persone morte e scomparse sono circa 28mila.

Nel 2023, le vittime nel Mediterraneo sono state 3.129: un dato in linea con quello del 2017, inferiore solo da quello del 2015 (4.055) e del 2016 (5.136). Nello specifico, nel 2023, ben 2.500 persone, ovvero 8 migranti su 10 tra quelli inghiottiti dalle acque del Mare Nostrum, sono morte lungo la rotta che dalla Tunisia, dalla Libia e dall’Algeria arriva fino alle coste del nostro Paese. Se un terzo dei morti risultano essere persone che fuggivano dai conflitti e dalle persecuzioni che hanno colpito i loro Paesi d’origine, gli altri due terzi erano migranti economici in cerca di migliori opportunità. In tutto il continente africano, sono stati registrati almeno 1.866 decessi (è stata l’annata peggiore dal 2014), ben 835 in più di quelli che si sono contati nel 2022. Le morti sono aumentate lungo due importanti rotte migratorie africane: la rotta atlantica verso le isole Canarie in Spagna e la traversata del deserto del Sahara verso il Nord Africa. Annata nera anche per l’Asia, nel 2023 sono stati registrati 2.138 decessi, rispetto ai 2.070 documentati nel 2022. Nel continente americano, invece, sono stati registrati almeno 1.275 decessi nel quadro delle migrazioni. Il dato risulta in calo rispetto ai 1.465 del 2022, ma al momento della pubblicazione del report i dati del 2023 provenienti dalle contee di confine degli Stati Uniti meridionali erano ancora in attesa di essere presentati. A livello globale, l’annegamento è stata la causa di metà dei decessi totali (4.470 su 8.500). Tra queste vittime, si contano 2.882 persone che sono state dichiarate disperse e vengono date come decedute nella cornice delle traversate in mare. Incidenti e decessi legati a trasporti pericolosi hanno riguardato altri 1.072 vittime nel 2023 (il 12% di tutti i casi). La violenza ha causato 864 vittime (il 10%). Per quanto concerne il 2024, la situazione continua ad essere molto problematica. Soltanto nel Mediterraneo, mentre gli arrivi sono inferiori rispetto a quelli dello stesso periodo del 2023, il numero delle vittime è quasi uguale a quello dell’anno scorso.

“Gli oltre 63.000 morti durante la migrazione registrati dal Progetto Migranti Scomparsi dell’OIM nell’ultimo decennio sono probabilmente solo una frazione del numero effettivo di vite perse in tutto il mondo – scrive l’OIM nelle conclusioni del rapporto –. Il destino di un numero molto maggiore di persone che risultano scomparse e che potrebbero non essere morte, o che hanno subito altri danni durante la migrazione, tra cui violenze, abusi sessuali e traffico di esseri umani, è ancora meno chiaro, dal momento che i dati disponibili che documentano la questione più ampia della migrazione (non) sicura sono pochi”. L’Organizzazione lancia dunque un appello: “È urgente un’azione basata su dati concreti per rispondere all’aumento delle morti di migranti lungo le rotte irregolari. Attraverso il progetto Missing Migrants dell’OIM, è possibile utilizzare dati e analisi migliori per fornire informazioni che salvino vite umane e facilitino percorsi migratori regolari. I dati del Progetto Migranti Scomparsi contribuiscono inoltre a dare una risposta alle innumerevoli famiglie e comunità colpite da queste tragiche perdite”.

[di Stefano Baudino]

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1 commento

  1. La vita migliore si conquista con la volontà di fare qualcosa di utile per il paese dove sei nato, non forraggiando i trafficanti e sostendo politiche dedite allo sfruttamento dei disperati, creati dalle illusioni propagandate dai media per arricchirsi ulteriormente, di questo bravi giornalisti non ne parlate mai. Sono sicura che frega a pochi realmente dei morti, interessa più che ne arrivino a frotte, da sfruttare per lo spaccio, nelle campagne del caporalato e nei lavori che voi laureati non farete mai!!!! Che INGIUSTUZIA……

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