sabato 27 Aprile 2024

La politica italiana si è finalmente accorta di Ilaria Salis

Finalmente, politici e media mainstream si sono accorti della questione relativa al caso Ilaria Salis. Da due giorni non c’è giornale che non tratti la questione, come non c’è politico che non si senta in dovere di rilasciare la propria dichiarazione: da richieste al governo di riferire al Parlamento a promesse da parte di Meloni e La Russa di occuparsi del caso, al ministro Lollobrigida, che dei giornali non solo evidentemente non legge i titoli, ma non guarda nemmeno le figure («non ho visto le foto, non commento» ha dichiarato). Accogliamo con soddisfazione questa generale levata di scudi, perchè quella di Ilaria Salis è una di quelle vicende vergognose che va contro il rispetto dei diritti umani della quale su L’Indipendente parliamo da almeno due mesi e che, fino ad ora, non sembrava aver suscitato l’interesse di nessuno, nè della politica nè del mondo dell’informazione.

Ripercorriamo un momento la vicenda: Ilaria Salis, 39enne di Milano, è detenuta da undici mesi in condizioni pietose nelle carceri ungheresi in quanto sospettata di aver preso parte a un’aggressione contro un esponente di estrema destra, le cui ferite lievi furono risolte in pochi giorni di prognosi. Tuttavia, i giudici le contestano le aggravanti di aver potuto pregiudicare la vita della vittima. Un reato per il quale, aveva spiegatoL’Indipendente l’avvocato della donna, in Italia sarebbe stato necessario presentare una lunga sfilza di prove a favore. Oltre a ciò, vi sarebbe il dubbio che il fatto sia stato commesso all’interno di “un’organizzazione criminale”. Secondo la magistratura magiara, infatti, esisterebbe una vera e propria organizzazione antifascista fondata a Lipsia nel 2017, la HammerBand, guidata dalla 28enne Lina Engel e dal compagno Johann Guntermann, che avrebbe scelto Budapest per «attaccare e assaltare militanti fascisti o di ideologia nazista». Sarebbero tre i raid avvenuti il 10 febbraio contro tre esponenti dell’estrema destra durante i quali le vittime avrebbero riportato, secondo l’avvocato di Ilaria e Gabriele Marchesi (23enne indagato insieme a Ilaria, ma per il momento ai domiciliari nella sua abitazione a Milano), «lesioni minime certificate in 8 giorni e in 5 giorni di prognosi». Per questi reati sono ricercati quasi venti militanti antifascisti europei. Nonostante venga riconosciuta la non appartenenza di Ilaria alla presunta organizzazione, si suppone che fosse comunque a conoscenza della sua esistenza. La magistratura ha quindi proposto per la donna 11 anni di carcere.

Le condizioni in cui Ilaria veniva detenuta erano note da tempo: le ha riportate lei stessa, in una lettera di 18 pagine della quale qui su L’Indipendente parlavamo già due mesi fa: sporcizia, spazi ristretti, mancanza di assorbenti e prodotti per l’igiene, impossibilità non solo di comunicare con la propria famiglia, ma anche di poter disporre di un interprete o di un difensore durante gli interrogatori. Ma non solo: l’ambasciata italiana era perfettamente a conoscenza delle condizioni nelle quali Ilaria veniva detenuta e condotta in aula. Esattamente le stesse condizioni che abbiamo visto sulle prime pagine dei giornali in questi giorni. Lo sta dichiarando il padre in queste ore, con rabbia, a tutte le emittenti televisive. Eppure, nessuno si è mai scandalizzato. Nessuno ha mai chiesto spiegazioni. O indagato più a fondo. Si era quasi riusciti a tenere questa storia nascosta sotto il tappeto. Quasi nulla, tuttavia, può arginare la potenza di un’immagine. E non appena le immagini delle catene che legano mani e piedi di Ilaria, condotta in aula al guinzaglio come una bestia, hanno fatto il giro del web, è stato impossibile far finta di non vederle. «Nessuno ha sollevato un dito fino a che non ho portato una troupe televisiva in aula» dichiara Roberto Salis. Brutta gatta da pelare per la Meloni, che non può certo rivolgere critiche troppo severe all’alleato Orban. «Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, ho portato l’attenzione del primo ministro ungherese sul caso della nostra connazionale Salis» ha dichiarato (dichiarazioni, peraltro, che riprendiamo da La Repubblica, uno dei quotidiani nazionali che ha praticamente ignorato la vicenda fino a che non è diventata occasione di polemica contro il governo Meloni). Affermazioni un po’ blande, a questo punto della vicenda – e immediatamente seguite da un «Orban non c’entra nulla» del ministro degli Esteri Tajani. La Russa ha promesso un incontro con il padre della donna, ma sposta il focus della questione: non è una situazione così diversa da quella italiana, in fondo (e nel caso verrebbe da chiedersi: perchè nessuno se ne preoccupa?). La Lega, dal canto suo, non fa nemmeno finta di scandalizzarsi: «Ogni Paese punisce come vuole» ha dichiarato Andrea Crippa.

Si vedrà con il tempo se le parole dei politici avranno un seguito, o cadrà tutto nel vuoto e nel dimenticatoio. Se l’attenzione sulla vicenda rimarrà alta come in questi giorni e se la foto di Ilaria troverà ancora spazio sulle prime pagine dei quotidiani. Almeno fino all’inizio di San Remo. Poi, si sa, le proprità cambieranno.

[di Valeria Casolaro]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

7 Commenti

  1. Quel trattamento non dovrebbe esistere in un Paese Occidentale ma anche ad Eva Khaili è stato riservato un trattamento disumano e la stessa era accusata di corruzione e NON aveva picchiato nessuno solo che……ah sì il Paese non era l’Ungheria ma il BELGIO quindi in quel caso lì TUTTI ZITTI perchè del Belgio se la facevano sotto!!!

  2. Pare che avesse con se un manganello retrattile. Risibile la giustificazione che fosse per autodifesa contro eventuali malintenzionati, tranne che sia cintura nera di arti marziali. Andare a vedere la prognosi degli aggrediti mi sembra fuorviante e scorretto, con un calcio o una manganellata si può riportare una banale ecchimosi o, in casi non preventivabili, una emorragia cerebrale.

  3. Finita l’emergenza patriarcato, Cucu’, Pandoro…ora c’è la Salis. Quel’è la prossima? Ah…ora c’è Sanremo! Cosi’ al bar sanno di cosa parlare! Tutte notizie per nascondere le varie melefatte del governo di turno, che cmq non gliene frega una benemerita cippa della Salis e delle altre decine di detenuti italiani nelle carceri del mondo, che spesso sono giustamente detenuti, ma non tutti!

  4. Uno può anche avere ucciso due bambini e due cuccioli di cane, essere un figlio di puttana di proporzioni bibliche e meritare la galera a vita, ma mai sarebbe giustificato un trattamento del genere.

    Il problema non è sulla verità delle accuse o sulle responsabilità penali ma sul trattamento ricevuto che è inumano. Ciò non toglie che tutto ora è usata come propaganda nel più ampio agone che riguarda il dibattito dei finanziamenti in Ucraina, ma ciò non toglie che la Salis deve essere trattata umanamente, indipendentemente da quello che ha fatto.

    • su questo condivido, ma questi argomenti vengono trattati dai media solo quando servono a deviare il dibattito su altri argomenti e non sul reale problema. Poi entrerei in merito anche alle reali condizioni delle carceri in Ungheria sentendo più parti, ma detto questo, in Italia stiamo meglio? con carceri super affollate, suicidi all’ordine del giorno e pestaggi impuniti da parte dei secondini…

  5. L’Ungheria, nella persona del suo primo ministro, è sempre stata contraria ai finanziamenti obbligati dalla UE per l’Ucraina. In questo articolo del Financial Times (https://www.ft.com/content/9dabcd4b-9c64-4124-9f9c-b0c898c84c8f), si parla di come Bruxelles possa fare pressione tramite speculazioni borsistiche, in modo da indebolire la moneta ungherese creando i presupposti per una crisi finanziaria, questo se Orban non dovesse cambiare posizione in merito ai finanziamenti a Kiev. In ottica di screditare l’Ungheria ogni pretesto è buono per far si che, agli occhi dell’opinione pubblica, la realtà magiara risulti un posto arretrato e al limite dei diritti umani. Vista così, la vicenda della Salis, ha un altro sapore. Non entro poi nel merito di come una cittadina Italiana debba andare in paese straniero ad effettuare azioni illegali, visto che il tutto è stato fatto di sua spontanea volontà. In ultimo andate a cercare i danni subiti da Laszlo Dudog, noto musicista in Ungheria aggredito, dal gruppo di cui la Salis è stata accusata di farne parte.

  6. Se non era per il video di ieri girato su tutti i telegiornali, per quelli del governo che, come detto nell’articolo, sapevano già da mesi della situazione, poteva marcire in galera. Hanno la faccia come il c… ! E fra qualche tempo Meloni e C. potrebbero pure farsi della bella pubblicità nel caso, speriamo presto, Ilaria possa tornare in Italia. Per il momento delle belle foto a palazzo con Y. Sinner vanno più che bene.

    Certo, tutt’altro il discorso su come una apparentemente bella ed intelligente donna, peraltro maestra di scuola, possa muoversi a certi lidi e con certe intenzioni. Spero che abbia modo di riflettere in profondità su come cercare di cambiare e migliorare se stessa e il mondo, nel suo piccolo.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI