sabato 27 Aprile 2024

La Lombardia progetta di introdurre una tessera a punti sanitaria

La Regione Lombardia sta pensando di istituire una tessera sanitaria a punti di tipo premiale per incentivare le persone a partecipare agli screening gratuiti che la Regione mette a disposizione per fare prevenzione. L’idea è arrivata da Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione, che ha spiegato che tale proposta favorisca la medicina preventiva e quindi, di conseguenza, un risparmio per il settore sanitario. Scoprire per tempo le malattie, oltre ad aumentare le possibilità di sopravvivenza delle persone permette di effettuare cure precoci che portano ad un risparmio economico. Sebbene la medicina preventiva sia senz’altro fondamentale sotto vari aspetti, rimane il dubbio di come la si voglia comunicare ai cittadini, ovvero associandola ad una tessera a punti con premi vari.

La proposta di una tessera sanitaria a punti per la Regione Lombardia arriva da Guido Bertolaso, l’uomo delle emergenze, già capo della Protezione Civile e attualmente assessore al Welfare della Regione, il quale ha detto: «La Lombardia sta pensando a una tessera sanitaria a punti per premiare coloro che aderiranno ai vari screening sanitari proposti dalla Regione». Come quadro di fondo dell’idea è facile notare come la patente a punti sanitaria sia uno strumento utile nel panorama di progressiva privatizzazione dei servizi e di impoverimento dell’universalità delle cure sanitarie, tanto che lo stesso Bertolaso suggerisce che la misura potrebbe contribuire a «ridurre sensibilmente i costi economici della sanità».

La Lombardia è la regione italiana con il tasso più alto di sanità privata convenzionata, con circa il 30% sul totale. Nel 2022, la Regione ha speso 9,3 miliardi di euro in sanità privata convenzionata, raddoppiando il Lazio – al secondo posto – che ha speso 4,6 miliardi di euro. Nel frattempo, al Nord Italia, come del resto in tutto il Paese, le liste di attesa sono lunghe per circa il 60% dei cittadini e il 48% dice di aver trovato liste d’attesa bloccate o chiuse, con un trend di rinuncia della prestazione sanitaria che è in crescita in tutta Italia. Nel Nord-Ovest dell’Italia vi è anche di gran lunga la maggior diffusione di polizze assicurative sanitarie per la sanità convenzionata. I dati del ministero della Salute relativi all’Anagrafe dei Fondi Integrativi mostrano come il numero degli iscritti a tali Fondi sia passato da 7,5 milioni del 2016 a 14,7 milioni nel 2020. L’aziendalizzazione ospedaliera e la sempre maggior presenza del privato, spesso in convenzione con il pubblico, porta alla continua ricerca della diminuzione dei costi nel settore della sanità pubblica, anche a corto di personale. Finita l’emergenza legata al Covid, per cui c’era stato un lieve incremento di spesa nel settore sanitario, la percentuale di PIL destinata alla cura si attesterà sul 6,1% nel 2025. La spesa sanitaria italiana pro-capite è 550 euro in meno rispetto alla media UE ed è 1.200 euro sotto a quella della Francia e 2.200 euro in meno rispetto alla Germania. Questi sono i veri problemi della sanità italiana, sebbene le pratiche di screening e la medicina preventiva siano senz’altro efficaci per combattere per tempo certe malattie, oltre ad essere utili per le casse dello Stato che risparmia cure costose.

La misura pensata da Bertolaso dovrebbe anche servire a introdurre il concetto di premialità negli stili di vita corretti: «Se porti avanti uno stile di vita il più corretto e salutare possibile, puoi guadagnare punti che ti permettono di ottenere un riconoscimento», ha dichiarato. Bertolaso spiega: «Per incentivare comportamenti virtuosi che, fra l’altro, ci consentirebbero anche di abbattere i costi della sanità, si potrebbe ricorrere a una premialità. Penso, ad esempio, ad ingressi nei nostri centri termali di altissima qualità dove effettuare cure o alla possibilità di offrire skipass gratuiti sui nostri comprensori montani che, proprio fra 2 anni, ospiteranno le Olimpiadi. Stiamo anche pensando a come coinvolgere gli organizzatori dei grandi eventi che ogni anno ospitiamo in Lombardia in modo tale da mettere a disposizione premialità di questo genere».

Il concetto di premialità cerca di incoraggiare un comportamento senza però creare quella coscienza che responsabilizza il soggetto che mette in atto l’azione, un po’ come quando venivano regalati gelati o birre a chi faceva il vaccino. Il che si può collegare al concetto di nudge (“gomitata”) sempre più applicato in vari ambiti per ottenere un comportamento voluto. La teoria del nudge si applica all’economia comportamentale, al processo decisionale, alla politica comportamentale, alla psicologia sociale, al comportamento dei consumatori e alle scienze comportamentali, e propone modi di influenzare il comportamento e/o il processo decisionale di gruppi o individui. Il nudging, in contrasto con altri modi per ottenere la conformità, come l’istruzione o la legislazione, influenza il comportamento del soggetto in maniera spesso non percettibile da colui che è oggetto del nudging. Tradotto, non vi è una vera presa di coscienza e responsabilizzazione da parte del soggetto. Senza contare che vi sono ancora dibattiti sulla reale efficacia di molti dei metodi proposti, che sembrano avere molto a che fare con la manipolazione vera e propria.

Insomma, la proposta di Bertolaso sembra assolutamente in linea con il pensiero neoliberale che prevede il proseguimento del cammino della progressiva privatizzazione del settore sanitario oltre che la falsa responsabilizzazione della massa che deve dimostrare di meritare i propri diritti, in realtà sanciti dalla Costituzione italiana, non tenendo di conto dei veri problemi legati alla sanità italiana per cui l’Italia, in realtà, spende molto poco rispetto ai Paesi europei.

[di Michele Manfrin]

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3 Commenti

  1. Chi non accetterà di partecipare sarà sicuramente di fatto privato dell’assistenza sanitaria. Se già adesso ci sono grossi problemi in tutte le regioni d’Italia vedrete che cosa succederà in futuro . D’altra parte i “bravi” si sentiranno con la coscienza a posto. I ” cattivi” se lo meritano. Pensate se anche nella giustizia e nei tribunali fosse inserita una tesserà di buona volontà.

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