domenica 28 Aprile 2024

È stato approvato il progetto definitivo per il Ponte sullo Stretto di Messina

Il consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina ha ufficialmente approvato la relazione di aggiornamento al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, insieme alla documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera. A darne notizia al Parlamento e al Paese è stato lo stesso vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il quale, rispondendo al question time a Palazzo Madama, ha annunciato che «l’intenzione è aprire i cantieri entro l’anno 2024 e aprire al traffico stradale e ferroviario il ponte nel 2032». Nell’ultimo anno, il progetto definitivo del 2011 da cui l’esecutivo ha scelto di ripartire è stato aggiornato dal consorzio Eurolink, che nel 2005 aveva vinto la gara d’appalto per i lavori. E, nel frattempo, il costo complessivo per la realizzazione dell’opera è lievitato fino a 14,5 miliardi di euro.

Nello specifico, il progetto prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo al mondo. La lunghezza complessiva sarà di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. Per le due torri di sostegno, formate da due piloni collegati tra loro da tre travi orizzontali, è stata stabilita un’altezza di 399 metri. La strada per l’inizio dei lavori è comunque ancora lunga. Prima di posare la prima pietra, infatti, occorrerà effettuare la conferenza dei servizi tra tutti gli enti coinvolti, fare la valutazione di impatto ambientale (VIA), discutere gli espropri e approvare il progetto esecutivo, nonché avviare tutte le opere propedeutiche, come bonifiche, indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche. Rispetto alla prima versione del progetto, i costi preventivati dalla società hanno subito un macroscopico incremento. Nel 2011, la Corte dei Conti stimava una spesa pari a 6,3 miliardi di euro, passata a 8,5 l’anno seguente. Oggi, invece, si prevedono costi per 13,5 miliardi di euro, cui va aggiunto un miliardo per le cosiddette opere accessorie. Oltre al ponte, infatti, saranno costruiti 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, di cui l’80 per cento in galleria. A Messina sarà costruita la nuova linea metropolitana con tre fermate sotterranee. L’integrazione al progetto contiene, inoltre, il nuovo piano di espropri, per i quali la società prevede “un confronto tra le parti”, promettendo un “giusto indennizzo”. Il Cda ha evidenziato, a questo proposito, “la necessaria attenzione nei confronti del Territorio”, con la finalità “di avviare il confronto fra le parti, per raggiungere soluzioni condivise con ciascun espropriando finalizzate a una tempestiva individuazione del giusto indennizzo in tempi congrui”.

Oltre agli alti costi dell’opera e all’insieme delle problematiche di sicurezza e d’impatto ambientale ad essa potenzialmente correlate, il Movimento No Ponte – network dei principali comitati e associazioni in lotta contro la realizzazione dell’opera – concentra la sua battaglia proprio sulla questione espropri. Il comitato Noponte Capo Peloro ha annunciato una mobilitazione in vista di un’assemblea degli espropriandi il prossimo 16 marzo, al Capo Peloro Resort in via Circuito. “Ci sono ancora ampi margini per bloccare le procedure del ponte e impedirne la costruzione. Ma che fare se dovessero partire veramente i lavori propedeudici del ponte? Cosa possono fare gli espropriandi, coloro che saranno soggetti a servitù, tutti i cittadini che sarebbero costretti a vivere circondati dai cantieri, dai mezzi di lavoro, dall’inquinamento acustico e atmosferico determinato dai lavori del ponte? – ha scritto in una nota il comitato -. Di questo e di tanto altro si parlerà all’assemblea degli espropriandi nella convinzione che il ponte sullo Stretto è un’opera devastante che bisogna contrastare con tutti i mezzi che la nostra Costituzione ci mette a disposizione”. Nel frattempo, due giorni fa Pd e Alleanza Verdi e sinistra hanno presentato un esposto in Procura contro il ministro Salvini per l’operazione Ponte sullo Stretto, chiedendo in particolare di indagare sull’iter che ha portato a rimettere in piedi la società Stretto di Messina e a far “resuscitare” i contratti della gara fatta nel 2008 dall’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi e vinta da Eurolink.

[di Stefano Baudino]

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